domenica 30 giugno 2013

I trulli di Alberobello (parte seconda)

Finalmente il giorno del gran matrimonio. Obiettivamente non sapevo che cosa aspettarmi. I matrimoni del sud me li avevano sempre descritti come particolarmente chiassosi e soprattutto con tanto di quel cibo da far rabbrividire i banchetti dell'antica Roma. Fortunatamente non é andata così o meglio, mi spiego. La sposa aveva un bellissimo vestito un pò stile pin-up, ma più moderno. Con una gonna a petali corta davanti e più lunga dietro, che poi durante il ricevimento ha levato per svelare un tubino con la gonna realizzata con il medesimo ricamo del corpino. L'acconciatura e il trucco erano strepitosi, rigorosamente '50, labbra rosse rubino e con la veletta assimmetrica dalla quale partiva un ciuffo scapicciato che riequilibrava il tutto. La cerimonia si è svolta all'aperto, nell'orto botanico adiacente al palazzo del comune e c'è stato anche un momento commovente in cui la sorella della sposa ha dedicato una poesia molto emozionante ai futuri sposi. Da lì poi ci siamo recati in questa masseria con un parco di non so quanti ettari, vi dico solamente che all'interno c'erano: un campo da calcio, un campo da tennis, un campo da calcetto e un agrumeto, più il parco naturalmente. La masseria era di una bellezza che toglieva il fiato, con tutte le volte a croce, la cucina in muratura e anche una piccola cappella per chi avesse voluto sposarsi lì. L'aperitivo si è svolto a bordo piscina, naturalmente pesce. Ostriche, tonno al sesamo, gelatina di salmone, julienne di seppioline alle erbe salentine, polpo con patate, fritto misto e di verdure, mozzarella di bufala, ricotta, grigliata di mare, ecc. ecc. per un totale di venti portate tutte cotte la momento. Dopo di che ci siamo accomodati a tavola, sedie Kartell. Risotto di zucchine, panna e mandorle, pasta fatte in casa con ragù di rana pescatrice. Sformatino di tonno con erbe di campagna e filetto di ricciola con verdure fresche. Buffet di dolci, torta e open bar. Ma la cosa più strepitosa è stata l'animazione per i bambini, che li ha tenuti lontani dal matrimonio per tutta la durata della festa!!! Fino alle sei della mattina ci siamo divertiti come i matti! Il giorno dopo ripartire per tornare verso Nord mi aveva letteralmente azzerato ogni sentimento positivo potessi aver avuto in quei giorni. Tornare alla routine ai miei problemi e così non sono riuscito a godermi appieno la breve cena a Polignano come avrei dovuto. Ma oggi, mentre stavo lavorando, ho deciso di fare una pausa per leggere qualcosa sull'autostima e fissare chiaro in mente che dei giudizi della gente e dei consigli della gente non me ne faccio assolutamente niente. Io solo so che le uniche persone sulle quali posso contare sono io e pochi altri, e io so di valere più di quanto gli altri non vogliano farmi credere. Quindi non devo aver paura di affrontare l'ignoto, non posso fissare tutta la mia attenzione sul puntino nero che c'è al centro del foglio bianco. Perché così mi perderei la visione d'insieme del foglio bianco e soprattutto la voglia di rischiare e di vivere. Quindi affanculo chi c'è l'ha con me! Volete farmi venire il sangue acido come il vostro? Avete sbagliato persona io non sarò mai come voi, io mi godrò la vita e porterò sempre con me i ricordi più belli perché sono la benzina della felicità.

sabato 29 giugno 2013

I trulli di Alberobello (prima parte)

Tre giorni lontani dalle cattiverie e dal fango che la gente ti tira addosso non sono certo sufficienti per farti ricominciare a respirare. Ma senz'altro possono darti l'idea che se ne avessi veramente voglia potrei sempre ritirarmi in Salento per non farmi più trovare. Che ne so, potrei occupare una masseria disabitata nel nulla e finalmente concentrarmi per scrivere il mio libro. Proprio in questi giorni mi è venuta un'idea veramente molto interessante. Qualcosa che fa parte del mio vissuto, d'altronde le migliori opere prime sono quelle che traggono spunto dal contesto sociale nel quale vive l'autore (vedi Giordano o Hosseini). Ma non voglio svelarvi nulla, anche perché se le cose procedono di questo passo ben presto dividerò più tempo con questa tastiera di quanto ne trascorra con i miei cari. Vi stavo dicendo, che solo il fatto di essere partito mi ha dato una gioia che non provavo da tempo e voglio condividere con voi questi momenti felici perché voglio che rimangano ben impressi nella mia mente. L'alzataccia di mercoledì mattina non è poi andata così male e mi sono svegliato con una fame come non mi succedeva più da tempo, buon segno. Certo che a quell'ora trovare qualcosa di aperto sulla via dell'andata era abbastanza improbabile e così ci siamo fermati al primo autogrill per festeggiare con un panino con la mortadella e succo alla pesca. La carica era quella giusta, i bisogni primari erano stati soddisfatti, la radio suonava l'ultimo cd dei Daft Punk (per gentile concessione del mio amico più caro) e lasciavamo alle nostre spalle un temporale che avrebbe abbassato ancora una volta le medie stagionali di una decina di gradi. Noi, invece, andavamo incontro al caldo del sud e il sole che si alzava dal mare adriatico ci avrebbe accompagnato per tutta la permanenza del nostro viaggio. Come vi avevo anticipato, l'occasione di questa breve fuga era il matrimonio della sorella dell'ex del mio amore. So già che molti di voi potrebbero dire che certe cose succedono solo al sud, ma vi devo smentire. Secondo voi in quale sud sarebbe possibile che io possa essere invitato dalla famiglia della ex del mio amore? Qui non si tratta di geografia, qui si tratta di persone che vivono senza pregiudizi e che accolgono tutti alla stessa maniera, con rispetto, dignità e gentilezza. Come dovrebbe essere, ma purtroppo spesso non è così. Poiché erano solamente tre giorni volevo che fossero memorabili, quindi volevo tornare con quante più immagini possibili fissate nella mia mente. La prima tappa, Alberobello. Ad essere sinceri non sapevo veramente di fronte a cosa mi sarei trovato, certo l'avevo visto in televisione e pensavo che sarebbe stato un posto decisamente molto turistico ma di sicuro non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte a tanta bellezza creata dall'uomo. La storia dei trulli mi ha particolarmente colpito: "L'abbondanza di materiale sedimentario calcareo e l'autorizzazione del conte, Giangirolamo II detto il Guercio delle Puglie, a costruire case solo con muri a secco senza l'uso di malta, che sono i caratteristici trulli, contribuì all'espansione dell'agglomerato urbano. Tale obbligo di far costruire case solo con pietre a secco fu un espediente del conte per evitare il pagamento dei tributi al viceré spagnolo del Regno di Napoli secondo la Pragmatica de Baronibus, legge in vigore fino al 1700 secondo la quale la costruzione di un nuovo centro abitato comportava in primo luogo il Regio assenso e il consecutivo pagamento dei tributi da parte del Barone alla Regia Corte. Infatti nel 1644, in seguito di denuncia fatta dal duca Caracciolo di Martina Franca fu ordinata una ispezione regia. Per prevenirne gli effetti, il conte Giangirolamo ordinò ai coloni di demolire le abitazioni e allontanarsi temporaneamente dall'area. Ciò avvenne in una sola notte, cosicché gli ispettori regi trovarono solo pietre sparse. Alberobello rimase feudo degli Acquaviva d'Aragona fino al 27 maggio 1797, quando il re Ferdinando IV di Borbone accolse l'istanza degli alberobellesi ed emanò un decreto con il quale elevava il piccolo villaggio a città regia, liberandola dalla servitù feudale." Ora é patrimonio dell'Unesco e se lo merita proprio. La cosa che mi ha colpito é proprio la storia della notte nella quale tutti gli abitanti rasero al suolo le loro case per evitare di pagare le tasse. Una scelta coraggiosa ed estrema pur di andare contro il sistema fiscale spagnolo, e mi è venuto da pensare che alla fine la casa è dove siamo noi con il nostro cuore. Io ero lì con il mio amore e al tempo stesso avevo nel mio cuore tutti i miei affetti e mi sentivo a casa, era una sensazione strana ma quello che vorrei cercare di farvi capire e che a volte la gente malvagia, o quelli che non hanno un cazzo da pensare, vogliono cercare di distruggere le nostre mura, la nostra reputazione, la nostra dignità. Ma per loro l'impresa è vana, perché nel nostro cuore è la nostra casa e se anche cercano di abbattercela noi faremo di tutto pur di ricostruirla sulle fondamenta della verità. Non bisogna mai arrendersi e al tempo stesso non bisogna mai permettere ai nostri nemici di farci coinvolgere nel loro gioco. Se loro vogliono vederci avviliti, noi non perdiamo il sorriso, se loro vogliono provocare in noi una reazione, noi rispondiamo con la forza della calma, se loro vogliono calunniarci noi non difendiamoci perché chi ci ama sa dove sta la verità. Bene dopo questo piccolo sfogo, procediamo con il viaggio. Ripartiti da Alberobello in direzione Ostuni per un breve pranzetto in un ristorante ricavato da un'antica torre con terrazza vista mare, dove re Giorgio (Armani) voleva realizzare il suo piccolo buen retiro per le vacanze. Devo dire che quando qualcosa è bello lo capiscono in tanti. Dalla carta abbiamo scelto dei paccheri con pomodorini freschi e rana pescatrice e delle trofie al nero di seppia con cime di rape, pendolini e seppioline tagliate a julienne. Da urlo!!! Per concludere un piccolo babà al rosolio su crema di nocciole con gelato alla vaniglia. Non vi descrivo la bellezza della città bianca, perché potrei nuovamente perdermi tra tutti i vicoletti e gli scorci vista mare incorniciati di piante esotiche che risplendevano nel bianco accecante dei muri e delle strade. E infine Salento, a casa dei genitori del mio amore. Che emozione e forse anche un pochino di imbarazzo. Mi hanno accolto con un'educazione e una riverenza che solamente in salento credo che abbiano, mi hanno trattato come un re. Certo l'impatto con la lingua locale non è stato facile, anche se un pò ormai lo conosco
ma non non lo parlo. Poi è arrivato il comitato di benvenuto, l'ex del mio amore (che ormai è una mia amica, già da tempo, ma non volendo inventare nomi purtroppo questo è. Scusami N.) e sua madre, sempre gentile e sorridente. Alla sera poi abbiamo raggiunto la futura sposa per un aperitivo e conosciuto i suoi amici di Milano. Il suo responsabile svedese con la fidanzata e la sua migliore amica arredatrice con il marito scenografo e i suoi meravigliosi bambini. Li avremo ritrovati il giorno dopo nel nostro tavolo al matrimonio. Prima di lasciarvi volevo dirvi che l'aperitivo l'abbiamo fatto in un locale di questo paesino di pescatori sopra le scogliere, con il sole ed i suoi onirici colori che si tuffavano in mare per salutarci con la promessa di ritrovarci l'indomani mattina. P.S. Auguri mamma, ovunque tu sia ma sempre vicina al mio cuore.

martedì 25 giugno 2013

La maestosità del cielo

Serata di dolce attesa. L'attesa é quella della partenza per un viaggio che mi porterà nelle Puglie per festeggiare il matrimonio di una mia amica. tre giorni lontani da tutto lo stress e le cattiverie gratuite del lavoro. Solo serenità, amicizia e amore. Cosa c'è di meglio nella vita? Non so nemmeno se stanotte riuscirò a dormire, mi sento come quando avevo quindici anni la sera prima della gita di terza superiore. Nonostante le premesse non siano state delle più rosee, ovviamente per questioni finanziarie, ho deciso di affidarmi alla fede e quindi anche quel piccolo incoveniente si è risolto per il meglio. Poco fa stavo proprio riflettendo sul terrazzo della casa di mia sorella e osservavo il cielo, immenso. Con le sue nuvole maestose e i colori degni di una tavola di Turner. E ho pensato: "Tutto ciò che accade qui, su questa terra che calpestiamo ogni giorno in realtà non ha niente a che vedere con quello che ci spetta". Secondo voi il Creato è stato fatto solo per sorbirsi i nostri continui piagnistei, o forse è il caso che alziamo lo sguardo al cielo e ci rendiamo conto che qualcosa di migliore è in serbo per ognuno di noi. Se penso ad esempio al matrimonio a cui parteciperò posso dirvi che non esiste alcun momento drammatico che duri in eterno. Il matrimonio è il matrimonio della sorella dell'ex del mio amore. Avete capito, sì? Sei anni fà il mio amore venne lasciato, nell'assurdità del suo dolore per un amore finito trovò la forza per scandagliare a fondo i suoi sentimenti e capire che forse era giunto il momento di guardarsi allo specchio e amare ed accettarsi per ciò che era. Come spesso accade, una volta trovato il suo equilibrio la ex tornò a far capolino. Quando ti lasci dopo tanti anni non è facile capire quali sono i sentimenti che ti legano ancora all'altra persona, soprattutto se hai condiviso gli anni del passaggio dall'adolescenza alla maturità. Io la conobbi in quel frangente. Non posso certo dirvi che tra noi sbocciò una grande amicizia, d'altronde io avevo qualcosa in più di lei in certi posti e lei qualcosa in più di me in certi altri. Ma per il rispetto, i trascorsi e le esperienze che avevano condiviso, l'amicizia tra il mio amore e lei ci portò a frequentarci e quando ci lasciammo andare capì perché era stata una persona così speciale nel suo cuore. Lei e tutte le persone della sua famiglia. Ora non vedo l'ora di abbracciarla e di confidarle tutto ciò che mi è successo in quest'ultimo periodo. Anche perché quando litigo con il mio amore è la prima persona che chiamo e che mi dà man forte, perché conosce il soggetto. Sono felice e vi auguro anche a voi la mia stessa felicità. Ora doccia, nanna e poi sveglia e domani mattina Ostuni. Tanto per cominciare!

sabato 22 giugno 2013

Il tempo è galantuomo

Avete presente quando agite dando il meglio di voi stessi, pensando di fare il bene vostro e di chi vi è vicino e invece il vostro comportamento viene interpretato come scorretto e sleale? Ebbene questo è quello che è capitato a me. Le supposizioni, le invidie e le gelosie per quello che sono o per quello che sarei potuto diventare (francamente visto che non lo so nemmeno io quello che potrei diventare mi avrebbe fatto molto piacere saperlo)mi hanno trasformato agli occhi di qualcuno come un traditore. Dovete sapere, cari i miei amici, che a questo mondo aiutare il prossimo, soprattutto se è un amico senza lavoro, può essere sinonimo di scarsa fedeltà al proprio di lavoro. Ci credereste? Eppure è così. La cosa che mi sconvolge, io credo, è che vivere una vita di dubbi e soprattutto di supposizioni pensando sempre che qualcuno stia tramando alle tue spalle è una vita di inferno. Se sei una persona sicura delle tue capacità non hai bisogno di attuare alcuna politica del terrore o di crearti fantasie macchinose su improbabili piani orditi alle tue spalle. Io francamente dormo bene comunque, perché ho la coscienza pulita. Se non l'avessi avuta avrei avuto qualche rimorso, ma invece dormo serenamente. Non mi preoccupo di ciò che sarà domani perché ho un'incrollabile fede che tutto si sistemerà per il meglio. E non mi interessa nemmeno attuare alcun assurdo piano di vendetta per riscattare la mia immagine infangata ed umiliata. Agli occhi delle persone che mi amano e che sanno leggere in fondo al mio cuore, io sono sempre lo stesso e sanno benissimo che non potrei mai fare ciò di cui mi hanno accusato. Primo perché non sono così macchinoso, secondo perché sul piano materiale non ne ho le capacità. Quindi mi viene in mente la battuta di Franco Battiato, dopo che era stato espulso dal ruolo di consigliere regionale per aver detto che alcune donne della politica italiane erano delle zoccole, quando è uscito lo scandalo sulle escort proprio nella regione Sicilia: "Il tempo è galantuomo"

martedì 18 giugno 2013

Il segreto del successo

Francamente del mio devo ancora capirlo. Se fosse "il segreto del mio sul cesso" saprei rispondere, un'equilibrata dieta di carboidrati ed alcool ma non credo che valga. Mark Twain diceva che il segreto del successo e' fare della propria vocazione una vacanza. Io non credo di aver capito qual'e' la mia vera vocazione, vale se faccio della vacanza una vocazione? Se tornassi indietro vorrei fare il controller per l'Eden viaggi. Eppure quand'ero giovane avevo tante vocazioni. La prima era sicuramente fare l'attore. Ho partecipato ad una recita scolastica ed ero cosi' bravo che mi affidarono ben tre ruoli, pensate se non ero versatile. Sicuramente mai quanto Sara Tommasi nella sua seconda carriera, a proposito qualcuno si ricorda qual'era la sua prima carriera? Pero' ero portato per il palcoscenico. Mia madre infranse i miei sogni di gloria con un categorico NO quando ventilai l'ipotesi di fare la Scuola di Arte Drammatica a Roma. E cosi' riposi il mio sogno nel cassetto. La seconda vocazione probabilmente e' stato sempre disegnare. Ricordo ancora quando disegnai un fumetto ispirato alle gesta erotiche del mio professore di estimo. Persino lui si complimento', per non parlare di quello di fisica che mi chiese perche' non creai un personaggio fatto a misura su di lui. Se all'epoca il creatore delle Winks avesse gia' avuto la sua azienda probabilmente mi sarei fiondato a disegnare donnine. La terza vocazione e' sempre stata sicuramente la danza, adoro ballare e divertirmi in compagnia. E' una valvola di sfogo che non ha eguali. Peccato che io non mi sia mai cimentato al di fuori della pista da ballo. Pero' sono molto bravo! Infatti sabato sera alla festa revival '90 nella casa in campagna della mia amica mi sono scatenato nelle danze piu' frenetiche. Vuoi l'alcool, vuoi la voglia di scaricare le tensioni accumulate durante la settimana, vuoi che eravamo tutti li' a ricordare i bei vecchi tempi, abbiamo creato un cappanello di gente dove al centro c'ero io che mi dimenavo come una donna punta dalla taranta. La gente mi osservava, citando il mio amico avvocato, con un misto di ammirazione e disgusto. Non e' da tutti riuscire a suscitare emozioni cosi' contrastanti, me ne vanto? Si'! A parte gli scherzi, sto' veramente cercando di capire quale sia la mia vera vocazione perche' diventi la parte dominante della seconda meta' della mia vita. E non voglio che sia qualcosa riconducibile ad un qualsiasi lavoro, per quanto creativo possa essere avra' sempre delle richieste e delle scadenze da rispettare. Vorrei che sia qualcosa che abbia a che fare con l'emozioni che posso far scaturire negli altri. Non voglio essere un capitano d'impresa che dice: "io mi sono spaccato la schiena perche' amo il mio lavoro, sono nato qui dentro e moriro' qui dentro" non mi sembrano i pressuposti di una vacanza ma piuttosto di un calvario. Per quanto un lavoro possa essere difficile e impegnativo deve renderci felici, altrimenti che senso ha. Quando saremo all'ingresso del viale dei cipressi, ci avra' portato tutta la gioia che abbiamo provato durante quei giorni di lavoro o piuttosto l'infartino causato dal troppo stress? Io penso che molto spesso la gente si convince che quel determinato lavoro sia la propria vocazione perche' non ha la benche' minima idea di cosa voglia veramente. Perche' e' troppo attenta a curarsi dell'opinione altrui fingendo che in realta' non gliene importi granche' e non sa nemmeno cosa vuole veramente dalla propria vita, anche in campo affettivo. Si adattano, si adeguano e diventano arroganti e prepotenti soprattutto se hanno realizzato una piccola fortuna. Ma l'equazione non e' sempre cosi', se sei diventato ricco o famoso non sempre sei realizzato come persona e mi dispiace per tutti coloro che vivono in questa bolla. A proposito ci avete mai fatto caso che questo genere di persone frequentano solo ed esclusivamente i loro simili? Secondo voi perche'? Perche' cercano di creare la loro zona di benessere dove nessuno possa sconvolgere il loro equilibrio che con tanta fatica credono di aver raggiunto. Ma raggiungere il proprio equilibrio e' un lavoro costante, fatto di vittorie e di sconfitte. Ma e' piu' facile raggiungerlo se hai intorno a te persone come quelle che fortunatamente ho accanto a me. Persona che partono da una piccola base ma solida, essere se stessi ed essere sinceri, sempre!

sabato 15 giugno 2013

Tutte le volte che pensiamo male

Dovete sapere una cosa e qui forse parecchi di voi si faranno delle grosse risate, ma io e mia sorella siamo grandi lettori di libri che hanno a che vedere con la legge d'attrazione. Spero che molti di voi si stiano chiedendo che cosa sia questa legge di attrazione. Ve la spiego io: "La Legge di Attrazione è una forza universale tramite la quale qualsiasi cosa su cui focalizzi la tua attenzione viene attratta nella tua vita e si manifesta nel mondo fisico. In sostanza, il tuo focus determina la tua realtà: più coltivi nella tua mente una determinata immagine, associandole emozioni positive o negative, più aumentano le possibilità che tale immagine diventi reale e trovi una corrispondenza concreta nella tua vita." Quindi dobbiamo stare sempre molto attenti a quello che pensiamo perché potrebbe avverarsi sia nel bene che nel male. Se volessimo cambiare lavoro perché il nostro non ci piace dovremmo visualizzarne uno migliore, ma attenzione non é sufficiente. Se desideriamo di cambiare lavoro con troppo desiderio e ansia il segnale che mandiamo all'universo é assolutamente il contrario e il lavoro nuovo non arriva. Allora bisogna ringraziare per quello che si ha e farselo piacere, anche se in realtà ci ha provocato un'ulcera perforante allo stomaco, mandare la domanda all'universo di voler stare ancora meglio e ancor più felici, o perlomeno esserlo almeno per una volta, e una volta inviato il messaggio con chiarezza bisogna avere fede. E qui io un poco mi frego, perché non ho mai avuto una gran fede che le cose potessero realizzarsi solo se lo volevamo. Eppure mi devo smentire, soprattutto nelle piccole cose. Tempo fa stavo pensando che mi sarebbe piaciuto avere un notebook, ma naturalmente non avevo i soldi per pagarlo. Però mi immaginavo sul mio notebook a scrivere tutte le cavolate che mi venivano in mente e non erano assolutamente rattristato dal fatto di non averlo. Sono trascorsi appena due mesi e un notebook nuovo nuovo é apparso nella mia vita, senza sborsare una lira. Così pure per il lavoro, un nuovo lavoro si stà profilando nella mia vita e se dovesse andare in porto il progetto sarei molto contento. Se invece dovesse andare in porco sarei comunque soddisfatto di lavorare nell'azienda dove all'entrata dei cancelli c'é scritto "ARBEIT MACHT FREI". Però ci avete mai pensato a quante volte ci ripetiamo che presto qualcosa di brutto potrebbe accadere? Mio padre ad esempio pensa sempre al peggio, a parte il fatto che ancora pensa a quando ha dovuto vendere l'impresa che io e mia sorella non abbiamo voluto ereditare e di questo ce ne fa ad oggi ancora una colpa. Però é uno di quei tipi che pensa che potrebbe essere investito da un auto, che potrebbe essere morsicato da un cane o che potrebbe pagare una montagna di tasse e così comincia a preoccuparsi. Almeno sa di essere preparato ad uno di questi eventi. E invece torna sempre a casa sano e salvo, a parte le tasse ma quella è un'altra faccenda. Anzi ogni giorno viviamo in uno stato di benessere che neanche ce ne accorgiamo, e preoccuparsi che le cose potrebbero solo andare peggio é uno spreco di energia. La vita d'altronde è in continuo mutamento ed è quindi impensabile che le cose si verifichino esattamente così come ce le siamo immaginate, a meno che non abbiate consultato Nascia Prandi. Non ci può essere una quantità di preoccupazione tale che impedisca che una situazione si verifichi, se deve accadere accadrà. Il fatto di metterci in ansia per qualcosa, al contrario, non farà altro che attirarla verso di noi. Quindi ora, dopo una bella giornata in spiaggia, o in centro o in montagna, andate a divertirvi con chiunque abbiate voglia di vedere perché è sabato ed è ora dell'americano!!!

mercoledì 12 giugno 2013

Un capitolo su di me

Cari amici, ormai le scuse non servono più. La mia indolenza in questi giorni è tale che mi impedisce di sedere davanti al computer e parlarvi. Aspettavo in trepidante attesa che qualcosa di nuovo accadesse nella mia vita, e sono ancora fiducioso che qualcosa dai risvolti positivi stia per accadere. E' solo che il fatto di non sapere quanto tempo occorra affinché questo accada, mi stà rendendo apatico. Quindi, come si fa combattere l'apatia? Soprattutto se non si é mai stati tipi apatici? La risposta é non lo so. Io francamente starei tutto il giorno a guardare i miei due bellissimi nipoti e a riempirli di baci. Ma per quanto sia bello, non é sufficiente. E allora posso scrivere e svuotare la mia mente davanti ad un liberatorio schermo bianco. E osservandolo mi rendo conto che tutte le preoccupazioni che giornalmente mi assillano spariscono e mi sento libero, una sensazione che non provavo da tempo. Voglio raccontarvi una storia. Ciò che più mi colpisce è come la mia vita sia ciclica, soprattutto in ambito lavorativo. Tutti i posti dove sono stato hanno avuto un inizio, una parabola crescente e poi una fase di flessione. O meglio di genuflessione, la mia. Il fatto che la mia professionalità sia un costo per l'azienda mi portava a farmi schiavizzare dai titolari, ciò accadeva molto spesso e a dirla tutta ancora oggi. Tanto diciamocelo chiaro e tondo, in Italia sono veramente poche le imprese a conduzione familiare che hanno saputo fare il salto da artigiani a industriali. E quindi, nonostante il lavoro che io svolgo e porto all'interno, dopo poco succede sempre che mi vogliono retrocedere. Non perdermi, non lasciarmi a casa, ma uniformarmi a tutti gli altri dipendenti. Ammetto che magari la dedizione nei confronti dell'azienda non viene interpretata dai titolari come affetto e riconoscenza, ma come servilismo che permette loro di trattarci come ci pare. Anni fà vivevo in una bellissima città di provincia del nordest italiano. La realtà per la quale lavoravo era un'azienda a conduzione familiare che faceva degli splendidi manufatti destinati al mercato del lusso mondiale. La famiglia era abbastanza particolare, diciamo. I genitori erano delle brave persone, tutto sommato. Ma il marito aveva un piccolissimo segreto, una passione che non poteva raccontare ai membri della sua famiglia. Per questo la raccontava ai "membri" degli amanti occasionali che trovava nelle sue passeggiatine serali. Eppure il matrimonio pareva andare avanti senza particolari intoppi. La figlia era sposata, tra qualche alti e bassi e poi c'era il primogenito. Colui che aveva preso le redini dell'azienda. Chiusa la prima ne avevano aperta una seconda e poi una terza. Anche il figlio condivideva la stessa passione del padre. Ma sebbene il padre conduceva la sua seconda vita nella più totale serenità, non vi dico i racconti erotici che mi confidava durante il lavoro, il figlio viveva nella più totale confusione. La sua confusione lo portava a fare uso di psicofarmaci, di medicine omeopatiche e di tutto ciò che potesse mettere a tacere quella che era la sua vera natura. Fino al giorno in cui implose e decise di vivere la sua vita per quella che era, accettandosi completamente. Spero almeno ora che sia felice. Io vivevo con il mio amore e nonostante le cose tra noi andavano bene ci fu un momento in cui un elemento estraneo arrivò a turbare il nostro equilibrio. La passione e la dedizione per il mio lavoro mi aveva forse reso cieco in quel periodo e non mi accorgevo che qualcosa turbava i suoi sentimenti, tanto più che il mio amore non è la persona più loquace di questo mondo quando si tratta di confidarsi. Ebbene successe, il tradimento. Un fatto al quale non ero stato preparato. Ho sempre creduto e ne sono ancora convinto, che la confessione di un tradimento sia solo un modo per scaricare la coscienza e consegnare il problema al proprio partner rimettendo a lui la decisione sul da farsi. Anche se nel mio caso non fu una vera e propria confessione, ma un evento che non poteva più nascondersi. E allora che avrei dovuto fare? Per quelle che erano le mie convinzioni avrei dovuto lasciare che la nostra storia si interrompesse. Ma per fortuna, mentre ero in fase di riflessione, il terzo incomodo fece molto di più. Cercò più volte di parlarmi per darmi la sua versione dei fatti, cercò anche di tirare in ballo amici che avevamo in comune e insomma alla fine fece tante di quelle cose che mi resi conto che il mio amore era stato circuito a sua insaputa. Certo ciò non fu sufficiente per perdonarlo, anche se ci provò in tutti i modi. Ma poi la vita mi mise davanti ad un bivio. Al lavoro stava per scadere il mio contratto e i miei titolari pensarono bene di giocare d'astuzia. Volevano farmi credere che non ero stato all'altezza di un determinato cliente, come se l'errore non fosse contemplato, in modo che al momento della firma del nuovo contratto avrei accettato un compenso minore. Tutto ciò che in realtà io volevo era tornare a casa dalla mia famiglia, dai miei amici, dal mio mare e così ne parlai al mio amore. In quel momento di confusione dovevo ritrovare me stesso e per farlo avevo bisogno delle mie certezze. Ne parlai al mio amore e lui con molta calma mi rispose che mi avrebbe seguito, anche in capo al mondo, avrebbe vissuto pagandosi un affitto fino a quando non sarei stato in grado di aiutarlo con le spese e mi avrebbe aspettato fino a quando non sarei stato in grado di tornare ad essere parte integrante della coppia. Fu in quel momento che capii veramente quanto mi amasse e lo perdonai e soprattutto perdonai me stesso. Perché non possiamo colpevolizzarci se non abbiamo sempre la situazione sotto controllo di tutto e di tutti. Quindi tornai a casa, la disoccupazione mi aiutò i primi e mesi e poi trovai una consulenza. Tre giorni alla settimana e uno stipendio fisso. Dio com'ero contento, avevo la libertà di godermi la vita e fare il lavoro che mi piace, nella mia città e la possibilità di stare con le persone che amo. Ora voglio ritrovare quella serenità. A proposito, quando me ne andai da lassù nemmeno sei mesi dopo mi richiamarono proponendomi un più alto stipendio. Ma io non sono mai stato il tipo che si guarda indietro, voglio solo andare avanti e provare cose nuove.

domenica 9 giugno 2013

Una notte da leoni e la mattina da coglioni

Mettete una casa in campagna con vista sul mare, mettete tante persone che hanno condiviso momenti bellissimi della loro gioventu', mettete una bella cena, alcool e trecento birre. Poi aggiungete una consolle, due dj e le canzoni piu' belle legate ai nostri ricordi piu' divertenti. E cosa ne viene fuori? La'festa revival del secolo. Posso solo dire che erano anni che non mi divertivo cosi', a parte la fine serata quando mi sono nascosto dietro un auto per vomitare. La sensazione piu' bella e'stato ritrovare tanti amici tutt'insieme che avevano solo una gran voglia di divertirsi, pensando a quanto siamo stati fortunati a trovarci e ritrovarci. Certo oggi il divano mi si e' attaccato alla schiena e le gambe sono distrutte. Ci vorrebbe un altro intero giorno per recuperare. Ma almeno andro' a lavorare contento pensando a quando faremo la prossima.

sabato 8 giugno 2013

I risvolti inaspettati

Prima di tutto le mie piu' sentite scuse. Sono ben tre giorni che non scrivo e piu' di un amico me l'ha fatto notare. A mia discolpa potrei dire che il lavoro mi ha succhiato l'energia in questa settimana, ma sarebbe sbagliato. Soprattutto nei miei confronti. Principalmente perche' il senso di dovere dobbiamo averlo nei confronti di cio' che ci piace fare e non nei confronti di cio' che siamo obbligati a fare. Detto questo, ho diverse cose da raccontarvi. Inizierei da martedi sera, quando sono uscito per festeggiare il 40° compleanno di una mia amica. Era da gia' da un po' che volevo parlarvi della ' bela madunina' che per amore ha lasciato la sua adorata Milano per venire a vivere al mare. Quando l'ho conosciuta, ormai non ricordo nemmeno quanti anni or sono, era magra, smunta e con questi capelli che sembravano una nuova versione di barometro. Potevi capire la percentuale di umidita' dell'aria a seconda dell'increspatura dei suoi ricci. All'epoca era insieme al suo fidanzato storico, uno che la madre non aveva mai approvato, ma anche lei non aveva superato l'esame di ammissione della madre di lui. Quindi la situazione era in parita'. Per come poi si sono svolti i fatti diciamo solamente che hanno confermato il detto: "la mamma ha sempre ragione". Come ci sia finita una ragazza di una grande citta' come Milano a vivere in una piccola citta' a ridosso del mare e' soprattutto merito di internet e delle prime chat di fine anni '90. E' li' che conobbe il suo grande amore, l'uomo (oddio 'uomo' e' un parolone, giusto perche' e' tutto canuto) che ribalto' le sue certezze nella vita. Infatti lei aveva poche certezze nella vita e una di questa era che lei non avrebbe mai lasciato la sua Milano, e invece a volte quando crediamo che la strada finisca c'e' sempre uno svincolo dai risvolti inaspettati che puo' regalarci la felicita'. Quella vera. Cresciamo nella convinzione che cio' che abbiamo sia eterno, duraturo e stabile, soprattutto nei confronti dei nostri sentimenti. E cosi' molte donne arrivano all'altare, in quello che dovrebbe essere il giorno piu' bello della loro vita. Tutto e' perfetto, tranne per quella vocina che proviene da una delle panche in fondo alla chiesa che disperata urla "non farlo, stai sbagliando!" Ma quando ci giriamo non vediamo nessuno. Gia'perche' quella vocina non proviene da una degli invitati, ma proviene dal nostro cuore. Solo che non vogliamo ascoltarla. Perche' se l'ascoltassimo crollerebbero le nostre certezze, e non sia mai che ci lasciamo andare. Se l'ascoltassimo, avremmo il coraggio di mollare tutto e tutti solamente per seguire il nostro cuore? Dove mai potrebbe portarmi? Forse verso la felicita', ma che pensera' la gente di me? E la casa che ho appena fatto? E tutti gli invitati? Ma no, sicuramente col tempo le cose andranno meglio. Quanto siamo bravi a cercare scuse pur di non andar contro agli schemi mentali che ci siamo costruiti. Anche l'appello di una madre che mentre ci chiude il vestito fa' di tutto per portarci via da quella situazione rimane inascoltato. Cosi' a matrimonio finito, la mia amica e suo marito si sono guardati e hanno preferito non gettare la lista di nozze. Caso mai avessero dovuto separarsi sarebbe tornata utile per la spartizione dei regali. E cosi' e' stato. Dieci anni di fidanzamento, un tradimento da parte di lui con la segretaria (banale), un matrimonio durato quanto? Sei mesi? E poi archiviato il tutto, finalmente la possibilita' per entrambi di essere felici. Lui con segretaria (di nuovo) e un figlio, e pensare che quando stava con la mia amica non ne avrebbe mai voluti. Lei con l'uomo conosciuto su internet, in una citta' di mare (lontano dalla sua amata Milano) e un figlio bellissimo. Che ha per madrina l'ex fidanzata di lui e per padrino un elemento al quanto particolare. Volete saperne di piu' sulla madrina, eh? Adesso con calma...

mercoledì 5 giugno 2013

Un permesso al lavoro

Stamattina mi sono potuto svegliare piu' tardi perche' ho preso un permesso al lavoro, e mi sto rendendo conto che avere la liberta' di fare cio' che mi piace non ha prezzo. Voglio tornare ad essere consulente o perlomeno tornare a fare il lavoro creativo che tanto mi piaceva, disegnare soprattutto. Scusate se in questi due giorni sono stato assente ma purtroppo ho avuto anch'io una vita sociale. Per questo stamattina vi troverete questo post che sara' un'introduzione di qualcosa di piu' ampio, magari stasera. Nel frattempo volevo augurare a tutti voi una fantastica giornata, piena ed esclusivamente solo di buone notizie. Un abbraccio...

lunedì 3 giugno 2013

Can che abbaia non morde...

Ma rompe il cazzo a stuffo! Detto questo non voglio andare oltre, volevo anzi riportare la frase di un film che ho visto stasera. "Il nostro destino vive in noi, bisogna solo avere il coraggio di vederlo". Non e' semplice, nemmeno per me che cerco sempre di essere molto ottimista. Pero' come si fa' quando tutto sembra andare nella direzione opposta. Come si fa' quando la fede comincia a crollare, quando ci sembra che il tran tran quotidiano possa diventare il tran tran di una vita, quando non vediamo la luce in fondo al tunnel. Bisogna non abbandonare la fede, non cedere mai nel credere che tutto si risolvera' per il meglio. E poi a che servirebbe deprimersi? Che vantaggi puo' avere la rassegnazione rispetto al credere al lieto fine? Forse molti di voi potrebbero pensare che la rassegnazione non ci fa' vivere di illusioni, ma e' cosi' bella una vita priva di illusioni o fantasie? Se siamo in grado di immaginare un lieto fine, perche' dobbiamo pensare che non possa esistere. Quante menti illuminate hanno immaginato qualcosa che poi hanno realmente realizzato. Basta pensare alle piu' grandi invenzioni del XXI° secolo, la radio, il telefono e il cinematografo. Forse la'piu' grande fabbrica dei sogni. E se gli uomini che le hanno inventate prima le avevano immaginate, come sono riusciti a portarle da un piano mentale ad un piano materiale? Con la fede, una fede incrollabile. Ogni errore che commettevano non gli allontanava dal loro traguardo, ma gli avvicinava sempre di piu' al loro risultato. E se ce l'hanno fatto migliaia di uomini prima di me, chi piu' o meno famoso, perche' non ce la posso fare io o noi? Ieri, per farvi un esempio, sono stato da una coppia di amici che hanno realizzato il loro sogno. Una casa da sogno. Certo hanno affrontato non poche controversie, e a dirla tutta piu' di una volta si sono demoralizzati ma non hanno mai rinunciato al loro sogno e lo hanno seguito con amore in tutti i particolari e in ogni fase della realizzazione. E' ora hanno la casa che desideravano. Quindi, ogni volta che abbiamo un'illuminazione, prendiamo nota delle emozioni che ci trasmette la visione del risultato e non dimentichiamole mai. Perche' nel processo di costruzione certamente non tutto andra' come avevamo immaginato, non tutto sara' sempre facile e scorrevole. Ma se ci crediamo fino in fondo, alla fine quella fantastica sensazione di benessere per esserci riusciti arrivera'. Potete starne certi.

Il fioretto

Avete mai desiderato tanto qualcosa fino al punto di fare un fioretto? Io si'. Piu' di una volta. E non sono mai riuscito a mantenerlo. Dopo di che, mi vengono una marea di sensi di colpa. Eppure oggi credo che non si possa affidare all'alto il desiderio di realizzare qualcosa di materiale. Penso che lassu' hanno problemi piu' importanti da risolvere piuttosto che pensare a me che voglio cambiare lavoro. Anche perche' come diceva Gandhi, dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Quindi, i sensi di colpa, possono anche andare a farsi benedire. Prima di tutto perche' credo che i sensi di colpa non portino da nessuna parte, ma solo all'autocommiserazione. E non c'e' cosa peggiore che autocommiserarsi. Fortunatamente avere avuto un esempio forte come quello di mia madre mi ha insegnato che nella vita non c'e' battaglia che non si possa affrontare. Senz'altro non si potra' sempre vincere, ma sia che vinciamo sia che perdiamo c'e' sempre una lezione che possiamo imparare. E che ci servira' per affrontare le battaglie che si presenteranno in futuro. La cosa che pero' mi urta un tantino e' che a lamentarsi sono sempre coloro che realmente non hanno nulla di cui lagnarsi. A volte credo che non abbiano alcun argomento di conversazione o non si ritengano abbastanza interessanti, per questo motivo parlano sempre di se stessi e delle loro presunte disgrazie. Per farvi un esempio, mia sorella ha una suocera che avrebbe un ottimo potenziale se non passasse tutto il tempo a rimuginare sulle sue disgrazie. E piu' si lamenta piu' anche il suo fisico assume l'aspetto di una persona lamentosa. Una volta camminando si e' storta una caviglia ed e' dovuta andare in ospedale e a quel punto mia sorella, andandola a trovare, si e' tolta un piccolissimo sassolino dalla scarpa e le disse: "almeno questa volta hai un motivo per star male". Chissa' se l'ha capita.

sabato 1 giugno 2013

La ruota inizia a girare

Dovete sapere che quand'ero piu' giovane, non che non lo sia, ma sono stato ancora piu' giovane di cosi', io e i miei amici frequentavamo un gruppo parrocchiale. Il prete che ci ha guidato in quel cammino dal dopocresima fino a 16 anni circa era una persona speciale, perche' ci ha insegnato veramente che cosa volesse dire essere amici. Certo noi avevamo una buona base di partenza, dubito che ci siano tante persone che possano dire: "Io conosco i miei amici da quando avevo sei anni", a meno che non mi paragoni con mio nipote che di anni ne ha 11. Comunque il nostro cammino parrocchiale e' venuto meno nel momento in cui le discoteche sono entrate a far parte della nostra vita, ci venivano dipinte come il male incarnato e cosi' decidemmo che avremmo preferito seguire la via del divertimento piuttosto che quella della messa alle 11. Detto questo, abbiamo fatto le nostre esperienze ma siamo sempre stati giudiziosi e a dirla tutta siamo stati anche molto fortunati. Tante volte. Tornando al dopocresima, avevamo dei tutor nei quali potevamo trovare le risposte alle domande che un adolescente normale che frequenta la chiesa si pone. "Ma Dio mi odia se mi masturbo? Ma veramente devo preservare la mia verginita' fino al matrimonio?" Purtroppo pero' le risposte che ci venivano date non erano cosi' esaustive e cosi' preferimmo cercarle altrove, tipo sulla pista da ballo.Ricordo ancora quei tutor e mi fa' piacere soprattutto quando ancora li rivedo in giro. Sempre pieni di buon umore e di sorrisi felici. Sanno ancora dare consigli preziosi, tipo quella volta che la mia amica avvocato fumava in pace la sua sigaretta fuori dalla chiesa dove stavano battezzando la figlia di una nostra amica e le si avvicino un nostra ex tutor chiedendole come stava, se lavorava e se soprattutto avesse trovato l'amore. La risposta della mia amica fu un secco no, tirato fuori a forza da un sorriso sardonico. E il commento positivista che ne segui fu: "Non preoccuparti l'amore e' proprio dietro l'angolo" improvvisamente le nuvole del cielo si aprirono e il sole entro' ad illuminare la sua vita. Magari... Molto piu' pragmatica la mia amica rispose: "Se si decidesse a svoltarlo quest'angolo" Eppure, a distanza di anni, anche per lei la ruota inizio' a girare e veramente il sole entro' nella sua vita. E la genziana nelle nostre. Tutto questo per dirvi che quando desideriamo ardentemente una cosa, la desideriamo perche' la situazione in cui ci troviamo non ci piace. E piu' e' cosi' e piu' tutto rimane tale e quale, se non peggio. Ma quando desideriamo qualcosa eppure riusciamo ad apprezzare cio' che abbiamo, ecco che allora le cose cambiano in meglio. E allora veniamo contattati per un nuovo lavoro, conosciamo qualcuno che ci fa' vivere emozioni che credevamo sepolte, oppure quando ormai pensavamo che al venerdì sera eravamo gia' felici di aver fatto l'aperitivo senza la moretta finale, ecco che troviamo un bar che ci fa' una moretta dopo le dieci di sera. Cos'e' una moretta? Ve lo spiego oggi pomeriggio.