mercoledì 25 settembre 2013
3^ settimana e qualche sassolino tolto
La cosa più incredibile della terza settimana nel lavoro nuovo è che ancora mi piace! Sto scherzando, è ovvio. C'erano un sacco di cose che mi mancavano. Una fra tutte? L'educazione. Per questo voglio essere parte integrante di questo gruppo, perché nonostante la frenesia che si raggiungerà nei momenti topici non credo che si finirà mai a sorbirsi insulti gratuiti. Ma al contrario vedo una voglia di fare squadra e sinergia, almeno all'interno del mio team di lavoro. I'm Happy and feeling free...
domenica 22 settembre 2013
Viva viva
Sono trascorse due settimane dal mio nuovo inizio lavorativo, e che dire? Favoloso! Anche se a essere sincero mi fà quasi paura dirlo. Dopo così tanto tempo di insulti ed umiliazioni ero arrivato a pensare che non amavo più il mio lavoro, e per di più che non lo sapevo fare. Invece io adoro il mio lavoro, i colori, le fantasie, i tessuti, mi piace tutto questo. E mi piace l'ambiente creativo, fatto di persone coetanee con le quali si può ridere e scherzare. Dio quanto mi mancava tutto questo, non posso che dire un grazie immenso a tutto e a tutti. E domani è di nuovo lunedì, e non vedo l'ora di riniziare.
sabato 21 settembre 2013
domenica 8 settembre 2013
Domani inizia una nuova avventura
E' già amici miei ed ho ancora un sacco di cose da fare. Infatti devo preparare anche la valigia perché martedì partirò anche per Milano. So che sono in ritardo con i post, me ne mancano tre e vi chiedo scusa ma questo fine settimana ho ricevuto la visita di una carissima amica e della sua splendida accompagnatrice. Uno splendido barboncino grigio di nome Bice. Quindi vi chiedo scusa se stasera non sarò prolisso. Ma vi prometto che vi aggiornerò a brevissimo. Baci e grazie a tutti.
mercoledì 4 settembre 2013
I fantasmi del passato
Ieri passeggiavo sotto casa mentre mi stavo dirigendo verso casa dei miei e all'improvviso, quando stavo chiaccherando con un amico che portava a passeggio la sua bambina, ho incrociato un fantasma. Lì per lì ho sentito un battito molto forte al cuore e un turbinio di emozioni negative che mi hanno fatto male. Il mio ex titolare era davanti ai miei occhi. I nostri sguardi si sono incrociati e poi ognuno ha continuato per la sua strada. Lì per lì mi sono venute in mente le mille cose che ha detto su di me, tutto quello che voleva che gli firmassi in nome di chissà quale tradimento del segreto professionale, le offese personali che più di una volta mi ha rivolto nel luogo di lavoro, ecc. Avrebbe potuto quell'incrocio di sguardi durato nemmeno un secondo condizionarmi la serata e i giorni seguenti? Se al mio posto ci fosse stato il vecchio me, probabilmente sì. Ma adesso, come mi ha suggerito anche un'amica, le persone che ci arrecano danno e che ci accusano ingiustamente possono ferirci ben due volte. La seconda se facciamo in modo che quelle offese continuino a logorarci. Ho imparato che il suo malessere non dev'essere il mio, e io non devo far altro che andare avanti e pensare in positivo. Le cose belle accadono tutti i giorni, basta sapere cogliere i segnali e le opportunità che ci vengono date. Anche quando pensiamo di non esserne all'altezza. Quindi per me oggi sarà una giornata molto molto speciale, soprattutto nel tardo pomeriggio. In quanto da lunedì per me inizierà una nuova avventura, a conferma del fatto che forse tutto quello che ho fatto in questi anni non è poi stato tanto male. E non parlo solo di lavoro.
martedì 3 settembre 2013
Il mago del pulito!
Lo devo ammettere, io non sono un particolare amante dell'ordine e francamente nemmeno del fatto di dover pulire costantemente casa.
La nostra però era arrivata a un punto di non ritorno. Era un accampamento hippie! Vestiti ovunque, posacenere pieni, carte sparse per tutta casa, divani pieni di vestiti sporchi con la lavatrice vuota. Il mio amore era arrivato al punto di lamentarsi che non avesse più niente da mettersi. Dico io per forza, se l'armadio e i comodini sono vuoti mentre il pavimento è rivestito di magliette e jeans. Quindi, più o meno tre settimane fà, ho deciso che era giunto il momento di dare una rassettata! Ho iniziato con la camera degli ospiti, un incubo. Un letto matrimoniale coperto di cataste di vestiti puliti in attesa di essere stirati. Ho preso le camicie e le ho portate a casa di mio padre. Figurarsi se mi metto a stirare quando c'è una donnina che lo fà al posto mio. Certo bisogna fare molta attenzione dal momento che stira di tutto, anche pantaloni smoking in fresco di lana e pile! I pile!!! Che sono Nylon allo stato puro, non potete immaginare cos'è diventato. Avete presente le pellicole pressofuse per chiudere i contenitori di cibo fresco nei supermercati? Ecco. Per fortuna che il gatto non è mai passato di lì quando stirava, altrimenti una lisciatina toccava anche a lui. Comunque, sistemata la faccenda delle camicie, una ad una ho piegato tutte le magliette, le mutande e i jeans che c'erano. Li ho riposti accuratamente in ordine nei comodini e poi sono passato a raccogliere tutto ciò che era necessario buttar via, diviso per secco, plastica, vetro, lattine e ingombranti. Una volta sistemate anche le scarpe, che è già ora che riordini nel loro posto, aspirapolvere, straccio e sono riuscito anche a realizzare il mio angolo per la meditazione. Poi la sala è toccata al mio amore, che vedendo quanto impegno avevo messo in quel che era un ex bazar di ciaffi usati, si è così tanto responsabilizzato che ora ci si specchia nel pavimento del salotto. Ora sono un uomo felice, peccato che la spesa dei detersivi è aumentata dismisura. Gli ha preso il trip di pulire ogni due giorni, un pò tanto non credete?
Ikea, questo grande dilemma
E' innegabile che l'IKEA sia una macchina trita soldi. Se uno potesse la comprerebbe a camere intere, come la casa della Barbie. Ma non si può. Vuoi perché la casa ce l'hai già in parte arredata, vuoi perché magari ci vuoi mettere del tuo e alla fine ti ritrovi a comprare le solite quattro cacchiate che appena arrivi a casa non sai nemmeno come abbinarle.
Pensate in particolar modo ai cuscini, per star tranquillo te ne compreresti uno per fantasia. Volete sapere quanti cuscini ho io in casa? Ben 13 cuscini da divano e 5 da sedie! E' vero ho che ho due divani ma a me sembra un'esagerazione.
Per farvela breve ieri sono a andato con il mio amore a fare un giro e lui ha pensato che era giunto il momento di cambiare il guardaroba ai nostri divani. Premetto che uno ha il completo da marinaretto a righe bianche e blu, il vestito delle occasioni in velluto verde e viola (per il quale avevamo già speso quattrocento euro) e adesso il completo di jeans. L'altro ha il vestito verde, quello rosso e quello beige. Insomma hanno un guardaroba più grande del mio a momenti e non vuoi comprargli due accessori da abbinarci vicini? E allora via di cuscini fantasia! Io tra l'altro sono un tipo che vuole scegliere colori che creino armonia e non posso pensare di prendere ad esempio due tonalità di blu che si avvicinano ma non si distinguono, perché creano solo confusione e poi tra un anno quell'altro ha ancora voglia di andare all'Ikea per comprare altri rivestimenti.
Per cercare di evitare di spendere un patrimonio in una casa nella quale siamo in affitto, sono arrivato ad un compromesso.
Accanto al divano di jeans ci sarà il mio vecchio divano di Poltrone Sofà. Un gran bel divano letto con le sedute beige e qualche cuscino marrone, sfoderabile e lavabile, che insieme ai cuscini nuovi che abbiamo comprato si abbina perfettamente a quello di jeans. L'unico problema è che pesa come la carcassa di un'orca! E non oso pensare come fare per prenderlo e portarlo, senza prima aver portato via quello che abbiamo in casa rosso. Speriamo che quest'ultimo almeno se lo prenda il mercatino!
domenica 1 settembre 2013
Siamo più forti di ciò che crediamo di essere
Molto spesso ci capita di trovarci in situazioni particolari oppure di dover affrontare momenti di particolare dolore, e molto spesso ci chiediamo come potremmo riuscire a passare tutto questo. E lo chiediamo a noi stessi, lo chiediamo a chi ci è vicino e soprattutto lo chiediamo a qualche essere supremo che governa sopra di noi. Ci chiediamo che senso abbia tutto questo dolore, forse a renderci più forti? Ma più forti rispetto a cosa? Se poi ogni qual volta si presenta una situazione differente ma con la medesima carica di dolore al seguito ci troviamo di punto e a capo. La verità , io credo, che dovremmo riuscire a guardarci con uno sguardo esterno, come una terza persona che non ci conosce. Allora, forse, potremmo veramente capire quanto in realtà siamo forti per il semplice fatto che ci chiediamo come cercare di poter superare tutto questo. Ai nostri occhi, molto spesso, possiamo sembrare dei vinti dei deboli ma vi assicuro che non è così. Noi siamo molto di più della percezione che abbiamo di noi stessi. 'Notte
sabato 31 agosto 2013
Questioni di ego
Alla mia veneranda età ancora non ho ben chiaro come fare una scelta giusta e corretta. Non so se è perchè mi faccia travolgere dall'entusiasmo della novità, dalla sicurezza , dalla necessità di ricevere degli apprezzamenti, proprio non lo so. So solo che a volte mi sembra che sia il mio ego a farmi prepondere per una soluzione piuttosto che per un'altra, soprattutto quando credo ai vantaggi che io potrei portare all'uno piuttosto che all'altro committente. E ora poi, dopo ciò che mi è successo con l'ultima situazione lavorativa, o ancora più paura di fare la scelta sbagliata. In ogni caso un vantaggio c'é. Qualsiasi di queste scelte comporterà un lavoro per non più di 6 mesi, in ogni caso devo darmi un gran da fare in merito. Comunque, al momento non ho firmato niente e stasera è sabato. Quindi si fa a festeggiare i quarantasei anni del mio grande amico festaiolo, almeno una volta.
Buona serata
venerdì 30 agosto 2013
Il piacere della colazione
Dovete sapere che da un pò di tempo, cioè da quando sono a casa a non fare assolutamente una mazza, ho riscoperto il piacere di svegliarmi presto la mattina e di fare una colazione abbondante. I primi tempi scendevo al bar per mangiare una pizzetta rossa con uovo sodo e maionese, un bel bicchiere d'acqua e un caffettino. Davo un'occhiata alle notizie del giornale, magari facevo un pò di spesa e poi rientravo a casa. Poi però mi sono stancato di leggere le tristi notizie dei giornali. No, non voglio vivere nell'ignoranza. Ma se posso cerco solamente quelle che non mi fanno alterare oltre un certo limite, e sono veramente poche. Quindi m'interesso di politica, lasciandomi scivolare le dichiarazioni dei politici ma valutando solo il loro operato (che rasenta la nullità). Politica straniera? Il meno possibile. Due anni or sono Assad ha cominciato a trucidare i suoi stessi cittadini e "gli occhi del mondo" erano puntati solo su di lui. Come una madre con un bambino dispettoso, l'ONU lo ha sempre minacciato che gliel'avrebbe date se non la piantava di essere così dispettoso. Ma prima di intervenire ha dovuto aspettare che desse una bella sgasata col nervino e far sì che qualche altro migliaio di persone innocenti ci lasciassero le penne. Perché aspettare due anni? Per la stessa ragione per la quale hanno aspettato tanto anche nella ex-jugoslavia. Non c'è niente che ai grandi potenti possa interessare. Io credo invece che le vite umane potrebbero interessare. Pensate se portassimo le guerre ha un livello di sterminio tale che non ci sarebbero più acquirenti per le multinazionali, a chi venderebbero i loro prodotti? E per finire anche il gossip non mi dà più alcun entusiasmo, adesso poi che anche Vincent e Monica si sono separati non ne parliamo. Pensare che non più di otto anni fà gli avevo visti insieme a Parigi, una coppia veramente innamorata. Tornando a noi, come vi dicevo ho deciso di cambiare il mio programma della mattina. Quindi mi sveglio abbastanza presto, prego il mio angelo custode (Lecabel) e anche quello della giornata, medito una ventina di minuti sulla radice kabalistica del nome, e poi mi preparo il caffè e la colazione guardando Will & Grace su Fox Life. Anche se sono puntate vecchie che ho già visto e rivisto trovo che siano veramente divertenti e danno un bello sprint alla giornata. E poi mi metto a scrivere, magari ascoltando Bach. L'aria dall'ouverture n°3 ecc, ecc. Mentre mi annuso le punta delle dita che sanno ancora di burro. Perché? Ma perché stamattina ho panato due fette di pancarré con l'uovo e le ho cotte in padelle rosolandole col burro ed ho accompagnato il piatto con formaggio spalmabile e prosciutto cotto, succo alla pesca e via. Mi sento veramente in pace col mondo. Ma forse dovrei fare qualcosa per esso. Vedrò. Magari scendo in politica.
giovedì 29 agosto 2013
Crederci sempre, arrendersi mai!
Ve lo ricordate? Era il motto di Simona Ventura in un'edizione dell'Isola dei Famosi. Questa frase mi era rimasta impressa, perché all'epoca avevo dei sogni e volevo realizzarli. Volevo a tutti i costi che diventassero reali, ma per quanto mi sforzassi sembrava sempre che qualcosa o qualcuno mi riportasse indietro e tornavo al punto di partenza. Col senno di poi mi rendo conto che non erano forze esterne a sabotarmi ma ero io, molto probabilmente. Perché in realtà non era quello il sogno nel quale credevo con tutto me stesso. Tutto ciò che è materiale, fisico e che ha a che vedere con la realizzazione in ambito professionale non credo mi riguardi. Negli ultimi anni mi sono accadute tante cose che solo ora mi rendo conto che la mia realizzazione è un'altra, e forse è più spirituale. Sia ben chiaro, non ho la benché minima intenzione di farmi prete né tanto meno testimone di Geova, ebreo o musulmano, ma voglio avere la forza necessaria per credere che noi siamo su questa terra presenti qui e ora per uno scopo preciso, che non è la rincorsa del successo ma è la connessione che creiamo fra tutti noi, sia che ci conosciamo e sia che siamo estranei. Siamo qui per condividere le nostre storie, le nostre esperienze e per aiutarci l'un l'altro. E quando qualcuno ci ferisce, per quanto difficile, dobbiamo cercare di provare amore per sopperire alla sua mancanza d'amore che lo porta a vivere nell'odio e nel rancore.
E godiamo di ogni momento felice ogni volta che ce ne viene data la possibilità, cerchiamo di essere sempre presenti in questi momenti e se un impegno di lavoro ce lo impedisce cerchiamo di rimandarlo. Nessuno muore se si sposta un appuntamento. (A parte la Vanoni)Quindi ora voglio credere in questo sogno ed essere una persona migliore, me lo merito.
mercoledì 28 agosto 2013
Insicurezze...
Molto bene, sembra che abbia finito il tempo a mia disposizione. Penso che sia finalmente arrivato il momento di decidere diverse cosette. In primis, il lavoro. La difficile scelta fra lavoratore autonomo e lavoratore dipendente sembra sia arrivata al capolinea, ho detto sembra perché niente nella vita è scritto. Ma sicuramente da un punto di vista di sicurezza e partecipazione, l'azienda che mi ha contattato offrendomi un posto fisso ha messo sicuramente il piede nell'acceleratore. A questo punto mi affiderò al mio istinto, ho deciso e non voglio sicuramente farmi influenzare da tutte le mie esperienze pregresse. Che anche se non sono state idilliache mi hanno insegnato moltissimo. E poi chissà potrebbe sempre esserci il colpo di scena e potrei essere d'aiuto a tutti oltre che a me stesso. Fra gli altri traguardi ai quali sto arrivando c'è senz'altro quello della casa. Mio padre deve dividere le proprietà per cominciare a pagare meno tasse, e con una delle sue proprietà potrei sicuramente chiedere un mutuo e comprare casa. La scelta era fra vivere in centro città o fuori. Ancora devo fare la lista dei pro e contro e infine deciderò. Bene, direi che ne ho di argomenti di riflessione e anche di insicurezze ma per fortuna oggi mi sono fatto i miei venti minuti di meditazione pregando Lauviah, l'angelo che ci protegge dalle insicurezze. E' una lunga storia ed ha a che fare con la kabbalah, magari un giorno comincio a raccontarvela.
martedì 27 agosto 2013
Lavori domestici...
Partiamo dal fatto che la casa nella quale abitiamo io e il mio amore è un appartamento in affitto. Una grande mansarda in centro, ma come la maggior parte dei proprietari immobiliari della zona, la titolare non sembra mai averne presa tanta cura. Nel senso, l'arredamento Ikea sta letteralmente cadendo a pezzi, a ragion veduta non può durare per sempre come i diamanti sarebbe chiedergli troppo. Il pavimento è in gres "sporcellanato", nel senso che per quanto lo si possa lavare ci sono macchie di unte che si sono fossilizzate in esso e non c'è sistema per rimuoverlo. Terremoto a parte. Gli stipiti delle porte probabilmente erano stati attaccati con lo sputo, visto che alcuni di essi hanno cominciato a pendere come la Torre di Pisa e con la stessa tecnica sicuramente è stato dato l'intonaco nel muro della stanza degli ospiti. Per concludere, il serbatoio della tazza del cesso è completamente andato. Dopo tre anni di spingere compulsivamente i pulsanti come un quiz a premi ha ufficialmente smesso di caricare. Ora c'è il più moderno sistema del secchio del mocio.
Comunque è la nostra casa, e ci piace per quanto ora sia un guazzabuglio di mobilio vario e colori accesi. La cosa che più adoro sono come il mio amore ha colorato le grandi pareti bianche del salotto, e pensare che non lo volevo fare.
Però è accogliente, bella ed è luminosa. Cosa di non poco conto.
A differenza di me però, che mi arrangio con ciò che abbiamo, il mio amore si prodiga sempre alla ricerca di nuove soluzioni per l'organizzazione di spazi. E così succede che nel suo giorno di ferie sia in grado di prendere la macchina e tornare a casa con due mobiletti in rovere laminato color grigio da posizionare sopra la mensola della cucina. Ed ecco lo scolapiatti. Peccato che a malapena ci stiano i piatti e sicuramente non la vaschetta per l'acqua di scolo. Nel caso in cui riuscisse a starci per svuotarla dovrei prima levare i piatti, poi lo scolapiatti e poi la vaschetta. Comodo no?
Sicuramente il gesto l'ha fatto con amore, ma io non vedevo la necessità di apportare anche migliorie mobili ad una casa che non ci appartiene. Lo stesso vale per il progetto che ha di risistemare il lavandino del bagno e la mensola basculante per il piano di lavoro sempre in cucina.
A questo punto le cose sono due: nuovo appartamento non ammobiliato in affitto o casa nuova? Se casa nuova, centro o campagna?
Prima che continui a portare a casa mobili per poi sentirmi dire "ma tanto un domani che ce ne andiamo questi li portiamo via con noi", ho bisogno di risolvere questa situazione.
lunedì 26 agosto 2013
Rientro in pista
Molto bene! Il ferragosto è passato, il compleanno pure, le feste in stile anni '30, '70 e '80, idem. Quindi si torna all'opera. E per tornare all'opera ho bisogno di fare un breve esame di coscienza e capire veramente quali per me siano i pro e i contro di un lavoratore dipendente ed uno autonomo. Avrei dovuto fare quest'esame di coscienza da solo nel mio privato, ma tanto ormai sapete tante cose di me che anche se lo faccio qui non può che essermi d'aiuto. Magari mi consigliate anche. Ah un'altra cosa, scusate per i post di ieri. Lo so che erano stringati ma non sempre ho qualcosa da dire, so che per coloro che mi conoscono è difficile pensarlo ma è così.
Quindi cominciamo.
LAVORO DIPENDENTE: PRO.
Non devo tenere un commercialista per pagare le tasse.
Sicurezza, non devo continuare a cercare clienti dal momento che ho un'azienda alla quale fare riferimento.
Avrei già la mia postazione, con tutto quello che mi occorre per svolgere il mio lavoro.
Quattordicesima.
Auto e telefono aziendale, probabile ma non sicuro.
Avrei l'obbligo di recarmi al lavoro, non posso certo dire questo lo faccio domani. E qui si apre un dilemma, nel lavoratore autonomo dovrei essere sempre io all'erta a redarguirmi per eventuali ritardi o scarsa voglia di lavorare.
CONTRO
Sarei comunque alle dipendenze di qualcuno.
Avrei minime possibilità decisionali, magari col tempo ma non è certo.
Dovrei seguire determinati orari e non potrei decidere, oggi voglio fare questo e domani quello.
Non potrei decidere quando prendermi qualche giorno libero senza l'approvazione di un superiore.
Cercherei sempre di avere l'approvazione dei miei titolari e nel caso in cui non la ricevessi mi avvilirei moltissimo.
Potrebbero capitarmi situazioni in cui il titolare potrebbe essere talmente tosto che non accetterebbe il benché minimo consiglio.
Potrebbe anche essere un prepotente scarica barile, o potrebbe voler essere sempre lui ad avere l'ultima parola da bloccare il processo lavorativo e cercare di addossare la colpa a qualcun'altro.
Potrei finire per ricoprire ruoli che non mi piacciono solo perché c'è la necessità di doverlo fare e non sapendo tirarmi indietro accetterei di buon grado, ritrovandomi schiavo in men che non si dica.
LAVORO AUTONOMO: PRO.
Sarei io il padrone del mio destino.
Potrei seguire le aziende che mi vorrebbero come consulente nel modo che preferisco io, secondo le mie esigenze.
Dovrei fare solo ed esclusivamente affidamento sulle mie potenzialità.
Sarei io a darmi le pacche sulle spalle quando mi sento soddisfatto del mio lavoro e a strigliarmi se sbaglio qualcosa.
Posso decidere io dove lavorare e quando farlo.
Avrei la libertà di gestire il tempo come meglio ritengo di fare e curare anche tutti i miei vari interessi.
Dovrò essere spronato a credere fortemente in me stesso e nelle mie capacità.
CONTRO
Dovrei stare attento nelle spese ed avere un commercialista.
Farmi forza e cercare il modo migliore per cercare sempre di farmi pagare.
Essere preciso e puntuale ed essere disposto a lavorare anche di notte pur di mantenere una data di consegna.
Mi occorre un forte lavoro di autostima o più semplicemente provare a guardarmi davanti allo specchio nello stesso modo in cui mi vedono coloro che credono nelle mie potenzialità.
Suggerimenti?
domenica 25 agosto 2013
La cosa più importante
Volevo farvi un piccolo test, l'idea l'ho tratta da un film molto carino che stò guardando.
Volevo capire quanti di voi hanno colto il significato della poesia che ho pubblicato nel post precedente.
Perché io non l'avevo capito.
Poesia
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Così molte cose sembrano con fatte con l'intento di essere perdute.
Se le perdiamo non è un disastro.
E tu sempre perderai le tue chiavi di casa con un sorriso.
Ho perso due città , due fiumi e un continente.
Perduti, ma non è questo disastro.
Perfino perdere te, che è ciò che con la voce e coi gesti non mi fa soffrire è grazie all'arte che si impara presto l'arte di perdere.
Anche se a volte qualche perdita si rivela un disastro.
Ritardi...
I preparativi per la festa degli anni '80 mi ha tolto tempo dal blog e quindi devo ben recuperare due giornate di lavoro. Intanto con questo volevo mandare un grosso abbraccio alla mia cara amica che per ragioni di salute non ha potuto festeggiare con noi. Non preoccuparti G. bisseremo a breve quest'inverno.
giovedì 22 agosto 2013
Preparativi anni '80
Dunque, domani si prevede un'altra festa. Tema gli anni '80. Ieri sono andato in giro con la mia amica e siamo andati prima in un bazar di abiti vintage, dove lei ha trovato dei fantastici guantini di pizzo e io dei pantaloni vintage larghi con cavallo basso e poi dai cinesi. E' incredibile come i cinesi riescano a tenere uno stock di vestiti adatto per tutte le feste a tema, dagli anni trenta a quelli ottanta, dagli hippie a Dinasty. Io il mio look? Pete Burns dei Dead or Alive. Non Pete Burns adesso, il chirurgo non aveva posto. Ma quello del video di "You spin me round". Quindi oggi vado a provare la mia parrucca! Non vedo l'ora!!!
Pulizie fatte!!!
La casa è uno splendore, ieri ci siamo messi bene bene giù io e il mio amore e ora la casa risplende. Quindi direi che oggi posso concentrarmi sul mio da fare. Baci
mercoledì 21 agosto 2013
Tic Tac
Stanotte ho sognato qualcosa di veramente strano. Ho sognato che il mio blog era sulla bocca di tutti, e non in senso positivo. C'era tantissima gente che era arrabbiata con me per le opinioni che avevo nei loro riguardi, anche se poi non dicevo niente di male. Raccontavo solamente quello che vedevo intorno a me, senza esprimere alcun giudizio. Certo qualcuno era abbastanza infuriato e mi minacciava di non raccontare i propri fatti personali. Cosa che io fino adesso spero di non aver mai fatto.
Però è difficile parlare sempre di me, a volte un diversivo con qualcun'altro come protagonista è un buon diversivo.
Nel frattempo per me il tempo stringe. Ho consegnato un piccolo lavoro, al quale non so ancora se accetterò la proposta che mi è stata fatta. Devo fare pulizia mentale e per farla ho bisogno di iniziare partendo dalla stanza degli ospiti.
Magari oggi è la giornata buona per capire quello che voglio fare.
martedì 20 agosto 2013
Ma come fà a far tutto?
Poco tempo fa ho visto un film, in cui una brillante Sarah Jessica Parker correva come una forsennata dividendosi tra famiglia, lavoro e carriera. Sveglia i bambini, lavali, mangiali, portali a scuola, corri al lavoro, prendi l'aereo, torna in ufficio, vai a prendere i figli, portali a danza, vai a far la spesa, riprendi i figli, torna a casa, pulisci, cucina, mangia e poi a letto.
La protagonista aveva il suo bel da fare, non c'è che dire. Al contrario io al momento non ho niente di tutto questo, a parte il fatto che sto gettando le basi per la mia carriera, e nonostante questo mi sembra di non riuscire a fare assolutamente niente. Forse mi sto esaurendo ma cerco di capire fino a che punto potrei arrivare senza soccombere agli impegni, che non sono molti: blog, PNL, disegni, ricerca, lettura, pulizia, lavatrice e riordinare, riordinare e riordinare!!!
Un lavoro che non termina mai, sia che sia io ad avere generato il creato sia che sia stato qualcun'altro. Mi sento come Penelope davanti al suo telaio, lei però lo disfaceva di proposito. IO IL DISORDINE NON LO CREO DI PROPOSITO!!! Però mi insegue e non posso passarci sopra, perché poi si accumula e non mi fa pensare, non mi permette di riflettere e mi angoscia come un ospite indesiderato.
Vabbè, ora mi fumo una sigaretta e poi do una radanata.
E la cena di stasera la considererò come la mia ricompensa.
domenica 18 agosto 2013
Manic Monday
Sveglia alle otto, Will & Grace, colazione e via al lavoro. Almeno fino a dopo pranzo. Poi relax con gli amici. Ho l'ansia da televisione, mi sveglio presto alla mattina ma mi distraggo con Fox Life fino alle nove. Ma non possono dare una sola puntata alla volta, dico io? Ieri ho pure visto un documentario su Madonna che ringraziava il padre per non averle mai fatto vedere la televisione. Sarà per quello che poi è scappata da casa? Certo devo mettermi in testa di non perdermi davanti alla televisione.
E ora al lavoro.
Ma siamo poi così vecchi?
Ieri sera, davanti ad un'ottima birra media, si stava disquisendo insieme ad un paio d'amici se realmente siamo poi così "non così giovani" come crediamo di essere. E' vero che non abbiamo più ventiquattro o venticinque anni, che per tornare sobri dopo una serata particolarmente alcolica ci servono come minimo ventiquattro ore di divano, che anche la benché minima attività fisica non prevista ci fa indolenzire muscoli che credevamo non esistessero. Però, tutto sommato, io credo che non abbiamo niente da invidiare alle nuove generazioni. A parte un incontenibile appetito sessuale. Tutto questo discorso è nato dal fatto che ci stavamo chiedendo cosa avremmo fatto se avessimo avuto una montagna di denaro tra le mani, se saremo stati ancora in grado di organizzare festini e party come quindici anni fa. Io credo di sì, è vero che i soldi non fanno la differenza per divertirsi ma per l'organizzazione la fanno eccome. Poter delegare tutto a qualcun'altro e avere solamente l'incombenza di dover supervisionare. Ci siamo quindi dati altri otto anni, per poter diventare milionari e organizzare feste e vacanze in grande stile prima che la sciatica e la cervicale prendano il sopravvento. Armiamoci di fede e partiamo!
sabato 17 agosto 2013
Usato garantito
Breve post. Giornata allo Sky Park con tutta la famigliola. Sorella, cognato, nipoti e papà. E'stupefacente notare che nonostante i miei trentasette anni di assoluto fancazzismo il mio fisico riesce a sostenere i percorsi più ardui sospeso a venti metri di altezza su cavi d'acciaio e lanciandosi nel vuoto attaccato a liane come una scimmia urlatrice. Certo ho perso qualche pezzo di deltoide e quel poco che rimaneva dei miei bicipiti per strada, ma ce l'ho fatta. Ancor più ammirevoli mia sorella e mio cognata che a quasi cinquantanni balzavano su con la mia stessa agilità. Per non parlare dei miei nipoti, sembravano i figli di Tarzan.
Fantastici...
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venerdì 16 agosto 2013
Siamo molto di più di noi stessi
Stamattina volevo raccontarvi un'altra visione di un fatto accaduto nel 2000.
Vi ricordate le elezioni americane, quando si fronteggiavano su schieramenti opposti Bush e Al Gore?
Bene, in quell'occasione Bush vinse l'elezioni. Tra l'altro aggirando il sistema e tutti ne erano a conoscenza. Ma cosa fece Gore? Invece di starsene in un angolo a piangere, o cercare di rivendicare la sua vittoria seguì quelle che erano le sue vere ispirazioni.
Decise di dedicarsi anima e corpo alla realizzazione del documentario "Una scomoda verità" e di dedicare tutte le sue forze al fine di diffondere un forte messaggio per la salvaguardia del pianeta.
Ad oggi Gore è vincitore di un premio Nobel per la pace, e sicuramente ha influenzato positivamente molte più persone di quanto ha mai fatto Bush. La storia gli renderà merito, di aver fatto qualcosa di importante per l'umanità e non per il proprio ego.
Quindi, se a volte ci troviamo stanchi e svuotati e la vita sembra averci girato le spalle, magari vuole solamente che guardiamo in un'altra direzione e cercare di capire quali sono i traguardi ai quali vogliamo aspirare. Anche se la strada per raggiungerli non abbiamo mai iniziata a percorrerla. Non è mai troppo tardi per fare qualunque cosa noi vogliamo.
giovedì 15 agosto 2013
Ferragosto
Per tutti colori che già da metà luglio cominciano a dire che l'estate è già bella che finita, oggi posso dire che ne abbiamo fatta la metà esatta. Perché, cari i miei che vedete sempre il bicchiere mezzo vuoto, con Ferragosto vi comunico, ahimé, che siamo giusti giusti a metà. Ricordo i tempi che furono, quando Ferragosto rappresentava la festa più grande dell'estate. In Romagna le discoteche facevano a gara per avere come guest star i deejay più importanti del panorama internazionale e noi facevamo la staffetta per passare da un locale all'altro, per poi tornare a casa quando il sole era già alto in cielo. E soprattutto quando mia madre chiamava per avvertirmi che lei se ne andava al mare e le lasagne me le aveva lasciate nel forno. Il weekend di Ferragosto era il weekend del fuoco, ora come fuoco mi è rimasto solo quello di Sant'Antonio. Però sono proprio fortunato ad avere questi ricordi e sono ancora più fortunato ad avere partecipato ieri ad una festa in stile anni'70 ed essere riuscito ad indossare i miei jeans ricamati in stile hippie che indossavo vent'anni fà. Certo il gancio che fermava l'abbottonatura in vita era sottoposto ad un incredibile tensione e la pancia faceva capolino da sopra, ma una bella camicia di seta ampia nascondeva ogni magagna. E rispetto alle guerre di gavettoni prive di armistizio tra amici di ombrelloni rivali, quest'anno mi sono dedicato alla cura del mio corpo. Una bella mangiata a casa a base di pesce, spaghetti alle vongole, cozze in porchetta e grigliata di pesce per poi proseguire al mare con birra e americani e concludere con una fantastica tartarre di carne e mousse di mascarpone. E chi m'ammazza!
mercoledì 14 agosto 2013
Un regalo inaspettato
Cari miei, dovete sapere che fra qualche giorno compierò la bellezza di 18 anni (per gamba, più uno). Ed in questo mese ci sono anche diversi miei amici che compiono gli anni. Una di queste ha avuto un regalo inaspettato da parte del suo ragazzo, inaspettato ma soprattutto originale. Un giro in mongolfiera, al quale io e il mio amore ci siamo aggregati volentieri. La parte più difficile è stata la partenza. Alzataccia alle cinque del mattino per essere in aeroporto alle sei. Caricati su un pulmino con trazione integrale con destinazione pista di decollo. In meno di mezz'ora il pallone era spiegato e gonfiato e noi siamo saliti su questa cesta di vimini, come quelle dove si mettono le uova fresche solo un pò più grande. E poi il decollo, leggero, silenzioso, e osservavamo la terra che pian piano si allontanava sotto di noi. Le case e le strade si facevano mano a mano sempre più piccole, fino a sembrare i modellini dei plastici delle città. Un silenzioso totale ci avvolgeva, a parte qualche fiammata che ci dava delle vampate di calore non indifferente ma necessaria per mantenere la mongolfiera in quota. Potevamo vedere tutta la costa e l'entroterra nello stesso tempo. Dal monte Titano al Conero, dalla Gola del Furlo all'Adriatico, e il vento ci sospingeva verso il mare. Il mio amore sembrava ogni tanto aggrappato al cesto di vimini come il gatto sul bordo di un secchio pieno d'acqua e D. (il moroso della festeggiata)era finalmente disteso e sereno perché il volo era lineare, senza vuoti d'aria. Sapevamo già che quando le correnti d'aria si fossero fermate la mongolfiera sarebbe stata costretta a scendere, e noi saremmo stati recuperati. Ma non avremmo mai immaginato di atterrare in un campo appena trebbiato nel bel mezzo delle campagne. Armato di GPS il nostro comandante richiamava tramite la sua radio il suo corrispettivo a terra, e dopo non più di dieci minuti dall'avvistamento di un daino ecco che vediamo scendere dalla collina il nostro mezzo di trasporto. Una volta agganciato il rimorchio partiamo, direzione aeroporto. Mmmh! Magari, dopo appena cinque minuti di Camel Trophy e nemmeno cinquecento metri di strada, il nostro mezzo si affossa nell'unica pozza di fango in dieci ettari di campo. Ringraziando il cielo con noi in volo c'era un signore di Roma, che non era previsto visto che io avevo chiesto assolutamente che fossimo solamente in quattro. Ma questo signore anziano, tra l'altro molto piacevole, era stato accompagnato da un suo amico che doveva far riparare il pallone della sua mongolfiera dal nostro comandante. Quindi erano arrivati con il loro furgone e quando sono tornati a prenderci c'era anche l'accompagnatore con il proprio mezzo. Una mano dal cielo, grazie a quel Ducato siamo riusciti a liberare il pulmino dal pantano e a tornare a casa. Ma prima una bella colazione. Nessuno di noi aveva mangiato e visto che erano già trascorse quattro ore da quando ci eravamo alzati direi che era il caso di rifocillarsi, per non dire ingozzarsi. Panini al salame, tonno e carciofini, prosciutto cotto e non so che altro, brioches, ventaglio con crema di ricotta, millefoglie, granita siciliana, cappuccino, succo ace, Redbull e caffè con zabaione, sigarettina e poi a casa divano.
Adesso mi sembrano che siano le dieci della mattina, meglio così almeno ho più tempo per prepararmi alla festa Peace & Love di stasera.

martedì 13 agosto 2013
Senza Parole
No, non è che qualcosa mi ha stupito particolarmente da lasciarmi in questo stato e non ho nemmeno assistito a qualcosa di talmente irresistibile da togliermi il fiato. Non mi è passato nemmeno qualcuno che mi abbia causato uno stato tale da avere necessità dei sali. Diciamo che il mio è più un consiglio. Un consiglio che voglio dare a tutti indistintamente, specialmente a coloro che mi stanno a cuore. Perché? Perché quando qualcuno ci ferisce, ci offende, ci processa, ci giudica, ci delude, ci irrita, non serve a niente controbattere, difendersi, argomentare per far valere le nostre ragioni. In tutti questi casi se non hanno avuto l'intelligenza di rivolgersi a noi con rispetto, non potranno capire l'errore che hanno commesso e non saremo certo noi a farglielo capire, per quanto mossi dalle migliori intenzioni. Magari potremmo vedere per un attimo un guizzo di senso di colpa balenare nei loro occhi, una sorta di "mi dispiace per come ti ho trattato" ma quell'attimo svanirà in men che non si dica. E "con men che non si dica" non intendo un giorno, una settimana o un mese. Magari può essere veramente così, ma magari quel lasso di tempo potrebbe essere molto più lungo e poi la persona in questione potrebbe veramente tornare alle sue vecchie abitudini.
Con questo non voglio dire che dobbiamo accettare tutto passivamente, mancheremo di rispetto verso noi stessi. Ma una volta che il nostro comportamento a questi stimoli sarà di tipo pro-attivo, pacato e ponderato, e non reattivo e istintivo, allora dovremmo essere in grado di lasciare andare ciò che accaduto alle nostre spalle. Invece, spesso, continuiamo a trascinarci dietro questi fardelli che serbano rabbia e rancore e ci impediscono tutto ciò che di bello c'è nella nostra vita.
lunedì 12 agosto 2013
La bontà delle persone
Ieri è stata una giornata da dieci e lode. Una di quelle giornate in cui ti senti in pace con il mondo. Mi sono svegliato di mattina, non prestissimo visto che siamo in agosto, e ho cominciato a dare una rassettata a casa. Poi mi ha chiamato mia sorella invitandomi a pranzo fuori con tutta la famiglia. Direzione, le bellissime colline del nostro entroterra. Anche se sapevo che dovevo adempiere ai miei doveri, avevo voglia di rifocillare la mia anima, e anche il mio stomaco, con gli affetti più cari. (Con questo non voglio dire che mi sono mangiato i miei nipoti, per quanto siano teneri)
Il poggio dove si trova il ristorante ha una bellissima terrazza che mostra un panorama che si estende fino al mare. E' una cosa incredibile, un piacere per gli occhi e mentre me ne stavo lì ad ammirare con mia sorella il piccolo orto di piante officinali che i proprietari avevano realizzato con tanta cura e amore mi chiedevo come sarebbe stato vivere lì.
Immerso nella natura, nel suo silenzio e seguire i suoi orari e le sue necessità. E magari dedicarmi alla scrittura, senza televisione, in compagnia solo del mio amore e magari di quello dei miei familiari.
Sarei veramente in grato di stare lontano dai miei amici, e magari invitarli solo per trascorrere il fine settimana?
E' una bella domanda alla quale non ho saputo dare risposta, visto che alla sera ero insieme a loro a fare un aperitivo in terrazza in centro città. E la loro compagnia è altrettanto piacevole quanto il panorama del poggio, o forse di più.
Peraltro ieri sera sono stato veramente fortunato. Raccontando a una ragazza quelle che sono le mie ansie, i miei dubbi, le mie paure riguardo a ciò che vorrò fare della mia vita professionale, lei mi ha guardato intensamente con i suoi bellissimi occhi azzurri e non mi ha dato la sua opinione riguardo a che scelta fare, ma mi ha abbracciato. Così, improvvisamente e poi ha aggiunto di seguire il mio cuore e ascoltarlo. E' stato bellissimo, spontaneo e io sono rimasto affascinato perché io credo nella bontà delle persone, ma quando la ricevi in modo così partecipe e sentito senza aver fatto niente per meritartelo ti chiedi: ma forse è proprio questo il segreto. Meritarsi tutto questo, solamente per essere se stessi. Senza veli, senza ipocrisie, senza paura né rancore, né rabbia né odio.
Nonostante mi sono promesso che oggi avrei dovuto lavorare, prima di organizzarmi la giornata, dedicherò la mattinata alla cura di me stesso. E per quanto mi piacerebbe infilarmi in una beauty farm, questa volta la mia cura saranno i miei libri.


domenica 11 agosto 2013
Tempi di recupero
Quando avevo un età compresa fra i venti e i trent'anni, come già anticipato, io e la mia compagnia non ci risparmiavamo in fatto di discoteche e serate danzerecce. Per noi non era affatto un problema prepararsi per uscire di casa alle undici e mezza di sera, chiaccherare o bere qualcosa in giro fino all'una e trenta, prendere la macchina per andare in disco, tornare e fare colazione, verso le sette della mattina. Naturalmente in tutto questo non è che bevessimo acqua frizzante. Al contrario, i cocktail erano il nostro Gatorade. E alla fine della serata contavamo i sopravvissuti.
C'era chi arrivava in discoteca per passare la serata in bagno e farla trascorrere anche alle sue amiche, che come suore devote assistevano al capezzale. C'era chi non aveva nemmeno le forze per dire agli amici in macchina che si sentiva poco bene, riempiendo così le cartelle delle portiere di maccheroni al ragù. C'era chi veniva lasciato sul portone di casa come un sacco dell'immondizia.
Se i nostri genitori si sono accorti mai di niente, vi chiederete? Io credo di sì, e il sospetto mi è venuto in mente quando una mattina ,lasciando l'amica a casa in condizioni simili a quelle di Lindsay Lohan davanti al commissariato, il padre ha aperto la finestra urlandole di fare poco chiasso e rientrare.
Certo di notte leoni e la mattina... Ma invece il nostro fisico era in grado di darci grandi soddisfazioni, riuscivamo comunque a goderci la giornata di mare (a volte addirittura dalla mattina) e alla sera eravamo già in pista per un'altra serata, e un'altra e un'altra.
Adesso ci vogliono la bellezza di ventiquattr'ore per smaltire l'alcool bevuto la sera precedente, e senza necessariamente essere ubriachi. E se per caso la sera successiva hai degli impegni, cerchi di recuperare anche l'ultima mezz'ora di sonno prima di uscire come fossi un uomo assettato nel deserto con l'ultimo bicchiere di acqua.
Perlomeno abbiamo capito, senza dovercelo dire, che non abbiamo più le forze per affrontare quindici o trenta chilometri di auto e quindi ci arrangiamo in bici. Anche per evitare i famigerati controlli.
Tutto sommato, siamo ancora dei bravi ragazzi.
sabato 10 agosto 2013
Una bella rimpatriata...
Ieri sera la mia compagnia ha avuto modo di ritrovarsi nella sua quasi totalità a distanza di non so quanti anni.
L'occasione è stata l'inaugurazione del ristorante di uno degli amici di quella compagnia, che aveva come punto di ritrovo un campetto davanti alle scuole elementari del quartiere.
E' stato bello vedere tutte quelle ragazze con le quali condividevi discoteche, sigarette, sbornie, ecc. essere diventate tutte delle ottimi mogli o delle ottime madri. E cosa ancor più piacevole è stato vedere che ad oggi sono ancora delle belle spugne tutte quante.
Scherzi a parte, mi riempe sempre il cuore vedere quanto siamo stati uniti e quanto ancora oggi, sebbene le strade ci abbiano portato su strade diverse, ogni volta che ci ritroviamo abbiamo veramente la gioia di stare insieme.
Come se non fosse passato nemmeno un giorno.
Tutto questo un pò mi spaventa, sono sincero. Perché mi viene da pensare che non so se tutto questo me lo merito davvero, tutta questa amicizia e tutto questo amore. Non so nemmeno cosa dire e cosa fare per poter esprimere tutta la gratitudine che provo in questi momenti in cui mi sembra veramente di toccare il cielo con un dito, forse anche per i bicchieri.
Grazie di cuore, amici.
venerdì 9 agosto 2013
Eventi mondani
Cari i miei lettori, la mondanità è approdata anche nella nostra ridente cittadina. Ebbene sì. Ma piuttosto che attraccare in porto in modo volgare e sfrontato con yacht e barche a vela e magari un carico di marinai e ragazze di facili costumi, ha scelto la via più modesta e defilata dell'autolettiga del Cottolengo.
Vi spiego meglio. Ogni anno la nostra città raggiunge il suo massimo splendore nelle due settimane centrale di agosto. Per celebrare il suo compositore più illustre, viene organizzato un festival che attrae un folto gruppo di melomani provenienti da ogni parte del mondo. E come spesso accade in queste occasioni dopo le varie prove generali, le prime e via dicendo, le signore benestanti della città hanno piacere di invitare amici, ospiti e cantanti nelle loro magioni per disquisire sulla bravura degli interpreti, del direttore d'orchestra, del regista, ecc.
Ieri sera, quindi, dopo la prova generale ci siamo recati presso la villa di una di queste signore amanti della lirica. In verità, io alla prova generale non c'ero andato. Ad essere sinceri, ero un po spaventato all'idea di dover assistere a cinque ore di opera. Sebbene la conoscessi (per modo di dire).
La villa si trova nel parco naturale della città, quindi vi lascio immaginare il verde e la bellezza naturale che l'avvolgono. Salendo dal viale d'ingresso siamo giunti al parco adiacente alla casa dov'era stato allestito un piccolo cocktail di benvenuto.
All'ingresso siamo stati accolti da un simpatico nonnino, il padrone di casa, che elargiva "ombrette" di vino e la cosa mi ha messo subito a mio agio. Mi ricordava un oste di un "bacaro" veneziano.
Appena entrato ho notato subito un'attrice di tempi lontani, che mi ricordava le calde sere d'estate quando mia madre rimaneva in piedi fino a tardi per vedere programmi come "Quelli della notte". Sebbene il viso fosse rilassato e luminoso, e forse anche un pò tirato come una pellicola, le sue mani tradivano inesorabilmente la sua età anagrafica. Oltre a lei, tra le ospiti a me più note, la giornalista esperta di moda. Che poi per il modo di vestire che hanno sembrano più le testimonial di uno spot per una catena di supermercati che delle luminari del fashion.
E intanto che intorno a me sentivo la presenza della nera signora volteggiare sulle nostre teste, visto l'età media degli invitati, cercavo di immaginare che prima o poi sarebbero arrivati i pezzi forti della serata. Affascinanti uomini anziani accompagnati da aitanti giovanotti pronti a tuffarsi in piscina, visto il caldo della serata. So che la mia immaginazione è troppo "viscontiana" ma tutto mi sarei aspettato tranne vedere il classico cliché della giovane coppia omosessuale con in braccio la loro creatura. Una sorta di pincher coccolata e vezzeggiata come appunto fosse la bambina che da tanto tempo aspettavano. Sia ben chiaro, anch'io adoro gli animali, quelli vivi e soprattutto quelli appesi dentro l'armadio, e amo giocare con i cani all'aria aperta. Ma non credo a un rapporto paritario. Insomma, per farvela breve nel giro di quindici minuti ci sedemmo a tavola e il reparto geriatrico era al completo. E buonanotte alle mie fantasie, e anche a qualcuno degli invitati che Morfeo, almeno spero, aveva già portato via con sé.
Appena seduti a tavola parte il tour dei complimenti al primo cantante, doverosi non c'è che dire. Ma a volte senti di quei complimenti che se fossi io a riceverli veramente farei fatica a capire se sono piaciuto oppure no.
"Ogni volta che cantavi mi veniva da piangere!!!" capisco le sue migliori intenzioni signora ma ci sono altri termini per esprimersi. "Ma per la commozione, è ovvio!" sì, quella cerebrale!
E ancor più interessante è notare il circo di certi invitati che farebbero di tutto pur di entrare in modo esclusivo e privilegiato nelle grazie dei loro amici famosi, attraverso anche lo sputtanamento più basso e immorale a discapito degli altri amici. Quasi come fosse un concorso di bellezza. Snocciolando a tavola anedotti noiosi, cercando di dimostrarsi divertenti ironizzando sugli altri e cercando di apparire sempre sorpresi e divertiti anche per una scoreggia. Purché
venga dal culo giusto.
Per fortuna a rallegrare la serata ci ha pensato la padrona di casa. Una simpatica ottantenne elegantemente vestita che ha esordito raccontandoci un episodio di quando era in stato interessante ed aveva maggiorato le sue forme. Durante un veglione di capodanno, la sorella, preoccupata che ciò potesse essere causa di disinteresse da parte degli ospiti maschili, la riprese affinché cercasse di stare più attenta alla propria alimentazione. Ebbene, lei si preoccupò di risultare ancora piacente e fece la cosa più semplice che potesse fare, si tagliò il vestito per mettere in mostra il seno pieno e turgido che la montata lattea le aveva regalato.
"E quindi, con tutto quel seno con la montata lattea, gli uomini non potevano fare a meno di non notarmi!"
"E di chiederle un cappuccino!" ecco qua il simpaticone, un'altra buona occasione persa per tener chiusa la bocca. Per fortuna fummo in pochi a farci caso, o forse in molti fecero finta di niente.
La serata proseguì con grande goliardia, a quel punto la padrona di casa era lanciata. E cominciò una guerra a suon di barzellette tra lei e uno degli interpreti spagnoli. Non è questo il momento per raccontarvele, altrimenti finirei stasera.
Ma devo dire che sebbene ne sono uscito da questa serata con l'ormone rilassato, in compenso lo spirito era molto rinfrancato.
Ah proposito, credo che la Nera Signora ha rimesso la falce nel fodero e se ne sia andata prima di noi. In effetti c'era troppa vita.

giovedì 8 agosto 2013
Sushi e Champagne
Bene per essere giovedì mattina devo dire che non è andata male. La degustazione di champagne mi ha lasciato la testa abbastanza leggera, e considerando che stasera ci sarà un'altra festa, venerdì l'inaugurazione del ristorante di alcuni amici e domenica l'aperitivo in terrazza da amici, direi che se arrivo a lunedì mattina avendo bevuto un litro d'acqua in tutto sono un gran salutista.
A dir la verità avrei una montagna di cose da fare, ma oggi faccio veramente fatica e mi stò gigioneggiando tra il divano e il computer. In cerca di un poco d'ispirazione. Per prima cosa dovrei dare una bella sistemata a casa e fare ordine, in modo che così mi riordino anche le idee. Poi dovrei lavorare, fare un pò di ricerca ed organizzarmi un appuntamento.
Con 'sti caldi...
Penso che oggi rifletterò su come trascinarmi fino a fine serata.
martedì 6 agosto 2013
E adesso, che faccio?
Quando si dice: si chiude una porta e si apre un portone. Direi che è vero. Come ben sapete, stò cercando di cambiare lavoro. In parte mi è stato anche imposto e a dirla tutta non è stato un bel periodo perché, ho dovuto sorbirmi le paranoie di qualcuno che si sentiva minacciato da me. Quindi ho cominciato a riflettere su cosa avrei voluto fare da grande.
1°)Il libero professionista, seguendo consulenze per i clienti.
2°)Aprirmi un negozietto.
3°)Proposta arrivata ieri, tornare a fare il dipendente ma per un'azienda leader nel settore dell'abbigliamento da bambino.
Per poter scegliere dovrei cercare di capire come mi vorrei vedere di qui a un anno e la cosa non è affatto semplice.
Certo un lavoro a tempo indeterminato offre numerevoli vantaggi tra cui, una paga sicura e la possibilità di viaggiare per fiere e ricerca in continuo, ma un lavoro mio offre l'indipendenza più totale anche se dovrei essere responsabile di me stesso al 100%.
Da qui in avanti, per i prossimi quindici giorni, dovrò rifletterci bene.
Si accettano suggerimenti.
La cenetta tra amici del lunedì sera...
Cari amici,
ultimamente, con l'arrivo della bella stagione, abbiamo io ed altri pochi intimi abbiamo trovato il modo di iniziare la settimana con quella che definirei "La cena dei campioni". La ragione è semplice, avere l'occasione di ritrovarsi per farsi quattro chiacchere e quattro risate (soprattutto). Ma sembra quasi sia anche il modo di evadere dallo stress della settimana che è appena iniziata. So cosa pensate, "ma non ti basta il fine settimana?". Ma un conto è andare fuori a cena, un conto è cucinare a casa. E anche bere.
Siamo molto attenti nel bere, di certo non beviamo il vino in cartone. Partiamo sempre da una determinata gradazione, per poi salire e a volte avventurarci anche nei rossi. E alla fine per farla breve, quando la cambusa è bella che svuotata, trangugiamo anche la birra. Insomma, finita la cena, il ritorno a casa, cadaveri permettendo, è sempre un'impresa.
Per fortuna che abitiamo tutti abbastanza vicini, a volte proprio questione di metri. Eppure a volte anche quei metri diventano chilometri e si finisce per addormentarsi o nella stanza degli ospiti, quando va bene, o direttamente in terrazza per poi svegliarsi alle prime luci dell'alba. Di sei ieri, ne abbiamo persi due. Persi in senso metaforico s'intende. E per avere una media di poco più di trentotto anni direi che non è male. Quindi, mi domando, e so che non sono il solo? Visto che il giorno dopo si lavora, sarà mica il caso di spostarle queste cenette di evasione?
lunedì 5 agosto 2013
Tormento
Avete presente quella sensazione che vi prende quando sapete che dovete fare qualcosa per la vostra vita di veramente importante, ma subito venite assaliti da una marea di dubbi e preoccupazioni? Ecco, questa è la situazione che stò vivendo in questo preciso momento.
Mi rendo conto di essere giunto ad un capolinea, allo stesso tempo tutte le cose che ci sono da mettere a punto per realizzare la mia opportunità mi fanno quasi desistere dal volerlo fare.
Forse devo tenere bene a mente che poi quando scelgo la strada più facile, prima o poi finisco per pentirmene.
In inglese si dice "No Pain, No Gain". Se non lotti non vinci. E non si tratta di lottare contro gli altri, ma contro me stesso e contro le mie resistenze. Decisamente devo darmi una mossa, perché il tempo è tiranno e non voglio più trovarmi tra un anno nella medesima situazione.
Quindi, ora mi faccio una bella doccia e torno ad essere operativo.
Buon lunedì mattina e buone ferie per chi le ha iniziate.
domenica 4 agosto 2013
Il mattino ha l'oro in bocca...
Scriveva Jack Torrence in "SHINING" ed io infatti mi sento veramente come se avessi l'oro in bocca. Ho un sapore metallico in bocca manco avessi mangiato la carrozzeria di una vecchia Duna usata. E per fortuna che ho la funzione "controllo ortografia" attivata, altrimenti il post di oggi potrebbe sembrare scritto con il mio piede sinistro.
Credo però che tutto sia degenerato dopo la moretta. Sapete cos'è la moretta? Beh, per quanti di voi non residenti delle mie parti ve la spiego.
La Moretta fanese è un caffè corretto originario della città di Fano (PU) ma ormai diffuso anche nelle zone e città limitrofe. È forte e dolce, e solitamente si beve come digestivo dopo i pasti o come un energetico pomeridiano.
La correzione è una miscela di anice, rum e brandy, variabile a seconda delle ricette personali, ma approssimativamente in parti uguali. Una variante utilizza il cognac al posto del brandy. Utilizzando l'erogatore di vapore della macchina del caffè, si scaldano direttamente nel tradizionale bicchierino di vetro, tre cucchiaini di liquore con due cucchiaini di zucchero e una scorzetta di limone, fino a che lo zucchero non sarà completamente sciolto, dopodiché si aggiunge il caffè espresso bollente, tenendo il bicchierino leggermente inclinato in modo da evitare che i due liquidi si mescolino tra loro. Passaggio molto importante, perché una vera Moretta si contraddistingue per i suoi tre tipici strati (partendo dal basso): liquore, caffè e cremina del caffè.
In mancanza di una macchina da espresso può essere preparata anche con il caffè della moka e scaldando sui fornelli gli altri ingredienti.
La moretta ebbe origine tra i marinai e pescatori del porto di Fano, che prendevano bevande corrette e molto calde per scaldarsi e rinvigorirsi prima di "andare in mare". In tempi passati la povertà portava ad evitare gli sprechi, perciò i rimasugli di liquori avanzati venivano raccolti insieme; da questi nacque in seguito la "Moretta".
"Grazie Wikipedia"
A più tardi...

sabato 3 agosto 2013
Onorare gli impegni
Se vuoi qualcosa, devi farla. O almeno provarci con tutte le tue forze e soprattutto bisogno sempre cercare di mantenere gli impegni, in particolar modo quelli che hai preso con te stesso. Di conseguenza non posso più assolutamente esimermi dal scrivere quotidianamente e per prima cosa devo decidere anche quale sia il momento migliore per scrivere. Sono stato combattuto (parolone!!!) per due giorni per capire se il momento migliore fosse la sera o la mattina. Senz'altro di sera ho la testa piena di ciò che mi è successo e che aspetta solo di essere svuotata, il problema è che di sera la testa a volte può anche essere piena di ebbrezza. E scrivere in quelle condizioni è difficile per me e sarebbe incomprensibile per voi. Quindi alla fine ho deciso che il momento migliore per scrivere è la mattina, per la precisione dopo aver dato il buongiorno al nuovo mondo e al water.
Magari i ricordi dell'eventuale serata precedente potrebbero essere un pò appannati, ma poi la nebbia si alza e si vede il sole.
giovedì 1 agosto 2013
Sono un ragazzo fortunato
Non perché mi abbiano regalato un sogno, come cantava Jovanotti. Ma perché ho la possibilità di fare non uno ma ben due aperitivi in spiaggia di giovedì sera. Quanti di voi possono avere la fortuna di andare la mare alle cinque e mezza del pomeriggio, trovare parcheggio, farsi baciare dal sole, farsi una birra media accompagnata da succulenti paninetti con tonno affumicato, totano e gamberetti in salsa rosa per poi godersi due americani in riva al mare pasteggiando con del vitel tonnè fresco fresco.
E tutto questo di giovedì sera. Quale preludio migliore al fine settimana. Per non parlare della compagnia. Dapprima i miei amici di infante memoria e poi la mia amica di Smart munita. Al calar del sole si è poi aggiunta la mia primissima amica nonché vicina di casa, colei che al mondo delle Barbie mi aveva introdotto, con il suo adorabile bambino di tre anni e mezza. Chiudono il gruppo l'amica dai tratti ispanici, nota per la sua schiettezza e franchezza, e il suo affascinante fidanzato brizzolato, atletico e ciò che più conta sempre sorridente e simpatico.
A parte questo abbiamo toccato anche argomenti abbastanza intensi, come la malattia di una madre che è sempre stata vigorosa e piena di forze e che ancora oggi, nei momenti più difficile, riesce a riprendere la figlia perché non è una brava massaia.
Ci sta tutto nella condivisione tra amici, anche l'essere preso in giro per le dottrine spirituali che mi accingo a studiare e i corsi di affermazione personale via Skype. Ma questa è la vita, ed è troppo bella persino per poterla descrivere a parole o in un quadro. La sua bellezza la si può capire solo negli occhi di chi abbiamo di fronte.
Ciliegina della serata? La stella cadente.
Buonanotte...
mercoledì 31 luglio 2013
La prima volta al CoCo...
Estate, correva l'anno 1994 e Riccione era l'acropoli del divertimento. Ancora non avevo la macchina, avrei preso da lì a due mesi e appena tre mesi prima avevo iniziato ad andare a ballare di sera. E poi, finalmente, ci organizzammo per la serata più esaltante della nostra gioventù. Almeno fino a quel momento. Andare al Cocoricò rappresentava il non plus-ultra del divertimento. In televisione c'erano programmi come Match Music che facevano vedere le serate nelle varie discoteche d'Italia, e il Coco era quella che organizzava le serate più emozionanti. Perché? In primis perché c'era il Principe Maurice che curava l'animazione del locale.
Ve lo ricordate il Principe Maurice, un autentico nobile (forse decaduto) completamente rasato, truccato magnificamente da scena ogni serata e con due incredibili lenti a contatto bianche che ti traghettavano in questo paradiso di musica, luci, sesso e ...
Oltre al Principe Maurice, la Tecla. Una delle prime magnifiche trans, il quinto pilastro sotto la piramide di vetro del Cocoricò.
E poi la gente che frequentava il locale, Dean e Dan Caten (vi dice niente Dsquared?), Jeanpaul Gaultier, Marc Jacobs, ecc.
E le mises dei gemellini canadesi erano molto meglio di quelle delle blubelle del Lidò di Parigi. Immaginatevi quindi il coacervo di gente, di glamour, di musica che c'era lì dentro e immaginatevi le aspettative che avevamo noi ragazzi che stavamo per andarci. Le aspettative non erano tanto sul locale, quanto su noi stessi. Se saremo stati all'altezza. Sapevamo che c'era una selezione all'ingresso, la discoteca aveva una capienza di 5000 persone ma la gente che si presentava era molta, molta di più. Io pensai che non potevo perdere l'occasione di non poter entrare perché troppo tamarro o troppo anonimo, e quindi optai per il seguente look.
Un topo di lamé a collo alto, smanicato col oro. Un paio di pantaloncini aderenti di Dolce & Gabbana con una fantasia camouflage sui toni del giallo, e degli anfibi color cuoio alti fino al ginocchio. Ero fantastico! Certo, non avevo attraversato la festa dell'unità che si teneva nel campetto dove ci incontravamo vestito in quel modo. Altrimenti avrei lasciato dietro a me una scia di cuori infranti, o forse sarebbe meglio dire infartati visto l'età media degli habitué alle feste dell'unità. Quindi arrivai all'appuntamento con i miei amici con la classica tuta dell'Arena. Ma poi arrivato nel parcheggio del Cocoricò mi spogliai e non ebbi problemi a passare la selezione all'ingresso.
Che emozione!!! Appena varcata la soglia, il Principe Maurice ti dava il benvenuto stravaccato su un trono di velluto rosso ed oro. Accanto a lui due go-go boys che toglievano il fiato. E poi ci si infilava nel corridoio a sinistra per arrivare sotto la grande piramide di vetro. All'epoca la scenografia era Lawrence d'Arabia, in pratica c'era una grandissima maschera di cartapesta che raffigurava appunto Lawrence d'Arabia e che sovrastava la consolle dei djs e tappeti persiani ovunque. E sotto la consolle, loro: i Datura. Ricci dj e Cirillo. La base delle colonne agli angoli della piramide erano delle casse, delle casse alte quasi un metro e trenta. Non essendoci tanto posto in pista per ballare, ci fermammo proprio davanti alle casse. La musica era così bella e coinvolgente che non smettevo più di ballare. Ma ci pensarono i bassi delle casse a farmi fermare, quando si dice che la musica la senti dentro. Sentivo i bassi appunto dentro al mio stomaco e non ci misi molto prima di riproporre tutta la cena sul pavimento bianco e nero come un impasticcato qualunque. A quel punto decisi di spostarmi e fare un giro nei privé. Il primo era un giardino all'aperto con la sabbia ovunque, tipo ciringuito. E poi c'era il Morphine, dove riponevi le scarpe in un armadietto per camminare in un paio di stanze completamente bianche con un'illuminazione a ultravioletti. La musica era ipnotica, ma io non ero né sotto l'effetto di alcool e nemmeno di droghe e quindi mi spostai verso il Privé. Quello più esclusivo: il Titilla. Lì la selezione era veramente ferrea, ma non ebbi problemi a passare e fu lì che vidi RuPaul che faceva il suo spettacolo. Fu davvero emozionante. La gente, la musica, i colori, le luci. Ricordo ancora tutto di quella serata, anche com'erano vestite le mie amiche e soprattutto ringrazio di poter essere qui a raccontarlo.
Una settimana in Coco chiuse, per droga. Ma durò poco, giusto un paio di settimane. Normale routine.
Buonanotte...
martedì 30 luglio 2013
L'invidia è una brutta bestia!
Cosa fareste se faceste un 6 al superenalotto? Partireste per un viaggio verso una località sconosciuta facendo sparire ogni traccia di voi, oppure continuereste a far la stessa vita tutti i giorni per paura che gli altri notino in voi qualche cambiamento dato dalla nuova agiatezza economica? Io, francamente, prima farei della beneficenza e forse una mezza idea ce l'avrei anche. Poi dopo aver aiutato i miei familiari più prossimi e gli amici, pagherei una bella vacanza di gruppo. E non accetterei un no come risposta.
Dico questo perché alcune delle persone a me vicine continuerebbero a mantenere un profilo basso. Non tanto perché fa parte del loro carattere, quanto piuttosto perché temono di attirare a se le invidie della gente. Ma la gente stupida, e a questo mondo c'è ne di gente stupida, avrà sempre un motivo per giudicarci ed invidiarci e la cosa che non sanno e che è tutto a loro svantaggio. Giudicare ed invidiare gli altri, soprattutto senza conoscerli, sono forse i peccati peggiori di questa società. Soprattutto in questa nuova epoca dove persino il Papa ha ammesso "chi sono io per giudicare". Quindi cari amici, godetevi la vostra ricchezza nel miglior modo che credete perché non saranno i commenti maligni che vi giungeranno alle orecchie ad influenzare l'andamento della vostra vita, ma solo l'importanza che darete ad essi.
domenica 28 luglio 2013
Considerazioni
Stavo pensando, vedendo quanti sono i problemi dei quali veniamo a conoscenza ogni giorno, se c'è qualcuno oltre me che cerca di capire per quale ragione siamo venuti al mondo. Io non credo che siamo destinati a passare il resto dei nostri giorni pensando solamente domani è un altro giorno, nel caso in cui la giornata sia andata male, o peggio esclamando: "Oh mio dio, domani è ancora un altro giorno!" nel caso in cui ci prepariamo negativamente ad affrontare una nuova giornata.
Ho letto una cosa bella che mi ha fatto vedere le cose secondo un'altra angolazione. L'antidoto al morso velenoso di un serpente sta nel veleno stesso, così anche ciò che ci fortifica sta nelle situazioni più difficili che dobbiamo affrontare.
Buonanotte a tutti.
venerdì 26 luglio 2013
Caronte
L'infernale anticiclone africano è arrivato anche da noi. E francamente per me che non amo particolarmente quando la temperatura supera i 38°, è stato come entrare in un coffee shop di Amsterdam nell'area fumatori. Una botta, che non ho nemmeno la forza di descrivere. Praticamente sono due giorni che gigioneggio spostandomi dal letto al divano, dal divano al letto, in cerca anche solo di un alito di vento. Se poi l'alito fosse profumato alla menta piperita almeno rinfrescherebbe un pochino, invece di ricevere lo sfiato di un maratoneta alla fine di una corsa. A niente serve riporre gli asciugamani nel frigorifero per tirarli fuori dopo 10 minuti, la sensazione di sollievo ha la durata di un'eiaculazione precoce. Poi subentra amaramente il senso di delusione. Sento che le forze mi stanno abbandonando e tutto quello che dovevo fare in questi due giorni si è accumulato nel lavoro che dovrò fare domani mattina, se ne avrò le forze. Ora con quel poco che mi rimane vado a caricare un'altra lavatrice, se potessi mi fionderei io nella lavatrice. Ciclo a freddo!!!
giovedì 25 luglio 2013
Scusate il ritardo, impegni familiari.
Innanzitutto un doveroso grazie. Ho superato le 1000 visualizzazioni, spero veramente che ciò sia per me un incentivo a scrivere tutti i giorni e ricevere sempre più i vostri commenti. Diciamo che ultimamente la vena creativa era stata ostruita dalle preoccupazioni derivanti dal lavoro, preoccupazioni dissipate in quanto ora un lavoro non ce l'ho. O meglio per fortuna non ho più il vecchio lavoro, ma mi si stanno aprendo nuovi orizzonti alquanto eccitanti. Ora sono ad una scelta, continuare ad investire il mio tempo come lavoratore dipendente nella speranza che prima o poi possa trovare un titolare che creda nelle mie potenzialità e farmi crescere di posizione o crearmi io già da adesso quella posizione a cui ambisco e che sono sicuro di avere tutte le capacità per ricoprirla? Si accettano consigli, ma già vi dico che io sono molto proiettato per la seconda.
Dopo questo breve cappello volevo raccontarvi un pochino di più della mia famiglia. Non quella più stretta composta da papà, sorella, cognato e nipoti ma la mia famiglia in senso più ampio. Mio padre é il decimo di undici fratelli e mia madre era la quinta di sette. Non preoccupatevi non starò certo a raccontarvi di loro uno per uno e dei figli che hanno avuto, altrimenti più che un blog verrebbe fuori l'antico testamento. Ma solo di alcuni anedotti che li riguardano.
Cominciamo dalla zia Tamara (nome di fantasia ovviamente). Lei era la terza della famiglia di mia madre, la prima femmina. Nota nel piccolo paese veneto da dove provengono per la sua bellezza e per la sua imbranataggine. Far parte di una famiglia di contadini nell'immediato dopoguerra significava nella maggior parte dei casi essere terribilmente poveri, e i figli per la maggior parte del tempo erano impegnati a rubare tutto ciò che era commestibile dalle proprietà dei grandi signori. Mio nonno sapeva di poter contare su 4 dei suoi figli, tra cui mia madre, che erano veloci come la polvere. Ma di certo non mia zia, lei era quella che solitamente passava le notti in cima all'albero perché sotto l'aspettava il fattore con il forcone e poi passata la notte le prendeva da mia nonno perché si era fatta beccare.
Quando veniva a trovarci al mare era in grado di lasciarsi cullare dalle onde stando comodamente sdraiata nel suo materassino gonfiabile fino ad addormentarsi. Per poi venir ripescata in mare aperto da due sommozzatori. Ah dimenticavo, mia zia non sa nuotare.
Per farvi capire il suo carattere. Mia zia era sposato con mio zio Steno (anche qui fantasia)un uomo fatto a modo suo, ma io me lo ricordo dolce e pieno di interessi. A mio zio piaceva fumare e anche farsi qualche bicchierino in compagnia, non certo un toccasana per la sua cardiopatia. Mia zia non faceva altro che ripeterglielo: "Attento Steno che te stciopi!" ma mio zio non le dava retta e continuava con le sue abitudini e una volta rientrando a casa lo trovò riverso sul pavimento, infarto.
"Te l'avevo detto che te seria stciupà!" gli disse. Ma il trauma del lutto fu presto superato, a tavor e whisky. Un autentico toccasana a detta di lei, che lo consigliò anche a mio padre quando perse mia madre. Per fortuna mio padre decise di superare il dolore secondo la sua coscienza.
Rimasta vedova a 70 anni decise che per lei era giunto il momento di vivere a pieno la pensione e si organizzò con l'agenzia viaggi sotto casa per andare a conoscere il mondo. Prima tappa, New York!!! Viaggio in comitiva con arzilli anzianotti alla scoperta del Nuovo Mondo.
"Mi raccomando appena scendiamo dall'aereo cercate di rimanere in gruppo!" ma le mille luci della città rapirono l'attenzione di mia zia che non fece in tempo a entrare al JFK Airport che già era rimasta senza gruppo. Ma mia zia é una tenace che non si perde d'animo, s'infilò in un taxy e si fece portare a New York senza parlare una parola d'inglese e soprattutto ricordando a malapena il nome dell'albergo.
Nel frattempo tutto l'aereoporto era stato allertato ed anche mio cugino in Italia, forse la nuora sperava in cuor suo di non doverla mai più rivedere e invece, dopo sette ore, giunse la telefonata transoceanica di mia zia che stava bene e che aveva trovato anche l'albergo.
Lo spavento venne presto superato e il suo secondo viaggio fu in Cina.
Di recente l'ho rivista al matrimonio di mia cugina, 83 anni portati con disinvoltura. Abbiamo ballato insieme, naturalmente infamandomi perché a suo dire non sono in grado, e ci ha raccontato che stà per organizzarsi un altro viaggetto o forse vuole comprarsi un cavallo.
"Per farti dar due colpi?" le chiesi, "No per quello basterebbe un pony" mia zia Wilma.
domenica 14 luglio 2013
Chiarezza, decisione e azione
Queste sono tre semplici paroline che d'ora in avanti voglio stamparmi bene sulla mia mente. Visto che, come tanti di voi, navigo in un mare fatto d'incertezza, indecisioni e paure, ora non voglio più che sia così. Devo assumere un atteggiamento proattivo. Ad esempio, come si fà a sapere se una persona che ci fà stare bene è il candidato ideale per una relazione? Lo si frequenta. Tra di voi c'è qualcuno che sa a cosa mi riferisco. A costo magari di poter sembrare egoisti se abbiamo un dubbio dobbiamo trasformarlo in certezza, una volta che abbiamo quella certezza possiamo andare avanti più leggeri. Magari sapendo che quella persona, o infatuazione, non faceva al caso nostro. Pazienza se poi verremmo giudicati in malo modo, non abbiamo obbligato nessuno a frequentarci. Perché abbiamo sempre una scelta, anche quando sembra che non c'è. Possiamo scegliere di vivere pienamente il momento presente, oppure pensare a che cosa ci riserva il domani sperando che sia migliore. Io francamente voglio vivere il presente, e per far questo voglio rispettare giornalmente tutti gli impegni che da qui in avanti prenderò con me stesso.
Speriamo di riuscirci. Buona domenica sera a tutti.
giovedì 11 luglio 2013
Una voce poco fà (seconda parte)
Ma la prima volta che andammo a ballare di sera fu veramente entusiasmante. Cominciai ad organizzarla dal lunedì, ero così eccitato.
Una mia amica era fidanzata con un ragazzo di vent'anni, tre più di noi e aveva una BMW 316. Prima cosa, dirlo a mia madre.
Prima risposta di mia madre: NO!. Meno male che ho il vantaggio di avere una sorella più grande di me di ben 12 anni. Quando sentì pronunciare quel secco NO seguito da parole del tipo: "tua sorella aveva vent'anni la prima volta che andò a ballare!", lei accorse in mia difesa con un laconico: "APPUNTO! Almeno a lui fallo divertire prima, tanto i tempi sono cambiati." Mio padre era tutto orgoglioso e mi diede il suo benestare e soprattutto i suoi soldi. Quanto alle mie amiche, una ottenne il permesso e le altre finsero con i genitori di andare a dormire dall'amica che aveva ottenuto il permesso.
Finalmente il grande giorno: sabato! E come nei sogni più belli mi alzai dal letto felice di andare a scuola, ma con 38 di febbre.
"Accidenti e ora che faccio?" mi chiesi. Se l'avessi detto a mia madre lei mi avrebbe immobilizzato di tachipirine a letto e la mia serata sarebbe saltata, quindi feci finta di niente per tutto il santo giorno. Addirittura presi anche l'autobus per fare il solito girettino pomeridiano in centro.
E dopo cena iniziarono i preparativi, vorrei non raccontarvi del mio look ma lo farò per dover di cronaca. Maglietta di cotone a costine Levi's (stile corsa all'oro nel Klondike), salopet di jeans, anfibio e coppola bianca indossata al contrario. Delle mie amiche mi basta citarne una: gonna portafoglio grigia con angoli smussati, dolcevita nero e ballerine di vernice. Un autentico sogno erotico!
Io ero su di giri, era la prima volta che andavo a Riccione in una vera discoteca, al tavolo a bordo pista del padre di un ragazzo del nostro quartiere, e quello che vidi mi piacque tantissimo. Ballerini statuari che si dimenavano armoniosamente con ragazze bellissime, alcune erano anche ragazzi o vie di mezzo ma il fatto che la loro bellezza e promiscuità era unica e magnetica per me. La gente si divertiva, magari a volte eccedeva, ma vi era uno spirito di goliardia che ancora oggi ricordo. E la mia febbre era già a 39 gradi.
Feci di tutto per farla scendere, ma visto che non c'era modo che scendesse decisi di bermi una birra. Avevo appena appoggiato le labbra alla lattina quando improvvisamente un gigantesco occhio, parte della scenografia del locale, mi piombò in testa. Facendo sì che i miei incisivi rimasero incisi, appunto, sulla lattina.
Il giorno dopo, quando mia madre venne a svegliarmi mi chiesi se mi ero divertito. Io le risposi di sì ma che avevo preso la febbre, e lei aggiunse: "la febbre l'avevi già da ieri, ma ti ho visto talmente entusiasta del fatto che andavi a ballare che non ho voluto rovinarti la festa". Grande!!!
Da lì in avanti, fu tutto un ballare e soprattutto un rimediare agli errori di stile che fino ad allora avevo compiuto. Ma per fortuna stava arrivando la seconda metà degli anni '90, e allora non ce ne fu più per nessuno.
martedì 9 luglio 2013
Una voce poco fa' (prima parte)
Qualcuno mi ha detto che preferisce ch'io parli della mia vita privata, piuttosto che concentrarmi sui grandi temi dell'universo. Quindi volevo raccontarvi della mia prima serata in discoteca. Forse perche' non ho mai smesso di ballare da allora, anzi a dirla tutta gia' da prima. In effetti io e i miei amici scoprimmo la discoteca verso i 14 anni. Prima le domeniche le passavamo all'oratorio, una parola che non e' che susciti troppo divertimento, ma per noi era un momento di ritrovo. E poi, un giorno, come Caronte, la circolare destra passo' a prenderci davanti alla vecchia scuola. Eravamo un po' tutti timorosi di sapere chi e che cosa avremmo trovato e soprattutto non avevamo la benche' minima idea di come dovessimo vestirci. Ma all'epoca non c'era da preoccuparsi nel fare brutte figure. Tanto i ragazzi erano tutti chi piu' chi meno con il bomber, o il Barbour. Quel fantastico cappotto al grasso di foca, che anche se ci passavi una manata di strutto era brutto uguale ma sicuramente puzzava di meno. Jeans, Uniform o Levis 501, cintura El Charro e scarpe Cult o Dottor Marten's. Le femmine piu' o meno ologate allo stesso modo, ma cambiavano le firme: Henry Lloyd, Naj Oleari, Best Company e l'immancabile foulardino al collo di Daks. Potevamo anche essere vestiti discretamente se la moda non avesse imposto di portare tutto due taglie in piu' rispetto a quella reale. Ancora oggi ho un Bomber taglia 54, e io non ho mai portato la taglia 54. Ma c'erano due capi che dominavano su tutto il guardaroba: i maglioni jacquard norvegesi e le tute in acetato. Ancora oggi abbastanza apprezzabili. E non dimentichiamo i barattoli di lacca Cielo Alto, prima responsabile del buco dell'ozono. Che piu' che Cielo Alto avrebbe dovuto chiamarsi Ciuffo Alto. Una volta il padre di una mia amica e' rimasto appiccicato con la mano sulla porta del bagno.
Armati di tutto punto partimmo per la volta dell'entroterra, direzione l'unica discoteca della zona. Immaginatevi un posto dove poter ballare senza che i genitori ti aspettino aldifuori del locale e quindi l'incredibile sensazione di sentirsi liberi. Ed anche se all'epoca non penso fosse legale, ma era gustoso sentirsi gia' grandi per bere e di fumare. Avevamo una voglia matta di crescere, tornassi indietro cercherei veramente di godermi ogni singolo momento. Quando rientravamo a casa, mezzi ubriachi, correvamo a casa e poi dritti a letto per non farci sentire dai genitori che l'alito puzzava di quasi quanto i peggior bar di Caracas.
Ma nonostante questo, il fatto di aver vissuto presto l'ambiente delle discoteche ci ha dato una sorta di autocontrollo. Divertirsi si', ma senza necessariamente distruggersi. Almeno non tutti insieme, a meno che non si andava in giro con un pullmino...
giovedì 4 luglio 2013
A volte una delusione e' meglio di niente
Citazione da "Molto forte incredibilmente vicino". Forse e' vero, tutto sommato troppo spesso passiamo le nostre giornate nella noia piu' totale, senza renderci mai veramente conto di come il tempo trascorra inesorabile. Un'ansia mi pervade al solo pensiero che la mia vita possa trascorrere nella piu' totale apatia. Ma a volte siamo talmente assueffatti dalla quotidianeita' che preferiamo alzarci con lo stomaco chiuso, trascorrere le nostre ore come fossimo ai lavori forzati aspettando la clemenza del capo o un suo generoso complimento per aver compiuto il nostro dovere.
Francamente per me e' arrivato il momento di farmeli da solo i complimenti, e non dover piu' stare in attesa di una ricompensa come un cagnolino scodinzolante. Ed e' per questo che anche se al momento non c'e' niente di concreto all'orizzonte, io vivo e torno a vivere nella piu' totale serenita'. Aspetto con fede quello che arrivera', non ho voglia di nuotare controcorrente. Voglio lasciarmi cullare dal flusso del fiume e aspettare fino al momento in cui mi faccia arrivare in qualche ansa riposante dove alzando lo sguardo possa scorgere un verde prato fiorito.
Buonanotte
martedì 2 luglio 2013
La cattiveria, paga?
Io penso che non esista un preciso momento della propria vita nella quale puoi farti dei veri amici, ogni tappa della propria vita e' a se stante. E ogni nuovo amico che incontri nella tua strada diventa importante. Se poi riesci a condividerne i valori, la gioia di vivere ed anche i momenti difficili nel tempo, l'amicizia puo' andare avanti senza problemi per anni. Certo gli eventi possono portarci ad allontanarci per dei periodi, ma sicuramente non e' la frequenza che ne definisce la qualita'. La cosa piu' importante che dev'esserci e' senz'altro il rispetto e il saper ascoltare senza giudicare, e se ci viene chiesto un consiglio esprimerlo nella piu' totale franchezza senza malizia o cinismo alcuno. Al mondo ci sono troppe persone che scaricano nell'amicizia tutte le loro frustazioni, invidie e gelosie e alla fine rimangono sole, perche' non sanno ascoltare ne' tanto meno volgiono ascoltare la vocina dentro di loro che solenemmente dice che hanno torto. Ma chiedere scusa e' troppo, e cosi' continuano a perdere amici e persone care e a fare terra bruciata intorno a loro. Si raccontano favolette che tutti sono invidiosi, che non ci si puo' fidare di nessuno perche' sono i loro i primi ad essere invidiosi e malfidenti. Ma va bene cosi', alla fine faremo la conta di quante persone ci saranno al mio funerale e di quante poche saranno al tuo.
domenica 30 giugno 2013
I trulli di Alberobello (parte seconda)
Finalmente il giorno del gran matrimonio. Obiettivamente non sapevo che cosa aspettarmi. I matrimoni del sud me li avevano sempre descritti come particolarmente chiassosi e soprattutto con tanto di quel cibo da far rabbrividire i banchetti dell'antica Roma. Fortunatamente non é andata così o meglio, mi spiego. La sposa aveva un bellissimo vestito un pò stile pin-up, ma più moderno. Con una gonna a petali corta davanti e più lunga dietro, che poi durante il ricevimento ha levato per svelare un tubino con la gonna realizzata con il medesimo ricamo del corpino. L'acconciatura e il trucco erano strepitosi, rigorosamente '50, labbra rosse rubino e con la veletta assimmetrica dalla quale partiva un ciuffo scapicciato che riequilibrava il tutto. La cerimonia si è svolta all'aperto, nell'orto botanico adiacente al palazzo del comune e c'è stato anche un momento commovente in cui la sorella della sposa ha dedicato una poesia molto emozionante ai futuri sposi. Da lì poi ci siamo recati in questa masseria con un parco di non so quanti ettari, vi dico solamente che all'interno c'erano: un campo da calcio, un campo da tennis, un campo da calcetto e un agrumeto, più il parco naturalmente. La masseria era di una bellezza che toglieva il fiato, con tutte le volte a croce, la cucina in muratura e anche una piccola cappella per chi avesse voluto sposarsi lì. L'aperitivo si è svolto a bordo piscina, naturalmente pesce. Ostriche, tonno al sesamo, gelatina di salmone, julienne di seppioline alle erbe salentine, polpo con patate, fritto misto e di verdure, mozzarella di bufala, ricotta, grigliata di mare, ecc. ecc. per un totale di venti portate tutte cotte la momento. Dopo di che ci siamo accomodati a tavola, sedie Kartell. Risotto di zucchine, panna e mandorle, pasta fatte in casa con ragù di rana pescatrice. Sformatino di tonno con erbe di campagna e filetto di ricciola con verdure fresche. Buffet di dolci, torta e open bar.
Ma la cosa più strepitosa è stata l'animazione per i bambini, che li ha tenuti lontani dal matrimonio per tutta la durata della festa!!!
Fino alle sei della mattina ci siamo divertiti come i matti! Il giorno dopo ripartire per tornare verso Nord mi aveva letteralmente azzerato ogni sentimento positivo potessi aver avuto in quei giorni. Tornare alla routine ai miei problemi e così non sono riuscito a godermi appieno la breve cena a Polignano come avrei dovuto. Ma oggi, mentre stavo lavorando, ho deciso di fare una pausa per leggere qualcosa sull'autostima e fissare chiaro in mente che dei giudizi della gente e dei consigli della gente non me ne faccio assolutamente niente. Io solo so che le uniche persone sulle quali posso contare sono io e pochi altri, e io so di valere più di quanto gli altri non vogliano farmi credere. Quindi non devo aver paura di affrontare l'ignoto, non posso fissare tutta la mia attenzione sul puntino nero che c'è al centro del foglio bianco. Perché così mi perderei la visione d'insieme del foglio bianco e soprattutto la voglia di rischiare e di vivere.
Quindi affanculo chi c'è l'ha con me! Volete farmi venire il sangue acido come il vostro? Avete sbagliato persona io non sarò mai come voi, io mi godrò la vita e porterò sempre con me i ricordi più belli perché sono la benzina della felicità.
sabato 29 giugno 2013
I trulli di Alberobello (prima parte)
Tre giorni lontani dalle cattiverie e dal fango che la gente ti tira addosso non sono certo sufficienti per farti ricominciare a respirare.
Ma senz'altro possono darti l'idea che se ne avessi veramente voglia potrei sempre ritirarmi in Salento per non farmi più trovare. Che ne so, potrei occupare una masseria disabitata nel nulla e finalmente concentrarmi per scrivere il mio libro. Proprio in questi giorni mi è venuta un'idea veramente molto interessante. Qualcosa che fa parte del mio vissuto, d'altronde le migliori opere prime sono quelle che traggono spunto dal contesto sociale nel quale vive l'autore (vedi Giordano o Hosseini). Ma non voglio svelarvi nulla, anche perché se le cose procedono di questo passo ben presto dividerò più tempo con questa tastiera di quanto ne trascorra con i miei cari.
Vi stavo dicendo, che solo il fatto di essere partito mi ha dato una gioia che non provavo da tempo e voglio condividere con voi questi momenti felici perché voglio che rimangano ben impressi nella mia mente. L'alzataccia di mercoledì mattina non è poi andata così male e mi sono svegliato con una fame come non mi succedeva più da tempo, buon segno. Certo che a quell'ora trovare qualcosa di aperto sulla via dell'andata era abbastanza improbabile e così ci siamo fermati al primo autogrill per festeggiare con un panino con la mortadella e succo alla pesca.
La carica era quella giusta, i bisogni primari erano stati soddisfatti, la radio suonava l'ultimo cd dei Daft Punk (per gentile concessione del mio amico più caro) e lasciavamo alle nostre spalle un temporale che avrebbe abbassato ancora una volta le medie stagionali di una decina di gradi. Noi, invece, andavamo incontro al caldo del sud e il sole che si alzava dal mare adriatico ci avrebbe accompagnato per tutta la permanenza del nostro viaggio. Come vi avevo anticipato, l'occasione di questa breve fuga era il matrimonio della sorella dell'ex del mio amore. So già che molti di voi potrebbero dire che certe cose succedono solo al sud, ma vi devo smentire. Secondo voi in quale sud sarebbe possibile che io possa essere invitato dalla famiglia della ex del mio amore? Qui non si tratta di geografia, qui si tratta di persone che vivono senza pregiudizi e che accolgono tutti alla stessa maniera, con rispetto, dignità e gentilezza. Come dovrebbe essere, ma purtroppo spesso non è così. Poiché erano solamente tre giorni volevo che fossero memorabili, quindi volevo tornare con quante più immagini possibili fissate nella mia mente. La prima tappa, Alberobello. Ad essere sinceri non sapevo veramente di fronte a cosa mi sarei trovato, certo l'avevo visto in televisione e pensavo che sarebbe stato un posto decisamente molto turistico ma di sicuro non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte a tanta bellezza creata dall'uomo. La storia dei trulli mi ha particolarmente colpito:
"L'abbondanza di materiale sedimentario calcareo e l'autorizzazione del conte, Giangirolamo II detto il Guercio delle Puglie, a costruire case solo con muri a secco senza l'uso di malta, che sono i caratteristici trulli, contribuì all'espansione dell'agglomerato urbano. Tale obbligo di far costruire case solo con pietre a secco fu un espediente del conte per evitare il pagamento dei tributi al viceré spagnolo del Regno di Napoli secondo la Pragmatica de Baronibus, legge in vigore fino al 1700 secondo la quale la costruzione di un nuovo centro abitato comportava in primo luogo il Regio assenso e il consecutivo pagamento dei tributi da parte del Barone alla Regia Corte. Infatti nel 1644, in seguito di denuncia fatta dal duca Caracciolo di Martina Franca fu ordinata una ispezione regia. Per prevenirne gli effetti, il conte Giangirolamo ordinò ai coloni di demolire le abitazioni e allontanarsi temporaneamente dall'area. Ciò avvenne in una sola notte, cosicché gli ispettori regi trovarono solo pietre sparse.
Alberobello rimase feudo degli Acquaviva d'Aragona fino al 27 maggio 1797, quando il re Ferdinando IV di Borbone accolse l'istanza degli alberobellesi ed emanò un decreto con il quale elevava il piccolo villaggio a città regia, liberandola dalla servitù feudale."
Ora é patrimonio dell'Unesco e se lo merita proprio. La cosa che mi ha colpito é proprio la storia della notte nella quale tutti gli abitanti rasero al suolo le loro case per evitare di pagare le tasse. Una scelta coraggiosa ed estrema pur di andare contro il sistema fiscale spagnolo, e mi è venuto da pensare che alla fine la casa è dove siamo noi con il nostro cuore. Io ero lì con il mio amore e al tempo stesso avevo nel mio cuore tutti i miei affetti e mi sentivo a casa, era una sensazione strana ma quello che vorrei cercare di farvi capire e che a volte la gente malvagia, o quelli che non hanno un cazzo da pensare, vogliono cercare di distruggere le nostre mura, la nostra reputazione, la nostra dignità. Ma per loro l'impresa è vana, perché nel nostro cuore è la nostra casa e se anche cercano di abbattercela noi faremo di tutto pur di ricostruirla sulle fondamenta della verità. Non bisogna mai arrendersi e al tempo stesso non bisogna mai permettere ai nostri nemici di farci coinvolgere nel loro gioco. Se loro vogliono vederci avviliti, noi non perdiamo il sorriso, se loro vogliono provocare in noi una reazione, noi rispondiamo con la forza della calma, se loro vogliono calunniarci noi non difendiamoci perché chi ci ama sa dove sta la verità.
Bene dopo questo piccolo sfogo, procediamo con il viaggio. Ripartiti da Alberobello in direzione Ostuni per un breve pranzetto in un ristorante ricavato da un'antica torre con terrazza vista mare, dove re Giorgio (Armani) voleva realizzare il suo piccolo buen retiro per le vacanze. Devo dire che quando qualcosa è bello lo capiscono in tanti. Dalla carta abbiamo scelto dei paccheri con pomodorini freschi e rana pescatrice e delle trofie al nero di seppia con cime di rape, pendolini e seppioline tagliate a julienne. Da urlo!!! Per concludere un piccolo babà al rosolio su crema di nocciole con gelato alla vaniglia. Non vi descrivo la bellezza della città bianca, perché potrei nuovamente perdermi tra tutti i vicoletti e gli scorci vista mare incorniciati di piante esotiche che risplendevano nel bianco accecante dei muri e delle strade.
E infine Salento, a casa dei genitori del mio amore. Che emozione e forse anche un pochino di imbarazzo. Mi hanno accolto con un'educazione e una riverenza che solamente in salento credo che abbiano, mi hanno trattato come un re. Certo l'impatto con la lingua locale non è stato facile, anche se un pò ormai lo conosco ma non non lo parlo. Poi è arrivato il comitato di benvenuto, l'ex del mio amore (che ormai è una mia amica, già da tempo, ma non volendo inventare nomi purtroppo questo è. Scusami N.) e sua madre, sempre gentile e sorridente. Alla sera poi abbiamo raggiunto la futura sposa per un aperitivo e conosciuto i suoi amici di Milano. Il suo responsabile svedese con la fidanzata e la sua migliore amica arredatrice con il marito scenografo e i suoi meravigliosi bambini. Li avremo ritrovati il giorno dopo nel nostro tavolo al matrimonio. Prima di lasciarvi volevo dirvi che l'aperitivo l'abbiamo fatto in un locale di questo paesino di pescatori sopra le scogliere, con il sole ed i suoi onirici colori che si tuffavano in mare per salutarci con la promessa di ritrovarci l'indomani mattina.
P.S. Auguri mamma, ovunque tu sia ma sempre vicina al mio cuore.
martedì 25 giugno 2013
La maestosità del cielo
Serata di dolce attesa. L'attesa é quella della partenza per un viaggio che mi porterà nelle Puglie per festeggiare il matrimonio di una mia amica. tre giorni lontani da tutto lo stress e le cattiverie gratuite del lavoro. Solo serenità, amicizia e amore. Cosa c'è di meglio nella vita? Non so nemmeno se stanotte riuscirò a dormire, mi sento come quando avevo quindici anni la sera prima della gita di terza superiore.
Nonostante le premesse non siano state delle più rosee, ovviamente per questioni finanziarie, ho deciso di affidarmi alla fede e quindi anche quel piccolo incoveniente si è risolto per il meglio.
Poco fa stavo proprio riflettendo sul terrazzo della casa di mia sorella e osservavo il cielo, immenso. Con le sue nuvole maestose e i colori degni di una tavola di Turner. E ho pensato: "Tutto ciò che accade qui, su questa terra che calpestiamo ogni giorno in realtà non ha niente a che vedere con quello che ci spetta". Secondo voi il Creato è stato fatto solo per sorbirsi i nostri continui piagnistei, o forse è il caso che alziamo lo sguardo al cielo e ci rendiamo conto che qualcosa di migliore è in serbo per ognuno di noi.
Se penso ad esempio al matrimonio a cui parteciperò posso dirvi che non esiste alcun momento drammatico che duri in eterno.
Il matrimonio è il matrimonio della sorella dell'ex del mio amore. Avete capito, sì? Sei anni fà il mio amore venne lasciato, nell'assurdità del suo dolore per un amore finito trovò la forza per scandagliare a fondo i suoi sentimenti e capire che forse era giunto il momento di guardarsi allo specchio e amare ed accettarsi per ciò che era. Come spesso accade, una volta trovato il suo equilibrio la ex tornò a far capolino. Quando ti lasci dopo tanti anni non è facile capire quali sono i sentimenti che ti legano ancora all'altra persona, soprattutto se hai condiviso gli anni del passaggio dall'adolescenza alla maturità.
Io la conobbi in quel frangente. Non posso certo dirvi che tra noi sbocciò una grande amicizia, d'altronde io avevo qualcosa in più di lei in certi posti e lei qualcosa in più di me in certi altri.
Ma per il rispetto, i trascorsi e le esperienze che avevano condiviso, l'amicizia tra il mio amore e lei ci portò a frequentarci e quando ci lasciammo andare capì perché era stata una persona così speciale nel suo cuore. Lei e tutte le persone della sua famiglia.
Ora non vedo l'ora di abbracciarla e di confidarle tutto ciò che mi è successo in quest'ultimo periodo. Anche perché quando litigo con il mio amore è la prima persona che chiamo e che mi dà man forte, perché conosce il soggetto.
Sono felice e vi auguro anche a voi la mia stessa felicità. Ora doccia, nanna e poi sveglia e domani mattina Ostuni. Tanto per cominciare!
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