giovedì 30 maggio 2013

La ricerca della felicita'

Non avrei mai scelto questo titolo per un post, fa' troppo Gabriele Muccino, anche se e' senz'altro il sottotitolo che potrei dare a questo blog. Il titolo mi e' stato suggerito da un amico speciale di una mia amica speciale, e quindi ho pensato che fosse giusto approffitare del suo racconto per fare qualche riflessione. La mia amica speciale e' una camionista, non nel senso letterale del termine, anche se volendo potrebbe prendere la patente per gli autoarticolati ad occhi chiusi. E non e' nemmeno una ragazza a cui manca senso estetico e passione per lo shopping. Non e' nemmeno lesbica, anzi gli uomini le piacciono e parecchio. Forse piace di piu' agli uomini di quanto lei creda veramente. Comunque non si puo' certo dire che sia femminina, non e' una donna che sa ottenere dagli uomini qualsiasi cosa sbattendo le ciglia o miagolando al telefono. Piuttosto sbatte i pugni sul tavolo e ti guarda dritto in faccia per dirti quello che pensa. Ma cio' che veramente mi piace di lei, in questo periodo soprattutto, e' che sia nella confusione piu' totale. E' sempre stata una ragazza determinata, una gran lavoratrice e ha sempre letto con estrema chiarezza cio' che accadeva intorno a lei. Sapeva farsi subito un'opinione e prendere la decisione che le era piu' congeniale in sintonia con quello che era la sua coscienza. E poi... il caos! Sappiamo che nella vita poche cose sono certe, e di questi tempi sono veramente poche. Il lavoro? Mmh... La casa? Bah... (Tra l'altro sono pure indietro con l'affitto). Le relazioni? Per chi e' fortunato come me, anche si'. I genitori? Forse... siete veramente sicuri che siano i vostri? Gli amici? Almeno qui datemi una risposta affermativa! E quando quelle poche cose certe cominciano a vacillare le nostre credenze iniziano a sfaldarsi. Abbiamo sempre creduto di essere un certo tipo di persona e di avere determinati lati caratteristici, ma siamo sicuri che queste qualita' non siano mai state influenzate da fattori esterni come la scuola, la famiglia, il gruppo che abbiamo deciso di frequentare quand'eravamo adolescenti e via dicendo? E cosa accade quando la realta' nella quale abbiamo sempre vissuto comincia ad evolversi, in bene o in male? A seconda che uno sia ottimista o pessimista. Puo' essere un'incredibile nuova proposta di lavoro, "saro' all'altezza o e' meglio che continui a prendere improperi dal mio capo almeno lo stipendio e' garantito?" o puo' essere una malattia di una persona a noi molto cara "e adesso?". Ed e' in questi momenti di caos che per me accade una cosa meravigliosa, viene fuori quella parte di noi che e' piu' vera, istintiva, incondizionata e ci fa' fare cose che mai avremmo pensato di poter fare. Tipo prendere un treno e andare a conoscere qualcuno che non abbiamo mai visto, ma che abbiamo lasciato che entrasse nella nostra vita in un modo che non avremmo mai immaginato, ad esempio. Dobbiamo godere di questi momenti e viverceli pienamente, senza pensare ai doveri e alle responsabilita' che abbiamo nei confronti degli altri, del lavoro o della societa'. L'unica responsabilita' che abbiamo e' nei nostri confronti, dobbiamo avere la responsabilita' di non stancarci mai di ricercare la felicita' e di essere felici. Concludo con questa citazione: "Il pessimista vede la difficolta' nell'opportunita'. L'ottimista vede l'opportunita' nella difficolta'" Winston Churchill. Mica ca... P.S. Un pensiero speciale a Franca Rame. Una donna che mi ha lasciato uno dei ricordi piu' belli della mia infanzia. Un sabato sera a Fantastico aveva fatto un monologo, parlando della sua esperienza traumatica di violenza sessuale. Le sue parole esprimevano pienamente il senso di vuoto e di negazione che un'esperienza del genere puo' provocare, eppure lei era li'. In piedi, di fronte a milioni di persone che raccontava la sua storia senza alcuna vergogna, perche' aveva scelto che quegli uomini anche se l'avevano violentata non le avrebbero mai tolto la sua dignita'. Avrebbe potuto commiserarsi e rinchiudersi in un dolore privato, ma ha preferito fare cio' che sapeva fare meglio. Raccontare attraverso l'amore dell'arte la sua tragica esperienza e dare a tutti un messaggio tanto forte quanto potente come una marcia per i diritti delle donne. Grazie Franca, per avermi insegnato che anche nelle difficolta' peggiori puo' esserci un'opportunita' per migliorarsi, migliorando questa societa'.

martedì 28 maggio 2013

La PNL, questa grande invenzione!

Sapete che cos'e' la PNL? La PNL e' la programmazione neurolinguistica creata negli anni '70 da Richard Bandler e John Grinder. E' un approccio alla comunicazione, sviluppo personale e psicoterapia. Il nome deriva dall'idea che ci sia una connessione fra i processi neurologici (neuro), il linguaggio (linguistico) e gli schemi comportamentali che sono stati appresi con l'esperienza (programmazione), affermando che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere obiettivi specifici nella vita. Naturalmente non ha alcun fondamento scientifico, pero' puo' essere di grande aiuto per chi cerca di capire che cosa vuole fare della sua vita. Ed io me ne sono letti di libri sulla PNL, ve lo posso assicurare. Da circa quattro anni. Anthony Robbins e Roberto Re solo per citare due autori. Purtroppo pero' non ho mai potuto partecipare ad alcuno dei loro seminari. Il costo troppo alto mi ha sempre scoraggiato dal voler iscrivermi. Diciamo pure che avevo piu' a cuore una vacanza con gli amici piuttosto che un weekend di terapia di coppia con la mia autostima. Ma la voglia di iniziare un percorso "one to one" (gia' perche' le parole inglesi sono molto piu' motivazionali di quelle inglesi, bah!) non mi ha mai abbandonato. Forse il desiderio era talmente forte che si e' realizzato, ed ho avuto la fortuna di trovare un "personal coach" nella figura del mio titolare. Diciamo che appena l'ho conosciuto era abbastanza aperto nei miei confronti e mi aveva raccontato di quanto la PNL l'avesse aiutato a calmarlo e a gestire i suoi scatti d'ira. L'aveva aiutato a fare un percorso introspettivo affinche' riuscisse a canalizzare le sue energie e capire qual'era il suo obiettivo nella vita. Continuando con i corsi, come tutti i corsi del resto, arrivi a un punto in cui la tua preparazione ed il tuo cammino e' stato tale che puoi finalmente insegnare cio'che hai imparato. Piu' o meno come i preti dopo il seminario. Ed e' qui che ho deciso di riporre la mia curiosita' nelle sue mani. E adesso vi dico com'e' andata. 1°) Il corso avrebbe dovuto prevedere 8 lezioni. Ne abbiamo fatte 4 perche' non e' piu' andato avanti, nonostante io abbia pagato anticipatamente. 2°) Io parlavo e lui usava frasi e parole affinche' riuscissi ad esprimere cio' che avevo dentro, e la cosa mi piaceva. 3°) Diceva che non bisognava mai chiedere scusa, ma io sono dell'avviso che non chiedere mai ne' scusa e ne' tanto meno perdonare alla lunga ti renda una persona piena di se' e di rancore. 4°) Ammettere sempre le proprie responsabilita' era uno dei punti fondamentali affinche' ci si possa evolvere in cio' che veramente vogliamo. Il risultato? Estremamente deludente. La mia sete di capire che cosa fosse realmente la PNL non e' stata soddisfatta, ma adesso so che se avessi ancora sete piuttosto mi faccio un bell'americano. Vi ho gia' descritto in maniera piu' che esaustiva di che pasta e' fatto il mio titolare e se sapete che cos'e' un "personal coach" sapete anche che parole tipo motivatore, allenatore, trascinatore non fanno affatto parte del suo modo di gestire le situazioni. Quindi vi pongo una semplicissima domanda, dareste 1000 euro per una raccolta fondi contro le pellicce se chi ve li chiedesse indossa un cappotto di leopardo e stivali di coccodrillo? Gia' sento in sottofondo sollevarsi un coro... cogLIO... Certo dovevo immaginarmelo che da chi ritiene che i suoi dipendenti sono li' solo per rubargli i soldi, che combinano solo cazzate, che solo lui fa' le cose giuste e deve sempre rimediare ai nostri errori, non potevo certo aspettarmi di avere di fronte a me Roberto Re per l'appunto. Pero' nemmeno l'esatto contrario, ammettere ogni tanto che anche lui puo' sbagliare non farebbe che migliorare la stima di noi dipendenti nei suoi confronti. Ma, pazienza. L'importante e' che ho capito che nella vita possiamo veramente essere cio' che desideriamo di essere, ma che nessuno potra' mai insegnarcelo. Perche' non c'e' un metodo, c'e' solo un dialogo che dobbiamo fare continuamente senz'alcun personal coach della minchia. E' con noi stessi che dobbiamo fare quel dialogo, sempre e comunque. Dobbiamo darci da soli le pacche sulle spalle, perche' nessuno ce ne dara' mai abbastanza e dobbiamo perdonarci, perche' se non ci perdoniamo i nostri errori non possiamo andare avanti nella vita. Magari una sere di queste vi parlo anche della Legge di Attrazione. Ah! Vi ho sentiti! Avete detto sciroccato?

lunedì 27 maggio 2013

Scuse, scuse e ancora scuse

Stasera sono un pochino stanco, credo che andro' a dormire. Pero' volevo solamente dire una cosa. Per tutti coloro che non riescono a fare qualcosa, non cercate sempre di indirizzare le vostre colpe verso altri. Perche' se qualcosa ci sta' veramente a cuore state pur tranquilli che il tempo lo troviamo, se poi non ne abbiamo per adempiere ai nostri doveri la colpa e' solo nostra. Non di qualcun'altro. E' vero che si dice sempre prima il dovere e poi il piacere e poi magari anche gli impegni famigliari, ma si puo' anche cercare di conciliare tutte e tre le cose. Basta organizzarsi. A parte questa, volevo condividere la gioia di una bella notizia in arrivo. Ma per scaramanzia non ve la diro'. Tenete le dita incrociate per me. Scusate la brevita' del post di stasera, ma il lunedi' e' sempre difficile per carburare. 'Notte 'notte.

domenica 26 maggio 2013

Una valvola di sfogo

Come gia' via vevo detto questo blog nasce da un'esigenza di condividere le mie... disgrazie. La nostra societa' ci proietta continuamente stereotipi di bellezza e successo ben lontani da quello che siamo realmente. Almeno per quel che mi riguarda. Naturalmente se non siamo alti, magri e con il portafogli pieno di soldi va da se' che ci non ci sentiamo all'altezza di essa. La realta' dei fatti e' pero' ben diversa. Difatti, se mai vi e' capitato di frequentare personaggi del mondo patinato, in privato s'intende, vi sarete senz'altro accorti che non e' tutto oro quello che luccica. Diciamo che e' solamente una leggera placcatura d'oro quella che ricopre la cacca che c'e' sotto. Nella mia vita professionale ho avuto la fortuna di incontrare alcuni dei personaggi piu' importanti del made in Italy e posso assicurarvi che non sono creature che vivono in un olimpo bevendo ambrosia e organizzando continuamente suntutosi baccanali. E' pur vero che bevono champagne e che quando organizzano feste lo fanno in stile Hollywood, ma alla fine delle feste si ritrovano soli davanti allo specchio e non sempre quello che vedono gli piace. Eppure loro fanno parte di quella societa' a cui tutti noi vogliamo ambire, direte voi. Ma non e' cosi'. La fama di successo, la voglia di arrivare, di voler farsi conoscere ha un prezzo che e' quantificabile con il tempo. Tanto piu' tempo tu investi solo ed unicamente su te stesso, tanto meno te ne rimani da dedicare agli altri. Puoi arrivare a rinunciare ai tuoi amici piu' cari e talvolta delegare a qualcun'altro il compito di madre, perdendo il controllo che hai suoi tuoi figli. Al posto dei tuoi amici, arrivano dei giullari che sanno come farti godere dei tuoi soldi e sanno ottenebrare ogni paura e dubbio che hai sul fatto che il successo ha un prezzo affettivo molto caro. Cosi' ti lasci prendere la mano dallo champagne e anche da qualcos'altro e prendi sempre piu' le distanze da cio' che sei veramente e dagli affetti che hai. E quando hai un qualche barlume di lucidita' decidi di guardarti allo specchio e quello che vedi non ti piace, ma credi che sia troppo tardi per cambiarlo. Cosi' piuttosto che scavare dentro per ritrovar te stesso, preferisci restaurarti esteriormente per ritrovare la giovinezza e l'innocenza che hai perso. Diventando una grottesca copia di cio' che eri. Naturalmente non per tutti e' cosi', mai fare di un'erba un fascio. Ma quello che voglio dirvi e' che io mi sento molto fortunato e spero sempre di tenerlo bene a mente. Perche' anche ieri sera ero a cena con i miei amici, alcuni dei quali li conosco da quando sono nato. Nuovi amici sono entrati e nuovi ne entreranno, ma penso che investire il proprio tempo sull'amicizia sia uno degli investimenti migliori che si possano fare. Buona Domenica.

sabato 25 maggio 2013

Marigold hotel...

Se non avete mai visto Marigold hotel, ve lo consiglio vivamente. E' un film bellissimo, vale la pena vederlo solo per una frase di uno dei protagonisti: "Alla fine tutto andra' bene e se non andasse bene vuol dire che la fine non e' ancora arrivata!" Quante volte ripeto a me stesso questa frase e credo fortemente che sia vera. Vi faccio un breve riassunto del film. Un gruppo di improbabili anziani inglesi si ritrovano insieme per un viaggio verso una casa di riposo a Jaipur, in India. Ma quello che trovano non e' proprio quello che si aspettavano. Alcuni di loro vengono rapiti dal fascino esotico dell'India, altri restano ancorati ai ricordi della vecchia Inghilterra e altri capiscono che non e' ancora finita e che sono pronti per una nuova avventura. Quello che mi ha colpito di questo film e' come gli autori hanno saputo raccontare il punto di vista delle persone anziane e capire che nulla e' mai perso, che non c'e' mai una vera sconfitta fin tanto che facciamo sempre del nostro meglio. Vorrei tanto che mio padre lo vedesse perche' sono sicuro che gli piacerebbe da morire. Mio padre ha amato una sola donna in tutta la sua vita e quella donna era mia madre. E' rimasto vedovo quand'era ancora abbastanza giovane, ma fin dal primo giorno della sua nuova situazione ha voluto mettere in chiaro che nessun'altra avrebbe preso il posto di mia madre. Il letto matrimoniale e' sparito dalla sua stanza per lasciare spazio ad un letto singolo. Che poi sarebbe diventato da una piazza e mezzo, perche' il parquet era diventato il suo secondo letto. Questa cosa gli fa' senz'altro onore, ma a me e mia sorella dispiace dopotutto. Avere un padre che ogni mattina va' in cimitero per trovare sua moglie e' una cosa che ti fa' stringere il cuore, pero' dispiace perche' in realta' lui questo lutto non lo ha mai accettato. Se dovesse trovarsi dinanzi a Dio sono sicuro che lo picchierebbe a mani nude. Piu' di una volta l'ho sentito dire che Dio non avrebbe potuto fargli dispetto piu' grande e piu' di una volta ho cercato di fargli capire che la vita e' cosi', per quanto puo' essere difficile da accettare ma la morte e' parte di essa. Dev'essere grato per tutti i momenti felici e quelli meno felici che hanno vissuto insieme e ritenersi fortunato per non aver avuto disgrazie maggiori. Anche se nella vita non tutto e' andato come sperava, soprattutto per quanto riguarda le aspettative che aveva su di me e mia sorella, pero' sa di aver creato una famiglia forte e unita, aldila' dei litigi e dei diverbi che possono esserci ed e' solo questo quello che deve conta. E quando vuole sa essere un padre molto saggio, per quanto possa essere difficile fargli cambiare opinione ora che e' anziano. Ieri e' successo qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Mentre cercavo conforto in lui, raccontandogli delle solite sceneggiate del mio titolare, sapevo gia' che cosa avrebbe detto: "Quando io ho chiuso l'impresa avevo 500 mila euro di attrezzature se tu e tua sorella mi davate retta ci saremo tenuti quei 4 clienti buoni che avevamo, ecc. " ma poi ha aggiunto qualcosa che non mi sarei aspettato. "D'altronde ognuno sceglie la strada che vuole, cosi' come ho fatto io cosi' avete fatto anche voi. Lo so che adesso sono momenti difficili e' che bisogna tener duro, ma nulla ti vieta di tenere le orecchie sempre ben aperte per guardare a nuove opportunita'." In 15 anni era la prima volta che glielo sentivo dire. E la cosa mi fa' ben sperare, se mio padre alla sua eta' puo' finalmente accettare l'idea che io abbia preso una strada diversa dalla sua io alla mia eta' posso solo cercare di migliorare la mia vita. Perche' so di poter contare su di lui.

giovedì 23 maggio 2013

Il sole, dopotutto.

Stamattina mi sono alzato sotto una pioggia scrosciante. Immaginatevi la voglia di andare al lavoro. Pero' ci sono andato, c'erano delle cose dovevo finire. La giornata si e' svolta nel solito modo: urla, sceneggiate e poi mi sono pure sentito dire di essere un prevaricatore. A parte il fatto che dubito fortemente che chi mi ha chiamato con questo appellattivo sappia veramente il significato del termine. Un prevaricatore e' una persona che cerca di fare le scarpe a qualcun'altro. Una persona che agisce nell'interesse comune di uno scopo penso che sia un collaboratore. Finisce sempre in "ore" ma e' ben diverso. Comunque mi sto accorgendo che piu' il mio titolare s'incazza e piu' io me ne frego, mi leva ogni entusiasmo per quello che e' il mio lavoro e tutto sommato la cosa e' un bene. Si' e' un bene perche' ho la possibilita' di prendere il mio destino in mano e dire a me stesso: "e adesso? Cosa voglio fare?" La risposta al momento non c'e', nel senso piu' dettagliato. Ma una cosa e' certa. Voglio alzarmi alla mattina ed essere felice, fare colazione... Anzi no, voglio essere ancora piu' felice, alzarmi presto alla mattina, fare una bella colazione e sorridere, tanto. Tornando alla mia giornata, quando sono uscito dal lavoro non ero sicuramente raggiante. Alla fine feriscono sempre le parole offensive che ti senti dire quanto hai solo cercato di fare il tuo meglio, ma uno deve continuare ad allenarsi per diventare insensibile ad esse. Fatto sta che quando sono uscito c'era il sole, un sole splendido e forte che illuminava tutta la citta' e che faceva vedere anche la luna piena che stava sorgendo. Un giro in bicicletta fino al mare, mangiare un bella piada erba e salsiccia, starsene comodi per un po' in spiaggia mentre il sole scendeva rotolandosi giu' dalla collina e mentre rincasiamo, fermarsi per un gelatino mango e limone. E allora mi dico: "ma che cazzo me ne frega!" Posso godermi tutto questo contornato dal mio amore, con la mia famiglia, con i miei amici, ma chissene frega se uno ha deciso di vivere la sua vita a modo suo. Urlare, inveire contro gli altri, pensare che tutti siano sempre li' per riderti dietro, fregarti o approffitarsi di te. La vita e' la sua, e se lui ha deciso di viversela in questo modo e' affar suo. Non sta' a me giudicare. Io ho ricchezze ben piu' grandi di quante lui ne potra' mai avere. Io ho il rispetto di tante piu' persone, perche' me lo sono guadagnato con l'amore, la lealta' e la sincerita'. Evvai!

martedì 21 maggio 2013

Siamo attenti alla bellezza?

L'altro giorno ho visto un post pubblicato su facebook che mi ha fatto molto riflettere. In una stazione metropolitana di una citta' statunitense hanno filmato un artista di strada che suonava il violino. L'orario in cui si esibiva era quello di punta. Quindi immaginate la gente quanto si soffermasse ad ascoltarlo, qualcuno lasciava qualche spicciolo, qualcuno prestava attenzione per qualche secondo, ma in linea di massima nessuno aveva capito realmente chi era quell'uomo e cosa stesse suonando. L'uomo in questione era un noto direttore d'orchestra che si era esibito la sera prima nel teatro della citta', il violino che suonava valeva due e milioni e mezzo di dollari. E il brano che suonava era una delle arie piu' belle e difficili che siano mai state scritte. Bach. Tutto era stato orchestrato da un'universita' locale che voleva capire quanto le persone siano allenate a percepire la bellezza. La risposta gia' la sapete. Siamo talmente presi dal tran tran quotidiano che non ci accorgiamo nemmeno quando la bellezza ci investe con tutta la sua potenza. Eppure le arti, la musica, la pittura, la scultura, la danza, sono manifestazioni della magnificenza dell'uomo. E questa magnificenza l'uomo e' in grado di esprimerla solo quando e' libero di pensare, quando decide di vivere al di fuori della schiavitu' in cui la societa' di pochi eletti ha deciso di farci vivere. Con questo non voglio dire che siamo portati tutti ad essere degli artisti in senso lato, ma dobbiamo renderci conto che siamo in grado di esprimere la nostra arte in tutto cio' che facciamo. Dal servire ai tavoli al tagliare ai cappelli, dal vendere vestiti a firmare progetti, e via dicendo. La cosa importante e' concentrarsi su quello che facciamo e farlo al nostro meglio, con amore, anche se non ci piace farlo. Lo so e' dura da accettare ma vi giuro che e' cosi'. Almeno per me. E non preoccupatevi se qualcuno vi dice che quello che avete fatto e' sbagliato, o incompleto. Quando voi avete la certezza di averlo fatto al meglio delle vostre capacita', siete in pace con voi stessi e col mondo e infischiatevene totalmente di chi dice il contrario. Tanto ci sara' sempre chi cerchera' di installarvi il dubbio che non siete meritevoli, o che non siete all'altezza. Ma che cosa significa realmente essere all'altezza se non avere la capacita' di guardarsi allo specchio ed essere orgogliosi di cio' che vediamo. E davanti allo specchio ci guardiamo con i nostri occhi, non quegli degli altri. Buonanotte cari...

lunedì 20 maggio 2013

La parola piu' difficile da dire.

Voglio vedere se la indovinate. La risposta non e' cosi' immediata come credete, e non voglio nemmeno che sprechiate troppo tempo nel pensarci. Pero' se ci volete provare no andate oltre nella lettura. La parola piu' difficile da dire e': scusa. L'avevate indovinata? Ci avevate mai pensato? Io ultimamente ci sto' pensando parecchio, perche' mi accorgo che la nostra societa' e' basata sull'idea che tutto ci sia dovuto e sul fatto che non dobbiamo mai ammettere i nostri errori. Va da se' che chiedere scusa quando ci si comporta in maniera scorretta, o quando piu' semplicemente sbagliamo, diventa solo un pretesto per rigirare la frittata e trovare un qualche capro espiatorio o peggio far finta di niente. Avete mai visto in televisione qualcuno che porge delle scuse per essersi comportato male, per aver offeso qualcuno, per ammettere di aver sbagliato. Macche'. Tutto va avanti nella piu' totale indifferenza e la stessa cosa facciamo noi. Chiedere scusa sarebbe troppo difficile. Ammettere di aver sbagliato? Mai! Sono gli altri che hanno male interpretato le mie parole o i miei gesti. Ma dico io, si puo' andare avanti in questo modo? Per me e' impensabile. Anch'io quand'ero piu' giovane facevo un enorme fatica a chiedere scusa, ma mi sono reso conto che non serviva a nulla. Chiedere scusa non e' tanto mostrarsi in difetto verso gli altri, ma e' soprattutto perdonare se stessi per qualcosa che sappiamo di aver commesso ai danni di un altro. La vera forza non e' mostrarsi sempre forti, ringhiando e sbraitando per ottenere quello che vogliamo. Ma e' soprattutto riconciliarsi con se stessi, e questo comporta un'enorme quantita' di forza interiore. Se chiediamo scusa ci liberiamo di quel senso di colpa che abbiamo perche' sappiamo di aver sbagliato, e un senso di colpa non serve a niente. Il senso di colpa non ci aiuta a progredire, perche' e' una zavorra. Io ritengo di essere molto fortunato, perche' so che quando sbaglio posso chiedere scusa e poi sta a chi ho davanti avere la capacita' di perdonarmi. Io quello che potevo fare l'ho fatto e sono in pace con me stesso. Cosi, quando qualcuno non ha la capacita' di chiedervi scusa, non rammaricatevi perche' evidentemente non e' al vostro stesso livello di maturita' emotiva.

domenica 19 maggio 2013

Quante volte vi siete sentiti dire la seguente frase: "Se vuoi che una cosa sia fatta bene allora fattela da solo." Io migliaia di volte, non vi dico poi quante volte dal mio datore di lavoro. Tant'e' che mi chiedo perche' continui a chiedermi cose, forse non le faccio poi cosi' male. Comunque ieri mi e' capitato di pensare a questa frase. Perche' dobbiamo sempre aspettarci che gli altri facciano qualcosa per noi, e poi che lo facciano nello stesso modo in cui lo facciamo noi. Se non meglio. Insomma per farla breve mi sono reso conto di quanto a volte io sia stato un vero rompicoglioni. Soprattutto nei confronti del mio amore. Fai questo, fai quello, sistema qui, riordina la', e via dicendo. E' per questo che mi chiama la "suocera triste". Per il semplice fatto che io lavoro tutto il giorno pretendo che quando torno a casa sia tutto bello e sistemato. Non mi basta il fatto che mi prepari da mangiare, sono sempre pronto a criticarlo per quello che non ha fatto. Invece dovrei apprezzare quello che fa' per me, prima di tutto perche' sarei piu' sereno e secondo perche' si sentirebbe piu' motivato e potrebbe anche fare tutto quello che gli chiedo sempre e che non fa' mai. Il punto e' che dobbiamo sempre amare le persone per quello che sono e quello che ci danno, e ringraziare di questo. Perche' comunque e' gia' piu' di quello che avevamo prima che le persone che abbiamo entrassero nella nostra vita.

sabato 18 maggio 2013

Questo e' il post di venerdi'

Oggi ve ne toccheranno due di post. Perche' ieri e'uscito il sole e non volevo sprecare un solo attimo di luce. Quindi sono uscito dal lavoro alle 18 e 20 dall'ufficio, cosa che non capitava piu' da quando facevo il muratore con mio padre, sono andato a fare metano, sono tornato a casa mi sono docciato, vestito e alle sette e mezza ero gia' seduto con il mio bell'americano in mano. Dopo di che un bel rose' frizzante e per concludere la serata, a intervalli regolari di quaranta minuti, tre bei tonic e bombay. So che questo potrebbe sembrare piu'un blog di un alcoolista anonimo che non quello di uno che attende la fine del mondo, ma vi giuro che non e' cosi'. A me piace bere, lo ammetto. Pero' mi piace farlo in compagnia. Durante la settimana non tocco un goccio di alcool, ma quando arriva il week end ho propria voglia di scaricarmi di tutte le tensioni accumulate e divertirmi insieme ai miei amici. Penso che qualche bicchierino esalti il piacere dello stare insieme. Per fare una metafora una serata in compagnia e come un quadro fatto con gli acquarelli, intimo, tuo, sereno, se pero' ci aggiungi un bicchierino ecco che subito gli dai quel segno di colore acrilico che lo enfatizza. Per fortuna vivo in centro, quindi non ho bisogno di prendere la macchina. Altrimenti sarebbe problematico. Visto che non bevo responsabilmente, almeno non guido. A dir la verita', l'ho anche fatto. Ma non si fa'! Capito?! Ammetto pero' che se continuo cosi', vivere in centro potrebbe diventare deleterio per la mia salute. Oppure sono i miei amici deleteri per la mia salute? Perche' a pensarci bene, a parte qualche rara eccezione, sono tutti delle belle spugne. E io ne vado assolutamente orgoglioso. Detto cio', oggi mi sono comunque svegliato presto. Se cominci a goderti il fine settimana dal venerdi' sera sei cosi' felice ed entusiasta che vuoi vivere ogni minuto del sabato e della domenica. Soprattutto se c'e' una giornata come quella di oggi. Quindi alle 9 e 30 ero gia' operativo, ho aperto tutte le finestre per cambiare aria, ho dato una risistemata a tutta la casa, aspirapolvere, straccio e pure i sanitari in bagno. Che soddisfazione. Se uno potesse dare una riordinata ai propri pensieri come quando pulisce casa sarebbe il massimo. Provate a pensarci... La stronza che mi chiama per fare pace, la butto nell'umido. Quello stronzo del mio capo, non posso buttarlo nell'umido. Lo metto nel frigorifero insieme a tutte le bollette che devo pagare. Il mio amore lo metto fuori a prendere un po' di aria, perche' altrimenti sa di vecchio. E a tutte le incazzature della settimana, una bella passata di straccio e non ci si pensa piu'. E infine, dopo tanta fatica, stesi sul divano a riposare con la mente perfettamente sgombra e pulita. E ora scusatemi ma ho un programmino da farvi invidia, pranzetto in terrazza con amici, sole e vasca idromassaggio. A dopo...

giovedì 16 maggio 2013

Una splendida giornata...

Come un temporale estivo toglie quella fastidiosa cappa di umidita' che non ci fa' piu' respirare, cosi' le belle notizie arrivano a darci l'ossigeno di cui avevamo tanto bisogno. Ieri mi e' arrivata una lettera dell'agenzia dell'entrate, all'inizio l'ho aperta per poi richiuderla. Gia'l'intestazione mi aveva mandato completamente in confusione, oddio un'altra multa. Daccordo che io le multe non le pago, piu' o meno da quando Daimler aveva inventato il motore. Giuro che un giorno la faro'! Comunque l'ho presa e l'ho richiusa. Poi oggi l'ho ripresa in mano e ho letto: ufficio rimborsi dell'IVA. Sapete cosa significa? Che finalmente dopo 3 anni e mezzo finalmente porro' riavere i soldi che mi spettano. Sperando solo che non ci sia qualche trabochetto e sperando che il mio commercialista riesca a sbrigare le pratiche in breve tempo. La somma che entrera' nelle mie tasche mi permettera' di pensare a me, a qualcosa di mio, a qualcosa che voglio veramente fare. La sensazione piu' bella e' che quando le cose le vuoi veramente ad un certo punto smetti di pensarci, perche' sai che arriveranno. E cosi' e'. Quando siamo ossessionati dal voler qualcosa o dal non volerlo, ecco che abbiamo quello che chiediamo. Potesse esserci un manuale da seguire passo passo per far avverare i nostri desideri lo studierei a memoria. Ma purtroppo non c'e' e tutto quello che possiamo fare e crederci, crederci con il cuore. Cosi' quando facciamo qualcosa dalla quale tutti cercano di farci desistere, ma in fondo al nostro cuore sappiamo che quella cosa e' giusta. E allora dobbiamo farla, e le conseguenze saranno meravigliose. Con tanta fortuna ho provato a prendere anche un grattaevinci, ma non e' andata come speravo. Pazienza. Comunque a casa avevo un bel piatto di polpette ai pistacchi e le puntate finali di Glee da vedere. Voto giornata: 10! E domani venerdi'!!!!!

martedì 14 maggio 2013

L'importanza di lavare i piatti

A volte, quando ho bisogno di riflettere un po', lavo i piatti. Non ho una lavastoviglie e non li lavo nemmeno tutti i giorni, ma aspetto che si accumulino per un paio di giorni per poi lavarli. Parto da una voglia quasi insesistente, dover alzarmi dal divano per mettermi in posizione lavaggio richiede un grande spirito di abnegazione. Quasi come quando mi alzo per andare al lavoro. Ma poi parto, prima sistemo le pentole piu' grandi al cui interno ci metto quelle piu' piccole (stile matrjoske), poi sopra i piatti e infine riempio i buchi con le posate. I bicchieri a parte. Poi faccio scorrere l'acqua con il sapone, e ogni stoviglia lavata viene accuratamente riposta nella vasca accanto. Ma quando afferrò la spugna pregna di sapone e comincio a scorrerla nel primo piatto, accade la magia. La mia mente si libera, lo sporco della giornata sedimentato nella mia mente sparisce a ogni colpo di spugna e le idee si rischiarono. Certo al momento le mie idee non godono di ottima salute, ma dedicare loro quindici minuti ogni due giorni mi aiuta a tenerle in vita. La cosa assurda e' che ogni sera cerco di addormentarmi con la musica a 432 MHz ascoltando Bach, Mozart, Beethoven, ecc. Oppure mi faccio delle sedute di training autogeno o inposi regressiva della durata di 20 minuti, ma niente riesce a rischiarare i miei pensieri come lavare i piatti. Allora mi chiedo, ma abbiamo veramente bisogno di fare esercizi mentali? Forse siamo molto piu' vicini ai nostri pensieri di quanto crediamo, solo che non vogliamo ascoltarli. Cosi' ci nascondiamo dietro mille motivazioni, il lavoro, la famiglia, la stanchezza, e quando torniamo a casa mangiamo, ci laviamo e andiamo a letto. Ma queste sono scusanti! Se teniamo dritte le orecchie rivolte al nostro cuore, forse lui potra' parlarci quando meno ce lo aspettiamo. Forse mentre facciamo qualcosa che non ha niente a che vedere con quello che ha da dirci e magari potra' darci delle intuizioni che anche se avessimo fatto un'ora di yoga non sarebbero mai arrivate. Quindi prestate attenzione a quello che fate e come lo fate, perche' potrebbe arrivarvi un'ispirazione che potra' cambiarvi la vita. Magari lavando i piatti, passando l'aspirapolvere o lo straccio ai pavimenti, o piu' semplicemente seduti nel bidet o nella tazza del cesso. Meditate gente, meditate.

lunedì 13 maggio 2013

L'importanza di essere in due, tre, quattro e via dicendo

Stare in un rapporto di coppia non e' una cosa semplice. Io ne so qualcosa, ne ho gia' qualcuna di relazioni alle spalle. Eppure alle volte mi sembra sempre di ricadere negli stessi errori, o anzi mi sembra che gli errori delle mie dolci meta', pur essendo molto diversi fra loro, si ripetano in maniera ciclica. Ma ieri sera ho avuto un'illuminazione, proprio mentre ero a letto nell'attesa di addormentarmi. Il problema di cio' che non mi soddisfa in un rapporto dipende da me, perche' io posso sempre scegliere se stare dentro o no in un rapporto. E non posso certo obbligare chi sta' con me ad obbedire ad ogni mio comando, come un cagnolino ammaestrato. Oppure ancora non posso cercare di aiutarlo a risolvere i propri problemi se non ha ne' la consapevolezza di avere un problema ne' tanto meno la forza per uscirne. La mia ultima relazione e' durata tre anni e mezzo, un anno di relazione e due anni e mezzo di patimenti. A cosa erano dovuti i patimenti? Al fatto che non riusciva ad accettarsi cosi' com'era. Nella vita capitano a tutti dei momenti in cui non sappiamo che strada percorrere, eppure qualsiasi strada prendiamo ci porta davanti ad uno specchio. Quello della nostra anima. E quando quello che vediamo non ci piace iniziano i problemi. Non c'e' aspetto fisico, ne' bellezza che tenga davanti a questo specchio, perche' ci mostra quello che siamo e abbiamo cercato di nascondere. Cosi' mi sono ritrovato dall'essere il fidanzato di una bellezza da urlo, all'essere il compagno di un tricheco in meno di un anno. Una dieta non sarebbe servita a ridar forza e vigore alla sua personalita', visto quello che mangiava. Forse giusto una reincarnazione. Ma io ne ero comunque innamorato, o almeno cosi' credevo. D'altronde mi sentivo che dovevo fare qualcosa, nella buona e nella cattiva sorte. Ma quel qualcosa era sbagliato, per entrambi. Rimasi in una relazione nella quale provai qualsiasi cosa per cercare di far recuperare un minimo di autostima alla sua persona. Ma piu' tentavo, piu' ne rimanevo invischiato. Come nelle sabbie mobili e ben presto inizia a sprofondare anch'io. Sia ben chiaro, non voglio dire che se la nostra meta' ha dei problemi dobbiamo infischiarcene e mollarla nel ciglio della strada. Ma se ci accorgiamo che il partner in questione non ha la benche' minima forza di tirarsene fuori, dobbiamo separarcene prima che diventi troppo tardi anche per noi. Perche' non dobbiamo mai perdere l'amore per noi stessi, se perdiamo quello non possiamo essere in grado di amare nessun'altro. Volete sapere com'e' andata a finire? Nemmeno sei mesi dopo che ci eravamo lasciati la meta' della mela, che non era quella giusta per me, aveva ritrovato tutto l'amore e la bellezza per se stessa. Ed io, nemmeno un anno dopo, ho trovato la mia meta' della mela. (Almeno credo).

domenica 12 maggio 2013

La ricetta della felicita'

Pensate sia possibile essere sempre felici? Mi piace pensare che qualcuno possa rispondermi si', SI PUO' FARE! O perlomeno vivere momenti felici tutti i giorni, senza esserlo sempre e continuamente per tutta la giornata che tanto sappiamo benissimo che e' impossibile. Io credo che in questa societa' si cerchi di renderci schiavi piuttosto che persone libere e felici. I notiziari della mattina, i programmi d'intrattenimento che si concentrano sulle tragedie italiane e sull'ultima scappatella della piu' ignota starlette televisiva e infine fornelli e spadellamenti vari. Perche' cucinare e mangiare e' l'ultima soddisfazione che ci e' rimasta. Ed e' vero, purtroppo. Io vorrei tanto che o la Clerici o la Parodi ci insegnassero a preparare un bella fetta di felicita'. Mi piacerebbe sapere che basterebbero che ne so, quattro sorrisi sinceri, sette abbracci spontanei e una dozzina di risate in compagnia per prepararne un bella porzione e mangiarla ogni volta che ne sentiamo il bisogno. Non sarebbe fantastico? Invece vogliono renderci schiavi, non di quelli con le catene certo. Ma schiavi moderni, che non hanno piu' la forza di agire o di pensare con la propria testa. Siamo costretti a lavorare piu' di quello che ci occorre, per mantenere gli standard che la societa' ci impone. Produciamo piu' di quello che consumiamo, riteniamo che per comunicare abbiamo bisogno sempre dell'ultimo modello di cellullare con il maggior numero di applicazioni e ci bombardano con programmi televisivi che ci mostrano spesso le nostre stesse vite cosi' che anche noi possiamo identificarci e sentirci un po' piu' eroi e meno schiavi. E' consolante, e' vero. Perche' oggi come oggi effettivamente possiamo sentirci tutti degli eroi se riusciamo a portare a casa uno stipendio e sostenere le spese di una famiglia, ma non credo che le cose potranno cambiare in meglio se non ci decidiamo a dare loro il giusto valore. Finche' non capiremo veramente l'importanza dei rapporti umani, del vivere insieme in una societa' civile, del rispetto per se stessi e verso gli altri, continueremo di riempirci di giocattoli e accessori continuando a lamentarci che la felicita' non esiste. Dobbiamo liberare le nostre menti e dobbiamo farlo subito, dobbiamo pensare con la parte piu' profonda del nostro cuore e ascoltarlo. Perche' a volte nemmeno noi stessi sappiamo cosa e' veramente giusto, poiche' siamo stati contaminati: dalla nostra famiglia (magari inconsciamente), dalla scuola, dalla chiesa (che con tutto rispetto per Dio e per alcuni preti vermante vicini alla quotidianeita' della gente, sappiamo i danni che ha fatto), dal lavoro e dalla societa' in generale, di valori che ci sono stati tramandati per secoli. Alcuni generalmente validi e corretti ma che ci hanno reso una sorta di automi. Questo non si dice, questo non si fa', e via dicendo. Credo che molto spesso obbedire, ci allontana da quella che e' la nostra vera natura. E la nostra vera natura, il nostro unico scopo nella nostra vita e': essere felici!

giovedì 9 maggio 2013

Sorpresa!!!

Stamattina la luce si e' fiondata attraverso le finestre della mia camera svegliandomi. Pensavo di essere in ritardo o di aver regolato male la sveglia, e invece guardo l'ora ed erano le 6 e 10. Ho ricontrollato sul tablet ed era veramente cosi. E mi sono sentito pervaso dal buon umore, tant'e' che ho deciso di scrivere. Un venerdì assolato e' un preludio a un grande week end. Dovete sapere che ogni mattina quando mi sveglio, per cercare di non ascoltare il senso di sconforto che mi logora dentro per andare al lavoro cerco sempre 10 buoni motivi per ringraziare. Vi diro' la verita' che non bisogna essere splendidi e splendenti per trovarli, basta soprattutto ringraziare delle piccole cose. Ad esempio: ho un tetto sotto il quale dormire. Certo sono paurosamente in ritardo con gli affitti arretrati e con le bollette del gas. Ma come dice il saggio "a pagare e morire c'e' sempre tempo". Ho un lavoro a tempo indeterminato che mi permette di sostenere me e il mio amore, e di questi tempi non e' una cosa di poco conto. Ho l'amore appunto, non e' perfetto ma lo amo cosi' com'e'. Altrimenti se dovessi cercare di cambiarlo non sarebbe vero amore il mio. Ho un padre che ha una piccola fortuna. Venale? Si ma di questi tempi sapere che il domani sara' piu' roseo e' un ottima cosa. Soprattutto ho un padre che mi ama, a modo suo ma molto a modo suo. Ho una sorella che e' la dolcezza fatta persona con la quale condivivo tutto e che mi ha dato due bellissimi nipoti. Poi c'e' Il suo gatto sordo, il gatto piu' affettuoso che abbia mai incontrato. Forse perche' essendo sordo deve affidarsi molto alle persone, ma io credo che sia veramente sincero. Poi ho la macchina, stile auto bomba (scherzo!) ma perfetta per le scorazzate con gli amici. E poi mi fa' risparmiare un sacco, e' a metano. Insomma per ognuna di queste voci 3 volte Grazie a voce alta. Io mi sento gia' molto meglio, provateci e fatemi sapere. Ora via al bar, pizzetta con l'uovo e caffe'. A stasera!

Il primo commento!!!!!!!!

Ragazzi il primo commento pubblicato!!! Non potete sapere quanto sia emozionante!!!! Prima di tutto perche' non l'ho scritto io e poi perche' non ho obbligato nessuno dei miei amici a scriverlo. Si vabbe' l'autore e' anonimo quindi non lo posso sapere, ma che importa. E soprattutto perche' sono felice per qualcuno che ha un capo che infonde il buonumore, e' rincuorante. Magari un giorno l'avro' anch'io un capo cosi'. O magari saro' il capo di me stesso. Ed io sono sempre di buonumore, se poi ci metto pure qualche americano sono letteralmente esuberante. Comunque grazie, grazie e ancora grazie! Ieri ho saltato il mio impegno con voi, ma c'e' una buona ragione. Dovete sapere che io non sono un tipo molto tecnologico. Ho un telefono che ha una batteria radioattiva, a meta' telefonata si surriscalda e poi si spegne. Rimanendo acceso con una luce paragonabile a quella della fine del tunnel. Per fortuna ancora non mi e' mai scoppiato in faccia. Certo potrei cambiarlo, ma non sono in grado di passare la rubrica dal telefono alla sim, e quindi come un amanuense mi sto riscrivendo a mano tuuuutti i miei contatti. Scrivo il blog da un tablet, quello del mio amore, e al mercoledì, quando c'e' la pizza a casa di mia sorella che e' meno tecnologica di me, non posso scrivere dal suo PC che si spegne e si riaccende come se fosse le lucine dell'albero di Natale. E quindi, a meno che le cose non cambino in meglio, la vedo dura che al mercoledì io possa scrivere. Comunque anche Dio se l'era preso un giorno di ferie, be' il mio giorno di ferie sara' il mercoledì. Volevo raccontarvi qualcosa della mia famiglia, ma questo post potrebbe risultare troppo lungo. Quindi per oggi mi fermo qui, ma vi prometto che questo fine settimana saro' prolisso molto prolisso. Quindi prendetevi del tempo libero, magari vi scrivero' dalla spiaggia. Ora vi lascio, inizia Glee!!!

martedì 7 maggio 2013

La sfattanza

Ragazzi miei quant'e' dura. Stasera ho chiuso l'ufficio alle nove di sera. Direi che il mio stipendio me lo sono guadagnato anche oggi. Come faccio a resistere in un quella gabbia di matti? Semplice, al momento non ho alternative. Anche se qualcosa sta per cambiare. Lo so, lo sento. Non che il mio lavoro non mi piaccia, mi piace molto. Ma non mi piace assolutamente l'ambiente. Non mi sento gratificato. Lo so che sbaglio, se faccio bene il mio lavoro non ho assolutamente alcun bisogno di gratificazioni da parte di altri. Pero' nemmeno di essere continuamente denigrato, o peggio infamato. Il fatto e'che io credo fortemente nel potere delle parole, ed e' un fatto dimostrabile. Davvero! Il mio titolare arriva alla mattina urlando e finisce la giornata sbraitando. Secondo voi che cosa genera nell'ambiente lavorativo? Semplice, il puro caos. Ognuno di noi ha il terrore di agire e quando si ha il terrore di agire sicuramente si fanno degli errori, se poi vieni massacrato per un errore (anche minimo) continui ad inanellare cappelle una dietro l'altra. Poi esci la sera avvilito e la mattina dopo non riesce a ingurgitare altro se non un caffe', per fumarci dietro una bella sigaretta. Bhe, tutto questo un vantaggio ce l'ha. Io e i miei colleghi abbiamo una linea invidiabile. La mia collega e' li' da poco piu' di due anni, quando ha iniziato pesava 52 kg ora e' a 44! Io stesso in un anno ho perso 7 kg. Come si dice, e' una "magra" consolazione. Io penso che se avesse un atteggiamento piu' positivo, e piu' fiducioso nei confronti dei propri dipendenti e se soprattutto fosse piu' chiaro in cio' che vuole, le cose andrebbero meglio. Invece arriva alla mattina con l'atteggiamento di uno che si aspetta la prossima cappella da parte di qualcuno per poterselo mangiare. Sara' il suo sport preferito. Comunque io mi sento molto piu' fortunato e ricco di lui. Primo: gli amici, di sinceri ne ho ben piu' di dieci e di questi tempi e' una gran fortuna. Secondo: il rapporto con la mia famiglia, per quanto mio padre sia particolare il nostro rapporto e' di stima reciproca (almeno lo credo) e poi mia sorella, la mia affinita' elettiva. Terzo: il mio curriculum, io non ho avuto l'azienda ereditata da mio padre (e questo e' una piaga nel nostro rapporto) ma mi sono guadagnato le mie stelline nel campo. Quarto e punto piu' importante, io non ho nessuna casa intestata sulla mia attivita' professionale. Quindi e' inutile che mi vengano a rinfacciare che se l'azienda va' male i titolari perdono di piu' dei dipendenti (a meno che non hanno mutui accesi), perche' quando l'azienda va' in positivo la Porsche non se la comprano mica i dipendenti. Bene, adesso mi sento felice e pronto per domani. Magari saro' stato un po' sconnesso stasera, ma confido a breve in un nuovo lavoro molto molto piu' gratificante. Poi vi raccontero'.

lunedì 6 maggio 2013

E se fossi un deficiente?

Ieri mi sono guardato un film, l'ultimo per l'esattezza, di Peter Sellers. "Oltre il giardino". Se non l'avete visto ve lo racconto brevemente. Il protagonista e' "Il giardiniere", interpretato appunto da Peter Sellers. Un uomo di mezz'eta', analfabeta, a cui piace guardare la televisione. Ha sempre vissuto sotto il tetto del suo padrone e quando questi muore e' costretto a lasciare la casa. Girovagando per la citta' senza meta, viene investito da una limousine. Viene aiutato dalla passeggera che e' la moglie di un ricco industriale. Un uomo anziano e molto malato, ma estremamente sensibile e intelligente. Il giardiniere viene ospitato in casa e il suo modo disincantato di rapportarsi con il mondo esterno, dovuto anche alla sua leggera demenza, lo fanno apprezzare da tutti gli uomini di potere che frequentano la magione del ricco industriale. La sua capacita' di intervenire sempre e solamente quando interpellato e parlando per metafore bucoliche, fan si' che egli venga considerato un uomo di un estrema saggezza. I cui consigli vengono presi in considerazione persino dal presidente degli Stati Uniti. Non vi svelo poi il finale, ma la cosa che a me e' rimasta impressa e che mi ha colpito e' questa; a volte cerchiamo di fare 1000 cose nella vita, tutte insieme. Sia perche' vogliamo dimostrare a noi stessi il nostro valore, sia perche' molto spesso ci viene imposto o dalla nostra famiglia o dal nostro datore di lavoro. Torniamo a casa, sfiniti e il piu' delle volte con la sensazione di non avere concluso niente. Guardiamo la televisione, ci addormentiamo dopo poche pagine di un libro e contiamo i giorni che ci separano dal fine settimana. Ma a chi vogliamo dimostrare tutto questo? Soprattutto siamo convinti che cio' che vogliamo dimostrare a noi stessi sia quello che realmente ci appasiona? O invece e' cosi' perche' ci e' stato imposto negli anni dalla scuola, dalla famiglia, dal lavoro, ecc. Come il giardiniere credo che dobbiamo esprimerci attraverso quella che e' la nostra vera passione, facendo una cosa alla volta. Lavoriamo schiavizzati e quando siamo imprenditori siamo schiavi di noi stessi, siamo schiavi di assurde abitudini. Compriamo piu' vestiti di quelli che potremmo indossare, mangiamo e beviamo piu' del necessario e tutto per cercare di riempire quegli spazi vuoti che abbiamo dentro di noi e che in realta' dovremmo riempire con la nostra vera essenza. Forse oggi vi avro' annoiato un po' ma ci tenevo a condividere questi miei pensieri con voi. Ma non preoccupatevi, domani tornero' a parlare delle mie disgrazie. A proposito se qualcuno volesse scrivere dei commenti, beh sappia che ci sto lavorando. Buonanotte!

domenica 5 maggio 2013

Domenica di... pioggia!

Questa mattina mi sono svegliato armato delle migliori intenzioni. Volevo regalarmi una giornata di pace e serenita', ma qualcosa e' successo ieri che ha turbato la mia quiete. Ma ve lo raccontero' piu' tardi. Comunque, quando mi trovo a vagare con la mia mente, quando sento che qualcosa di spiacevole accade a me o alle persone che mi sono care, io sento un intenso bisogno di fare ordine e pulizia. Per me, ad esempio, lavare i piatti e riordinare l'armadio e' come meditare. Quindi pensate su quante cose dovevo meditare, visto che le ho fatte entrambe oggi. Da dove comincio. Comincerei da un paio di occhi azzurri, di una ragazza dai lineamenti sottili ma determinati. Una ragazza che affronta con la stessa determinazione la tragedia di un dubbio atroce, e lo fa senza il minimo cedimento per proteggere i suoi cari e il bambino che porta in grembo. Le persone scrutano e parlano, perche' cercano sempre di distogliere lo sguardo dalle proprie disgrazie per concentrarsi su quelle degli altri. Perche', diciamolo, quanto siamo piu' bravi e intelligenti a dare giudizi quando il fatto non ci riguarda. Eppure, quando si tratta di noi, non sappiamo assolutamente come prendere il toro per le corna. Io credo che dovremmo cercare di provare empatia e sostenere chi affronta a testa alta queste delicate situazioni con rispettoso silenzio. Ma il silenzio e' qualcosa che ci spinge a guardarci dentro e questo fa' paura. Per questo c'e' chi non riesce mai a star zitto e invece dovrebbe, ne guadagnerebbe e di molto. E invece parlano, rivendicano scuse e rispetto che non hanno mai fatto ne' portato ad altri. Hanno la vita piena come tutti noi, eppure gli sembra cosi' vuota che hanno paura di passare inosservati e cercano pretesti e pettegolezzi per creare scompiglio e litigare. E tutto perche'? Per vedere quanti sono disposti a cedere ai loro stupidi ricatti, a passare sopra anche alla propria stima personale pur di non perdere lo status di "amico di...". Fortunatamente a questo mondo c'e' gente, e questa gente e' amica mia, che non cede a queste stron.... perche' hanno una vita propria e sanno quanto sia importante il tempo. Sanno che sprecare il tempo per correre dietro a queste persone che non ti rispettano, e' tempo sprecato. E' visto che il tempo e' oro e' meglio condividerlo con chi ti rispetta piu' di quanto tu rispetti te stesso. Quando poi vedono che non cedi alle loro macchinazioni mentali, allora si rendono conto di quanto tu sia una persona integra e forte e allora vogliono seppelire l'ascia di guerra come se nulla fosse mai accaduto. E infatti han fatto proprio cosi', "tanto rumore per nulla". E invece... sorpresa! Sai che c'e'? Ti perdono, ti ho gia' perdonato piu' di quanto tu abbia perdonato me per qualcosa che non ho fatto. E per il tuo bene voglio che tu possa trascorrere il tuo tempo libero con le persone che meriti veramente! Ragionevole no? Tutto questo per dedicare un pensiero a una ragazza bellissima, piena di vita, di 26 anni, che sta' attraversando un calvario che non si merita nessuno. O meglio qualcuno se lo meriterebbe anche ma...HO'OPONOOPONO! E mentre lei sta' attraversando operazioni al cervello, chemio, radio, noi troviamo sempre il modo di perdere tempo prezioso. Parlando male o giudicando gli altri o cercare pretesti per litigare. Cerchiamo veramente di capire quanto il tempo sia prezioso, godiamoci la vita e cerchiamo di renderla migliore anche per chi e' vicino a noi.

sabato 4 maggio 2013

Post...ciucca del primo maggio.

Lo so che vi avevo promesso che avrei scritto per recuperare. Ma dovevo recuperare prima le mie condizioni fisiche. Il primo di maggio e' stato vissuto molto intensamente. Eravamo in 12 a tavola e tra crostini con pomodirini essicati e mozzarella di bufala, flan al pecorino di fossa e zafferano e strozzapreti ai carciofi e soprattutto vino, vino e vino la giornata e' partita a razzo. Mi rendo conto che non si puo' tenere un blog se non si mantiene un impegno costante. Giornalmente per quanto si sia stanchi bisogna cercare di dedicargli almeno cinque minuti. Voglio dire, il tempo di tornare a casa per sbracarci a quattro di spade nel divano lo troviamo. Troviamo il tempo per lagnarci dei soprusi al lavoro, troviamo il tempo per schifarci della scena politica nazionale e per inoriddire difronte alle violenze che come esseri umani riusciamo a perpretare ai nostri simili. Troviamo persino il tempo di interessarci a sapere chi sara' presente al matrimonio di Valeria Marini domani. E allora non riusciamo a trovare il tempo da dedicare a noi stessi e condividere le nostre esperienze, positive o negative che siano? Io credo di no, ed e' per questo che vi chiedo scusa se ho saltato ben 3 giorni dall'ultima volta che vi ho scritto. Un blog dev'essere un impegno costante e bisogna dedicargli del tempo, anche se pochi minuti al giorno. Ma soprattutto mi aiuta liberarmi di tutto il peso di cose inutili che accaddono durante la giornata, per lasciare spazio solo a quelle piu' importanti. Dopo questa, seppur non breve digressione, vi stavo raccontando del mio primo di maggio. Sappiate che la citta' dove vivo e' adagiata in un fazzoletto di terra tra mare e colline, tanto bello il primo quanto tranquille e serene le seconde. Declamate anche da alcuni dei piu' grandi poeti come Dante e Pascoli. E in mezzo a queste colline ci sono tanti angoli di paradiso. Uno di questi e' appunto quello dove ci ha portato la nostra cara amica PR, dolce come il miele e morbida come il migliore panetto di burro artigianale. Ci ha portato nel piccolo borgo sopra il ristorante che e' stato restaurato da poco ed e' diventato un elegante centro benessere. La sensazione di beatitudine che si vive tra i colori delle colline donano un senso di pace interiore, ti fanno dire: "Questa e' una vita da non morir mai!" E ti fanno anche dire:"Beato chi se lo puo' permettere." Ma a parte godere, se ben per pochi minuti, di questo posto, posso comunque ritenermi molto fortunato. Le risate, la compagnia e la convivialita' degli amci a cui si e' legati da piu' di vent'anni danno piu' gioia in due ore che due giorni in una SPA. E poi comunque troppo benessere non fa bene, per questo appena rientrato in citta' ho subito deciso di raggiungere altri amici che stavano finendo di pranzare al mare. E visto che erano gia' le cinque mi son detto: "Beh, e' quasi l'ora di un aperitivo. Americano grazie!"

mercoledì 1 maggio 2013

Buongiorno mondo di lavoratori! Se siete felici, se siete frustrati, se siete sfruttati e pensate di cambiare, ma soprattutto un grande buongiorno a tutti i lavoratori che non possono esprimere il loro diritto di lavorare, di essere uomini e donne completi e soddisfare le esigenze della propria famiglia. La colpa non e' vostra, a meno che non abbiate votati per taluni elementi della politica italiana negli ultimi 10 anni! Io, come lavoratore, vi prometto oggi un doppio post. Condizioni post-pranzo permettendo. Difatti, come sicuramente avrete notato ieri, per chi non lo sapesse ho ancora zero lettori, non ho pubblicato niente. Il motivo? E' molto semplice. Sono tornato a casa esausto dopo 12 ore di lavoro e soprattutto con straordinari non retribuiti. Non so nemmeno perche' io lo dica, tanto non me li hanno mai pagati in tutta la mia vita. La giornata di ieri e' iniziata nei migliore dei modi, per qualcosa che non ho ancora ben capito. Il mio titolare, la belva umana, mi ha detto che qualcosa si e' rotto. Me ne sono accorto anch'io volevo dirgli. I miei coglioni! Praticamente si sono disintegrati!!! E' vero che si vive meglio se non ci si aspetta niente da nessuno, ma se uno lavora due ore anche nei giorni festivi, seppur poco aveva creato i contatti con dei clienti che prima l'azienda non aveva mi sembra il minimo, se non ringraziare, almeno star zitti. Ma di base il coglione sono io! Perche' in questo momento cerco di convincermi che bisogna stare fermi e sopportare. La crisi la' fuori fa' paura e avere uno stipendio fisso oggi e' un privilegio. Almeno questo e' quello che vogliono farci credere. Come gia' vi avevo detto, se abbiamo lo stipendio fisso vuol dire che ce lo meritiamo. Altrimenti grazie anche alla crisi, se vogliono buttarci sulla strada, lo possono fare senza troppi problemi. Attualmente bisogna essere riconoscenti a tutti gli imprenditori che rischiano anche le proprie finanze per mantenere l'azienda e i suoi dipendenti, anche se per loro fa' parte del cosi detto rischio imprenditoriale. E devono avere la stoffa e il carattere per saperlo gestire. Ma vorrei dire a tutti gli imprenditori che pensano in questo momento che i loro dipendenti rischiano molto di meno, che si sbagliano. Quante famiglie ci sono attualmente che si trovano ad affrontare le spese per la famiglia e la casa con un solo stipendio, e se perdono anche quello si che finiscono su una strada. Ognuno ha i propri problemi, e nessuno dico nessuno, puo' pensare che i propri problemi siano piu' grandi quelli altrui. D'altronde quando li affari vanno bene chi ci guadagna di piu' e' l'imprenditore, a memoria non mi sembra di ricordare che se un'azienda ha guadagnato il doppio da un anno all'altro, anche lo stipendio dei dipendenti si sia duplicato. Per questo devo cercare di concentrarmi su cio' che voglio veramente fare della mia vita. E soprattutto, per quanta mer.. possa tirarmi addosso il mio titolare, e' solo un importante stimolo (stimolo, merda, ho azzecato proprio il concetto!) per la mia persona a cercare di tirar fuori il meglio di me stesso. Ma a differenza di adesso, voglio tirarlo fuori per me e per tutti coloro che amo. Un giorno vi raccontero' quando ci avevo gia' provato, e col senno di poi perche'non e' andata. Ma ora buon primo maggio a tutti!