sabato 29 giugno 2013
I trulli di Alberobello (prima parte)
Tre giorni lontani dalle cattiverie e dal fango che la gente ti tira addosso non sono certo sufficienti per farti ricominciare a respirare.
Ma senz'altro possono darti l'idea che se ne avessi veramente voglia potrei sempre ritirarmi in Salento per non farmi più trovare. Che ne so, potrei occupare una masseria disabitata nel nulla e finalmente concentrarmi per scrivere il mio libro. Proprio in questi giorni mi è venuta un'idea veramente molto interessante. Qualcosa che fa parte del mio vissuto, d'altronde le migliori opere prime sono quelle che traggono spunto dal contesto sociale nel quale vive l'autore (vedi Giordano o Hosseini). Ma non voglio svelarvi nulla, anche perché se le cose procedono di questo passo ben presto dividerò più tempo con questa tastiera di quanto ne trascorra con i miei cari.
Vi stavo dicendo, che solo il fatto di essere partito mi ha dato una gioia che non provavo da tempo e voglio condividere con voi questi momenti felici perché voglio che rimangano ben impressi nella mia mente. L'alzataccia di mercoledì mattina non è poi andata così male e mi sono svegliato con una fame come non mi succedeva più da tempo, buon segno. Certo che a quell'ora trovare qualcosa di aperto sulla via dell'andata era abbastanza improbabile e così ci siamo fermati al primo autogrill per festeggiare con un panino con la mortadella e succo alla pesca.
La carica era quella giusta, i bisogni primari erano stati soddisfatti, la radio suonava l'ultimo cd dei Daft Punk (per gentile concessione del mio amico più caro) e lasciavamo alle nostre spalle un temporale che avrebbe abbassato ancora una volta le medie stagionali di una decina di gradi. Noi, invece, andavamo incontro al caldo del sud e il sole che si alzava dal mare adriatico ci avrebbe accompagnato per tutta la permanenza del nostro viaggio. Come vi avevo anticipato, l'occasione di questa breve fuga era il matrimonio della sorella dell'ex del mio amore. So già che molti di voi potrebbero dire che certe cose succedono solo al sud, ma vi devo smentire. Secondo voi in quale sud sarebbe possibile che io possa essere invitato dalla famiglia della ex del mio amore? Qui non si tratta di geografia, qui si tratta di persone che vivono senza pregiudizi e che accolgono tutti alla stessa maniera, con rispetto, dignità e gentilezza. Come dovrebbe essere, ma purtroppo spesso non è così. Poiché erano solamente tre giorni volevo che fossero memorabili, quindi volevo tornare con quante più immagini possibili fissate nella mia mente. La prima tappa, Alberobello. Ad essere sinceri non sapevo veramente di fronte a cosa mi sarei trovato, certo l'avevo visto in televisione e pensavo che sarebbe stato un posto decisamente molto turistico ma di sicuro non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte a tanta bellezza creata dall'uomo. La storia dei trulli mi ha particolarmente colpito:
"L'abbondanza di materiale sedimentario calcareo e l'autorizzazione del conte, Giangirolamo II detto il Guercio delle Puglie, a costruire case solo con muri a secco senza l'uso di malta, che sono i caratteristici trulli, contribuì all'espansione dell'agglomerato urbano. Tale obbligo di far costruire case solo con pietre a secco fu un espediente del conte per evitare il pagamento dei tributi al viceré spagnolo del Regno di Napoli secondo la Pragmatica de Baronibus, legge in vigore fino al 1700 secondo la quale la costruzione di un nuovo centro abitato comportava in primo luogo il Regio assenso e il consecutivo pagamento dei tributi da parte del Barone alla Regia Corte. Infatti nel 1644, in seguito di denuncia fatta dal duca Caracciolo di Martina Franca fu ordinata una ispezione regia. Per prevenirne gli effetti, il conte Giangirolamo ordinò ai coloni di demolire le abitazioni e allontanarsi temporaneamente dall'area. Ciò avvenne in una sola notte, cosicché gli ispettori regi trovarono solo pietre sparse.
Alberobello rimase feudo degli Acquaviva d'Aragona fino al 27 maggio 1797, quando il re Ferdinando IV di Borbone accolse l'istanza degli alberobellesi ed emanò un decreto con il quale elevava il piccolo villaggio a città regia, liberandola dalla servitù feudale."
Ora é patrimonio dell'Unesco e se lo merita proprio. La cosa che mi ha colpito é proprio la storia della notte nella quale tutti gli abitanti rasero al suolo le loro case per evitare di pagare le tasse. Una scelta coraggiosa ed estrema pur di andare contro il sistema fiscale spagnolo, e mi è venuto da pensare che alla fine la casa è dove siamo noi con il nostro cuore. Io ero lì con il mio amore e al tempo stesso avevo nel mio cuore tutti i miei affetti e mi sentivo a casa, era una sensazione strana ma quello che vorrei cercare di farvi capire e che a volte la gente malvagia, o quelli che non hanno un cazzo da pensare, vogliono cercare di distruggere le nostre mura, la nostra reputazione, la nostra dignità. Ma per loro l'impresa è vana, perché nel nostro cuore è la nostra casa e se anche cercano di abbattercela noi faremo di tutto pur di ricostruirla sulle fondamenta della verità. Non bisogna mai arrendersi e al tempo stesso non bisogna mai permettere ai nostri nemici di farci coinvolgere nel loro gioco. Se loro vogliono vederci avviliti, noi non perdiamo il sorriso, se loro vogliono provocare in noi una reazione, noi rispondiamo con la forza della calma, se loro vogliono calunniarci noi non difendiamoci perché chi ci ama sa dove sta la verità.
Bene dopo questo piccolo sfogo, procediamo con il viaggio. Ripartiti da Alberobello in direzione Ostuni per un breve pranzetto in un ristorante ricavato da un'antica torre con terrazza vista mare, dove re Giorgio (Armani) voleva realizzare il suo piccolo buen retiro per le vacanze. Devo dire che quando qualcosa è bello lo capiscono in tanti. Dalla carta abbiamo scelto dei paccheri con pomodorini freschi e rana pescatrice e delle trofie al nero di seppia con cime di rape, pendolini e seppioline tagliate a julienne. Da urlo!!! Per concludere un piccolo babà al rosolio su crema di nocciole con gelato alla vaniglia. Non vi descrivo la bellezza della città bianca, perché potrei nuovamente perdermi tra tutti i vicoletti e gli scorci vista mare incorniciati di piante esotiche che risplendevano nel bianco accecante dei muri e delle strade.
E infine Salento, a casa dei genitori del mio amore. Che emozione e forse anche un pochino di imbarazzo. Mi hanno accolto con un'educazione e una riverenza che solamente in salento credo che abbiano, mi hanno trattato come un re. Certo l'impatto con la lingua locale non è stato facile, anche se un pò ormai lo conosco ma non non lo parlo. Poi è arrivato il comitato di benvenuto, l'ex del mio amore (che ormai è una mia amica, già da tempo, ma non volendo inventare nomi purtroppo questo è. Scusami N.) e sua madre, sempre gentile e sorridente. Alla sera poi abbiamo raggiunto la futura sposa per un aperitivo e conosciuto i suoi amici di Milano. Il suo responsabile svedese con la fidanzata e la sua migliore amica arredatrice con il marito scenografo e i suoi meravigliosi bambini. Li avremo ritrovati il giorno dopo nel nostro tavolo al matrimonio. Prima di lasciarvi volevo dirvi che l'aperitivo l'abbiamo fatto in un locale di questo paesino di pescatori sopra le scogliere, con il sole ed i suoi onirici colori che si tuffavano in mare per salutarci con la promessa di ritrovarci l'indomani mattina.
P.S. Auguri mamma, ovunque tu sia ma sempre vicina al mio cuore.
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