giovedì 30 maggio 2013

La ricerca della felicita'

Non avrei mai scelto questo titolo per un post, fa' troppo Gabriele Muccino, anche se e' senz'altro il sottotitolo che potrei dare a questo blog. Il titolo mi e' stato suggerito da un amico speciale di una mia amica speciale, e quindi ho pensato che fosse giusto approffitare del suo racconto per fare qualche riflessione. La mia amica speciale e' una camionista, non nel senso letterale del termine, anche se volendo potrebbe prendere la patente per gli autoarticolati ad occhi chiusi. E non e' nemmeno una ragazza a cui manca senso estetico e passione per lo shopping. Non e' nemmeno lesbica, anzi gli uomini le piacciono e parecchio. Forse piace di piu' agli uomini di quanto lei creda veramente. Comunque non si puo' certo dire che sia femminina, non e' una donna che sa ottenere dagli uomini qualsiasi cosa sbattendo le ciglia o miagolando al telefono. Piuttosto sbatte i pugni sul tavolo e ti guarda dritto in faccia per dirti quello che pensa. Ma cio' che veramente mi piace di lei, in questo periodo soprattutto, e' che sia nella confusione piu' totale. E' sempre stata una ragazza determinata, una gran lavoratrice e ha sempre letto con estrema chiarezza cio' che accadeva intorno a lei. Sapeva farsi subito un'opinione e prendere la decisione che le era piu' congeniale in sintonia con quello che era la sua coscienza. E poi... il caos! Sappiamo che nella vita poche cose sono certe, e di questi tempi sono veramente poche. Il lavoro? Mmh... La casa? Bah... (Tra l'altro sono pure indietro con l'affitto). Le relazioni? Per chi e' fortunato come me, anche si'. I genitori? Forse... siete veramente sicuri che siano i vostri? Gli amici? Almeno qui datemi una risposta affermativa! E quando quelle poche cose certe cominciano a vacillare le nostre credenze iniziano a sfaldarsi. Abbiamo sempre creduto di essere un certo tipo di persona e di avere determinati lati caratteristici, ma siamo sicuri che queste qualita' non siano mai state influenzate da fattori esterni come la scuola, la famiglia, il gruppo che abbiamo deciso di frequentare quand'eravamo adolescenti e via dicendo? E cosa accade quando la realta' nella quale abbiamo sempre vissuto comincia ad evolversi, in bene o in male? A seconda che uno sia ottimista o pessimista. Puo' essere un'incredibile nuova proposta di lavoro, "saro' all'altezza o e' meglio che continui a prendere improperi dal mio capo almeno lo stipendio e' garantito?" o puo' essere una malattia di una persona a noi molto cara "e adesso?". Ed e' in questi momenti di caos che per me accade una cosa meravigliosa, viene fuori quella parte di noi che e' piu' vera, istintiva, incondizionata e ci fa' fare cose che mai avremmo pensato di poter fare. Tipo prendere un treno e andare a conoscere qualcuno che non abbiamo mai visto, ma che abbiamo lasciato che entrasse nella nostra vita in un modo che non avremmo mai immaginato, ad esempio. Dobbiamo godere di questi momenti e viverceli pienamente, senza pensare ai doveri e alle responsabilita' che abbiamo nei confronti degli altri, del lavoro o della societa'. L'unica responsabilita' che abbiamo e' nei nostri confronti, dobbiamo avere la responsabilita' di non stancarci mai di ricercare la felicita' e di essere felici. Concludo con questa citazione: "Il pessimista vede la difficolta' nell'opportunita'. L'ottimista vede l'opportunita' nella difficolta'" Winston Churchill. Mica ca... P.S. Un pensiero speciale a Franca Rame. Una donna che mi ha lasciato uno dei ricordi piu' belli della mia infanzia. Un sabato sera a Fantastico aveva fatto un monologo, parlando della sua esperienza traumatica di violenza sessuale. Le sue parole esprimevano pienamente il senso di vuoto e di negazione che un'esperienza del genere puo' provocare, eppure lei era li'. In piedi, di fronte a milioni di persone che raccontava la sua storia senza alcuna vergogna, perche' aveva scelto che quegli uomini anche se l'avevano violentata non le avrebbero mai tolto la sua dignita'. Avrebbe potuto commiserarsi e rinchiudersi in un dolore privato, ma ha preferito fare cio' che sapeva fare meglio. Raccontare attraverso l'amore dell'arte la sua tragica esperienza e dare a tutti un messaggio tanto forte quanto potente come una marcia per i diritti delle donne. Grazie Franca, per avermi insegnato che anche nelle difficolta' peggiori puo' esserci un'opportunita' per migliorarsi, migliorando questa societa'.

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