giovedì 11 luglio 2013

Una voce poco fà (seconda parte)

Ma la prima volta che andammo a ballare di sera fu veramente entusiasmante. Cominciai ad organizzarla dal lunedì, ero così eccitato. Una mia amica era fidanzata con un ragazzo di vent'anni, tre più di noi e aveva una BMW 316. Prima cosa, dirlo a mia madre. Prima risposta di mia madre: NO!. Meno male che ho il vantaggio di avere una sorella più grande di me di ben 12 anni. Quando sentì pronunciare quel secco NO seguito da parole del tipo: "tua sorella aveva vent'anni la prima volta che andò a ballare!", lei accorse in mia difesa con un laconico: "APPUNTO! Almeno a lui fallo divertire prima, tanto i tempi sono cambiati." Mio padre era tutto orgoglioso e mi diede il suo benestare e soprattutto i suoi soldi. Quanto alle mie amiche, una ottenne il permesso e le altre finsero con i genitori di andare a dormire dall'amica che aveva ottenuto il permesso. Finalmente il grande giorno: sabato! E come nei sogni più belli mi alzai dal letto felice di andare a scuola, ma con 38 di febbre. "Accidenti e ora che faccio?" mi chiesi. Se l'avessi detto a mia madre lei mi avrebbe immobilizzato di tachipirine a letto e la mia serata sarebbe saltata, quindi feci finta di niente per tutto il santo giorno. Addirittura presi anche l'autobus per fare il solito girettino pomeridiano in centro. E dopo cena iniziarono i preparativi, vorrei non raccontarvi del mio look ma lo farò per dover di cronaca. Maglietta di cotone a costine Levi's (stile corsa all'oro nel Klondike), salopet di jeans, anfibio e coppola bianca indossata al contrario. Delle mie amiche mi basta citarne una: gonna portafoglio grigia con angoli smussati, dolcevita nero e ballerine di vernice. Un autentico sogno erotico! Io ero su di giri, era la prima volta che andavo a Riccione in una vera discoteca, al tavolo a bordo pista del padre di un ragazzo del nostro quartiere, e quello che vidi mi piacque tantissimo. Ballerini statuari che si dimenavano armoniosamente con ragazze bellissime, alcune erano anche ragazzi o vie di mezzo ma il fatto che la loro bellezza e promiscuità era unica e magnetica per me. La gente si divertiva, magari a volte eccedeva, ma vi era uno spirito di goliardia che ancora oggi ricordo. E la mia febbre era già a 39 gradi. Feci di tutto per farla scendere, ma visto che non c'era modo che scendesse decisi di bermi una birra. Avevo appena appoggiato le labbra alla lattina quando improvvisamente un gigantesco occhio, parte della scenografia del locale, mi piombò in testa. Facendo sì che i miei incisivi rimasero incisi, appunto, sulla lattina. Il giorno dopo, quando mia madre venne a svegliarmi mi chiesi se mi ero divertito. Io le risposi di sì ma che avevo preso la febbre, e lei aggiunse: "la febbre l'avevi già da ieri, ma ti ho visto talmente entusiasta del fatto che andavi a ballare che non ho voluto rovinarti la festa". Grande!!! Da lì in avanti, fu tutto un ballare e soprattutto un rimediare agli errori di stile che fino ad allora avevo compiuto. Ma per fortuna stava arrivando la seconda metà degli anni '90, e allora non ce ne fu più per nessuno.

1 commento: