
mercoledì 14 agosto 2013
Un regalo inaspettato
Cari miei, dovete sapere che fra qualche giorno compierò la bellezza di 18 anni (per gamba, più uno). Ed in questo mese ci sono anche diversi miei amici che compiono gli anni. Una di queste ha avuto un regalo inaspettato da parte del suo ragazzo, inaspettato ma soprattutto originale. Un giro in mongolfiera, al quale io e il mio amore ci siamo aggregati volentieri. La parte più difficile è stata la partenza. Alzataccia alle cinque del mattino per essere in aeroporto alle sei. Caricati su un pulmino con trazione integrale con destinazione pista di decollo. In meno di mezz'ora il pallone era spiegato e gonfiato e noi siamo saliti su questa cesta di vimini, come quelle dove si mettono le uova fresche solo un pò più grande. E poi il decollo, leggero, silenzioso, e osservavamo la terra che pian piano si allontanava sotto di noi. Le case e le strade si facevano mano a mano sempre più piccole, fino a sembrare i modellini dei plastici delle città. Un silenzioso totale ci avvolgeva, a parte qualche fiammata che ci dava delle vampate di calore non indifferente ma necessaria per mantenere la mongolfiera in quota. Potevamo vedere tutta la costa e l'entroterra nello stesso tempo. Dal monte Titano al Conero, dalla Gola del Furlo all'Adriatico, e il vento ci sospingeva verso il mare. Il mio amore sembrava ogni tanto aggrappato al cesto di vimini come il gatto sul bordo di un secchio pieno d'acqua e D. (il moroso della festeggiata)era finalmente disteso e sereno perché il volo era lineare, senza vuoti d'aria. Sapevamo già che quando le correnti d'aria si fossero fermate la mongolfiera sarebbe stata costretta a scendere, e noi saremmo stati recuperati. Ma non avremmo mai immaginato di atterrare in un campo appena trebbiato nel bel mezzo delle campagne. Armato di GPS il nostro comandante richiamava tramite la sua radio il suo corrispettivo a terra, e dopo non più di dieci minuti dall'avvistamento di un daino ecco che vediamo scendere dalla collina il nostro mezzo di trasporto. Una volta agganciato il rimorchio partiamo, direzione aeroporto. Mmmh! Magari, dopo appena cinque minuti di Camel Trophy e nemmeno cinquecento metri di strada, il nostro mezzo si affossa nell'unica pozza di fango in dieci ettari di campo. Ringraziando il cielo con noi in volo c'era un signore di Roma, che non era previsto visto che io avevo chiesto assolutamente che fossimo solamente in quattro. Ma questo signore anziano, tra l'altro molto piacevole, era stato accompagnato da un suo amico che doveva far riparare il pallone della sua mongolfiera dal nostro comandante. Quindi erano arrivati con il loro furgone e quando sono tornati a prenderci c'era anche l'accompagnatore con il proprio mezzo. Una mano dal cielo, grazie a quel Ducato siamo riusciti a liberare il pulmino dal pantano e a tornare a casa. Ma prima una bella colazione. Nessuno di noi aveva mangiato e visto che erano già trascorse quattro ore da quando ci eravamo alzati direi che era il caso di rifocillarsi, per non dire ingozzarsi. Panini al salame, tonno e carciofini, prosciutto cotto e non so che altro, brioches, ventaglio con crema di ricotta, millefoglie, granita siciliana, cappuccino, succo ace, Redbull e caffè con zabaione, sigarettina e poi a casa divano.
Adesso mi sembrano che siano le dieci della mattina, meglio così almeno ho più tempo per prepararmi alla festa Peace & Love di stasera.

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